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Politiche sociali Uisp: occhi puntati sulla situazione carceraria

Il grave episodio del suicidio seguito dai commenti vergognosi rimette al centro la situazione delle carceri italiane. Parla De Meo
Un detenuto si è suicidato nel carcere milanese di Opera e sono scattati alcuni commenti forcaioli in una pagina Facebook di un sindacato di polizia penitenziaria. Due notizie d'attualità gravi e negative, che raccontano il disagio dell'Italia, la situazione esplosiva degli istituti di pena e il cinismo e la disperazione di alcuni tra coloro che fanno parte di una struttura detentiva che ha il compito primario di rieducare alla vita. Non quello di spingere alla morte. (Articolo 27 della Costituzione).

Qual è la situazione delle carceri italiane? Ecco la testimonianza e il punto di vista dell'Uisp (GUARDA IL VIDEO), da trent'anni impegnata su questo fronte attraverso lo sport, con decine di progetti in varie città italiane. Parla Fabrizio De Meo, operatore a Genova, attivo in prima persona e responsabile nazionale politiche sociali Uisp. 
“Questo evento drammatico rende evidente ciò che sosteniamo da decenni - dice De Meo - che il sistema penale italiano va ripensato e riformato. Il sistema carcerario com’è strutturato adesso non produce risultati né benefici per nessuno, persone e comunità: la segregazione e l’isolamento fanno danni. Noi siamo presenti in molti istituti da più di trent’anni, tra poco partirà la stagione di Vivicittà e con lei “Vivicittà-Porte aperte”, con eventi all’interno delle carceri, su tutto il territorio nazionale. Si tratta di manifestazioni podistiche e non solo, sono manifestazioni di cittadinanza e di presa di coscienza rispetto al tema del carcere. Entreremo dentro le mura e faremo uscire i detenuti: secondo noi il nodo è costruire una relazione tra carcere e territorio e progressivamente abbandonare l’isolamento”. 
“Per noi le politiche su carcere e giustizia si legano alla nostra proposta politica complessiva, fortemente antirazzista, a favore della promozione della salute in ogni luogo anche dove è più complicato, questo vale per il carcere, come ad esempio per la salute mentale. Il nostro sport mette in relazione, favorisce socialità e benessere, e attraverso lo sport proviamo a ricostruire forme di socialità e di stare insieme che in questa fase sono fortemente messe in crisi”.

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