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Politiche impiantistica e beni comuni e politiche educative Uisp

Proseguiamo la pubblicazione dei documenti nazionali delle Politiche per l'impiantistica e i beni comuni e delle Politiche educative

 

Proseguiamo la pubblicazione dei documenti nazionali con i programmi di mandato delle Politiche per l'impiantistica e i beni comuni e le Politiche educative.

Abbiamo predisposto un aggregatore all'interno del sito nazionale Uisp, dove sarà possibile consultarli tutti. (CLICCA QUI)

Il documento programmatico delle Politiche impiantistica e beni comuni Uisp (responsabile nazionale: Tommaso Iori) parte dall’analisi dei "luoghi dello sportpertutti": spazi e elementi della città che, “qualificati e gestiti come beni pubblici, diventano ’beni comuni’ nel momento in cui, innescandosi un processo politico e sociale, la comunità che si relaziona con quel particolare bene inizia a gestirlo in modo condiviso e partecipato, con l’obiettivo di tutelarlo, rigenerarlo e aprirlo alla fruizione collettiva”.

Ecco la versione integrale del documento, predisposto da Tommaso Iori, responsabile nazionale politiche per l'impiantistica e i beni comuni Uisp

Se questa è la definizione di bene comune, qual è il rapporto con l’impiantistica sportiva nel suo senso più tradizionale, di bene pubblico assoggettato a regole di carattere amministrativistico? Mettendo in pratica valori e sostenibilità. Si tratta allora di applicare una dimensione sociale tipica dei beni comuni anche alle attività sportive che vi vengono praticate, con queste caratteristiche: limitare ogni forma di esclusione e di discriminazione nell’accesso; capacità di generare risorse comunitarie; superare la logica della competizione; sperimentare forme di collaborazione tra diversi soggetti; aprire reali possibilità di esercizio del diritto allo sport e al gioco, al movimento, alla salute.  

Sarà dunque strategico rendere riconoscibili gli “impianti Uisp” per lo sforzo che viene fatto di renderli luoghi ideali per la realizzazione delle politiche associative: sociali, ambientali, educative, di genere, per l’inclusione e il benessere di tutti, ad ogni età. Luoghi dove proporre uno sport che sia pratica inclusiva, parte integrante della vita quotidiana, scelta libera di ogni cittadino e, in ultimo, occasione di partecipazione e protagonismo civile e sociale. Lo sportpertutti diventa quindi uno dei diversi fattori da integrare negli obiettivi della pianificazione e  della programmazione delle politiche pubbliche, e al contempo può essere uno strumento per attivare processi partecipativi che valorizzano le reti sociali e il capitale sociale di una comunità e di un territorio.  

Il progetto nazionale Open Space, finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della legge 383/2000, sul quale sono impegnati undici Comitati territoriali Uisp,  per gli obiettivi che si è dato e per le modalità operative che propone, si presta a diventare un significativo banco di prova per misurare la capacità dell’Uisp di integrare lo sport con nuovi modelli di coinvolgimento e attivazione dei giovani. E dunque nuovi modelli di welfare locale, attivante e generativo, con la possibilità di ripensare e rigenerare spazi urbani, favorendone la riappropriazione da parte dei cittadini. Lo sport sociale e per tutti può essere uno dei possibili inneschi di questi processi, che si costruiscono su saperi diffusi in una comunità (i giovani, nel caso specifico del progetto) ma che diventano vere e proprie scuole per promuovere questi saperi e palestre di educazione alla cittadinanza attiva.

L’Uisp ha le caratteristiche per interpretare un ruolo di primo piano in questa nuova stagione di protagonismo sociale, fondato sul principio di collaborazione civica e sulla responsabilità diffusa. Gli obiettivi specifici sono: rafforzare le sinergie con reti locali e nazionali, dal terzo settore alle pubbliche amministrazioni; valorizzare il progetto Open Space come laboratorio di esperienze sperimentali; costituire un gruppo di lavoro (per competenze e rappresentatività territoriale) sulle evoluzioni normative in tema di impiantistica sportiva, con l’obiettivo di mappare le realtà territoriali dell’Uisp, conoscere e raccontare le migliori esperienze, dare risposta alle problematiche che emergono nelle fasi di affidamento, gestione e rinnovo di concessione di impiantisti sportivi pubblici; definire linee guida Uisp per la gestione dell’impiantistica sportiva, coniugando obiettivi di sostenibilità economica e ambientale con quelli di inclusione sociale.

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Il programma delle Politiche educative Uisp (responsabile Maria Pina Casula) parte da una riflessione: Uisp è attività sociale, educazione e giovani, che non sono il futuro di una società, ma una sua componente strutturale: sono il presente. Per questo occorre creare politiche e servizi volti a svilupparne le potenzialità e proteggere le fragilità. 

Ecco la versione integrale del documento, predisposto da Maria Pina Casula, responsabile nazionale politiche educative Uisp.

Le politiche educative non riguardano solo le istituzioni dedicate all'educazione formale: lo sport è, in Italia, la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola, strumento per educare a trasmettere modelli e valori. C’è uno sport che si prende cura dei giovani, uno sport non autoreferenziale, che non si pone l’obiettivo di “tirar fuori” il campione ma di offrire ai giovani contesti di crescita positiva e spazi di libertà. È lo sportpertutti, che assume centralità nel processo educativo di tutta la comunità (che, a sua volta, è comunità educante), oltre ad essere lo spazio di incrocio tra sociale/educativo/giovanile.

C’è un grande lavoro da fare insieme, istituzioni (la scuola e le P.A.) e il privato sociale (Comitati territoriali Uisp, ASD e altre associazioni) per intensificare l’azione didattica e educativa in classe e fuori. In questo quadro complesso, chi è educato è anche educatore e tutti si prendono cura del bene comune. Bambini e adolescenti protagonisti: la policy Uisp.

L’Uisp condivide con Save the Children una partnership che ha proprio nella protezione dell’infanzia e dell’adolescenza e nella promozione dei diritti di bambini e ragazzi un elemento centrale. E si concretizza nella campagna “Illuminiamo il futuro”, nell’attivazione dei “Punti Luce” nei quartieri con elevato disagio socioeconomico e nella campagna “Adulti a posto” che prevede l’adozione di codici di condotta e di procedure per la segnalazione di abusi o di comportamenti scorretti nei luoghi abitualmente frequentati dai minori. Va in quest’ottica un’ulteriore sfida: la formulazione di una Policy Uisp redatta mettendo insieme le competenze e l’esperienza di Save the Children e dell’Uisp. Policy entrata a far parte delle materie formative del mondo associativo Uisp, inserita di diritto nelle Aree Comuni della formazione.

Il pensiero e le azioni che hanno sostenuto l’elaborazione della Policy fanno parte della storia e del patrimonio culturale Uisp: soddisfare una fruizione libera e partecipata dello sport e dell’attività motoria, insieme alla possibilità di orientare ad un approccio “dolce” e rispettoso delle differenze individuali.

L’Uisp fa suoi e contribuisce a concretizzare i principi di Organismi nazionali e internazionali sulla Tutela dei diritti dei fanciulli, non solo nello sport, partecipando a tavoli di elaborazione di progettualità come il Gruppo CRC (Gruppo di lavoro per il monitoraggio della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Da queste collaborazioni possono attivarsi energie utili al miglioramento della condizione dei bambini e dei ragazzi, nello sport e non solo. L’Uisp è anche partner nazionale della grande rete Crescere al Sud che conta 65 organizzazioni che lavorano per la promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel Mezzogiorno. Maria Pina Casula, Uisp, ne è la portavoce nazionale. (A cura di I.M.)

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