Queering football: l'evento finale si tiene a Lubiana

Omofobia e sport: un problema che per molti “non sussiste”, in quanto gli sportivi omosessuali, in particolar modo i calciatori, non esisterebbero. Un argomento talmente tabù da far negare non solo l’esistenza delle discriminazioni, ma addirittura l’esistenza delle persone.

Cosa succede allora quando uno degli eventi principi del calcio, la Coppa del mondo, si svolge in un paese dove i diritti delle persone LGBTQ vengono violati persino istituzionalmente, da leggi come quella “contro la propaganda gay” della Russia di Vladimir Putin? Gli eventi sportivi in paesi che violano i diritti umani vanno boicottati, o vanno sfruttati come un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su un determinato problema?

A questi interrogativi si cercherà di rispondere a Lubiana il 17 e 18 novembre, presso la Facoltà di sport dell’Università, durante la conferenza internazionale organizzata dall’istituto di ricerca sloveno Spolint e dall’ONG austriaca VIDC: “Addressing homophobia at mega-sport events”, che è anche l’evento pubblico conclusivo del progetto europeo Queering Football. Tra i relatori della conferenza, insieme a istituzioni sportive e non, ed ad attori della società civile internazionale, ci sarà Elvina Yukavaeva, presidente della Federazione LGBT russa, che racconterà come la comunità omosessuale russa sta vivendo i mesi immediatamente precedenti ai Mondiali di calcio.

Per l’Uisp, che è partner del progetto portato avanti dalla VIDC insieme ad altri quattro paesi, la conferenza sarà anche l’occasione per presentare il tesseramento Alias tra le buone pratiche esposte nei workshop.   

Il programma della conferenza (in aggiornamento) è disponibile a questo link. La partecipazione alla conferenza è libera, previa registrazione a questo link. (Layla Mousa)