Nazionale

Progettare aree urbani più verdi per una migliore qualità della vita

Michele Di Gioia, responsabile politiche beni comuni e periferie, commenta la recente ricerca di Openpolis

 

Una recente ricerca di Openpolis, realizzata con l'impresa sociale Con i Bambini, nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha nuovamente evidenziato l’importanza di parchi e giardini per bambini e ragazzi nelle città. Tra le nostre 10 città maggiori, Torino e Firenze sono quelle con più parchi storici vincolati per minore, Milano e Roma quelle con più verde di quartiere, indietro i capoluoghi del sud.

Il verde pubblico, indica in premessa la ricerca, è un elemento essenziale per la qualità della vita nelle città, una variabile fondamentale per la vivibilità di un territorio. In particolare nelle città, le aree verdi rivestono una serie di funzioni strategiche, che porta a considerarle vere e proprie “infrastrutture verdi” (Ispra 2018).

Altro aspetto importante che la ricerca considera è che “da un lato, si tratta di un servizio ambientale: la diffusione del verde contribuisce a mitigare l’isola di calore che si crea nelle aree più urbanizzate. Dall’altro, ricoprono una funzione sociale, in quanto luogo di incontro, svago e aggregazione per tutti i cittadini. A maggior ragione per i più piccoli: per bambini e ragazzi la disponibilità di uno spazio verde vicino casa ha un impatto ancora più rilevante sulla qualità della vita complessiva. Ecco perché è importante capire quale sia la disponibilità di verde nelle città, ma anche la sua effettiva possibilità di utilizzo da parte dei cittadini, adulti e minori. È infatti molto differente se il verde urbano è costituito da parchi e giardini oppure da aree incolte”.

Dalla ricerca emerge una spaccatura abbastanza netta tra le città del nord e quelle del sud, in termini di disponibilità del verde pubblico per bambini e ragazzi. Escludendo Matera, Oristano e l'Aquila, i primi 20 capoluoghi italiani per verde attrezzato, storico e parchi per minore si trovano nel centro-nord; tra le grandi città, Firenze è quella con più aree sportive all’aperto per minore

“È assolutamente necessario agire con un approccio intersettoriale quando si parla di città - sottolinea Michele Di Gioia, responsabile politiche per i beni comuni e le periferie Uisp - dall’analisi di Openpolis scaturisce una riflessione complessa e articolata, che riguarda il tema dei beni comuni e delle periferie, ma che in ambito associativo l’Uisp sta già opportunamente affrontando in sinergia con tutte le sue politiche nazionali. Appare chiaro che salute, povertà educativa, diritti, ambiente, siano tutti da ricondurre ad un unico quadro di riferimento, che deve caratterizzare la nostra proposta di sport per tutti, soprattutto alla luce del momento storico che stiamo vivendo”.

“Le opportunità che si potranno cogliere dal PNRR e il ruolo di co-protagonisti sul tema dell’urban health all’interno dei Piani della Prevenzione Regionali, nell’ambito del programma Comunità Attive, ci devono trovare pronti a consolidare alleanze e giocare un ruolo fondamentale nei territori - prosegue Di Gioia - A tal proposito è da segnalare con soddisfazione l’incontro tra il Forum del Terzo Settore e la ministra Carfagna, per valorizzare la co-programmazione e la co-progettazione nel rapporto con le istituzioni pubbliche, anche al fine di superare alcune delle criticità emerse nei primi bandi attuativi delle azioni del PNRR”.

Il riferimento deve essere l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, flessibili e sostenibili) che individua l’urbanizzazione globale come uno degli sviluppi più significativi del XXI secolo. Più della metà della popolazione mondiale vive in città, una percentuale che si prevede di aumentare al 70% entro il 2050. Sono le città a guidare le economie locali e nazionali, come centri di prosperità dove si concentra oltre l’80% delle attività economiche globali. L’Uurbanizzazione pone anche grandi sfide: le città hanno un enorme impatto ambientale. Occupano solo il tre per cento della superficie del mondo, ma sono responsabili per tre quarti del consumo di risorse globale e il 75% delle emissioni globali.

L’obiettivo 11 mira a ridurre gli effetti negativi dell’impatto ambientale delle città, in particolare in termini di qualità dell’aria e gestione dei rifiuti. Essa richiede forme più inclusive e sostenibili di urbanizzazione, basate in particolare su un approccio partecipativo, integrato e sostenibile alla pianificazione urbana. Inoltre, esso mira a garantire l’accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri e inclusivi, soprattutto per le donne ei bambini, gli anziani e le persone con disabilità, e di fornire l’accesso ai sistemi di trasporto sicuri e convenienti. Per approfondire leggi il contributo di Tiziano Pesce al rapporto del Forum terzo settore sugli obiettivi di sviluppo sostenibile)

“Nello specifico, nell’ampio spettro dei beni comuni, materiali e immateriali, trovano posto quelli urbani. È facile pensare alle piazze, ai parchi e ai giardini, alle infrastrutture e agli edifici come una sorta di tessuto connettivo delle città, la cui qualità e libera fruibilità incide fortemente sul benessere e la libertà di tutti i cittadini. Tradizionalmente immaginati come beni pubblici, in questo senso diventano beni comuni. Ma non basta, ovviamente: per far sì che lo siano davvero, deve innescarsi un processo, che è al contempo pratica sociale e iniziativa politica, di appropriazione di quel bene da parte dei cittadini e delle comunità. In ambito sportivo, un ruolo fondamentale lo svolgeranno le aree pubbliche attrezzate per lo svolgimento dello sport in forma libera, sempre più diffuse nelle città italiane, ma che ad oggi, solo in pochissimi casi sono state oggetto di un processo di condivisione tra amministrazione, associazionismo e cittadinanza attraverso i Patti di collaborazione”.

Interessante appare inoltre l’attenzione sempre maggiore di imprese e aziende profit, in ottica di responsabilità sociale di impresa, che intendono sostenere progetti di recupero e di riqualificazione di aree significative per le comunità locali. Si segnala il bando di Mondoffice, “Da spazi a luoghi sostenibili”, per la valorizzazione del patrimonio territoriale attraverso la restituzione alla dimensione sociale di spazi dimessi, realizzando “luoghi” che possano rispondere ai bisogni collettivi ed alle esigenze di socialità della comunità.

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