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Riforma terzo settore: gli impegni di Conte e l'incontro con Catalfo

Eppur si muove: la riforma del terzo settore va completata. E’ questa la richiesta che si leva con forza dal terzo settore. Parla Claudia Fiaschi

Eppur si muove: la riforma del terzo settore va sostenuta con urgenza e completata dal governo. E’ questa la richiesta che si è levata con forza dall’intero mondo del terzo settore in questi giorni, con la Giornata Internazionale del Volontariato del 5 dicembre a Roma, con l’intervento di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei ministri, che nel suo intervento ha assunto una serie di impegni, e con l’incontro fissato per venerdì 13 dicembre tra Forum del terzo settore e Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali.

“Da tempo attendevamo che fosse fissato questo incontro e finalmente è stato messo in agenda per venerdì prossimo. Ci aspettiamo che sia il primo passo per dare seguito agli impegni concreti che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha preso nei nostri confronti, in occasione del suo intervento alla Giornata Internazionale del Volontariato. Il tempo stringe e il mondo del Terzo settore è fortemente preoccupato anche per il rallentamento del cammino della riforma“. Così la portavoce del Forum nazionale del Terzo settore, Claudia Fiaschi, dopo che nell’incontro del 5 dicembre scorso gli esponenti delle 87 reti aderenti al Forum, in rappresentanza di oltre 140 mila organizzazioni, hanno sollecitato una immediata iniziativa del Governo ottenendo l’impegno del presidente del Consiglio.

“L’intervento del presidente del Consiglio è stato tutt’altro che formale – prosegue Fiaschi – L’incontro dì venerdì ci consentirà di portare al ministro competente le preoccupazioni e le principali richieste del terzo settore italiano: assicurare l’entrata in vigore del registro unico del terzo settore entro il prossimo mese di giugno; inviare alla Commissione europea la richiesta di autorizzazione per i benefici fiscali previsti dalla Riforma; aumentare la dotazione finanziaria per i progetti delle organizzazioni del terzo settore; adeguare il tetto del 5×1000 alle scelte espresse dai contribuenti; sbloccare i provvedimenti amministrativi a partire dalla liquidazione dei progetti conclusi o avviati”.

“Quello del presidente del Consiglio è stato un contributo non solo formale che abbiamo particolarmente apprezzato – conclude Fiaschi - Adesso ci auguriamo che l’incontro che avremo con la ministra Nunzia Catalfo possa servire a fissare i contenuti e i tempi per una rapida ed efficace iniziativa del Governo su questi temi”.

Per raccontare quello che è successo in questi giorni sul fronte riforma del terzo settore e sugli impegni assunti dal governo, facciamo un piccolo passo indietro e soffermiamoci sulla Giornata Internazionale del volontariato del 5 dicembre organizzata a Roma da Forum Nazionale del Terzo SettoreCaritas italiana e CSVnet

Nel suo discorso, il Presidente del Consiglio Conte ha sottolineato l’importanza del ruolo e della figura dei volontari, ispirati responsabilmente ai valori della Costituzione e che contribuiscono a rafforzare la coesione sociale. Il presidente ha anche assunto due impegni di fronte ai rappresentanti del terzo settore italiano: valutare di introdurre nella Legge di Bilancio 10 milioni di euro per il 5 per mille e attivare il registro unico del terzo settore entro il prossimo giugno, in modo da introdurre dal 2021 i nuovi regimi fiscali. Conte ha spiegato che il Governo si sta adoperando per stringere i tempi per mandare la richiesta di autorizzazione alla Commissione europea in modo da avere in tempo il via libera. Nonostante il quadro di finanza pubblica renda difficile gestire alcuni capitoli di spesa, l’impegno preso davanti alla platea della giornata del volontariato è di lavorare per dare maggiore chiarezza sulle agevolazioni fiscali per il terzo settore. Il Presidente del Consiglio ha così ribadito l’attenzione del governo alle richieste delle oltre 350mila organizzazioni che aspettano risposte ormai da troppo tempo. Un discorso puntuale e appassionato quello di Conte, che ha ricordato i valori fondanti del volontariato che costituisce ‘un modo di essere della persona nell’ambito dei rapporti sociali’, così come definito nella sentenza della Corte Costituzionale n. 75 nel 1992 ma anche un atto di libertà che pone le persone davanti alle proprie responsabilità.

A riempire l’Aula Magna della facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre, i principali rappresentanti del terzo settore italiano insieme alle istituzioni, docenti ed esperti e soprattutto e tanti volontari impegnati ogni giorno per costruire una società più aperta e inclusiva. “Svolgiamo una funzione indispensabile su cui le istituzioni dovrebbero investire – dice Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore – Pensiamo ai 6 milioni di volontari italiani che tutte le mattine si mettono a disposizione degli altri. Una relazione umana che genera fiducia civile nel prossimo e nella comunità contro la diffidenza, basata sulla gratuita di chi offre e di chi riceve. Si tratta di un bene non facilmente quantificabile in termini monetari, ma che ha un valore sociale immenso, di cui le nostre istituzioni dovrebbero tener conto. La presenza del Presidente del Consiglio Conte dimostra che in chi governa le nostre istituzioni si sta facendo largo la consapevolezza che il ruolo del volontariato non solo è utile ma anche indispensabile e che quindi la relazione fra mondo del volontariato e istituzioni pubbliche deve diventare sempre più continua e strutturata”.

Chi si impegna gratuitamente per la comunità ha anche la responsabilità di farsi portavoce delle storture nella nostra società. Su questo è intervenuto don Marco Pagniello in rappresentanza di Caritas italiana, rivendicando la capacità del volontariato di dare speranza alle persone più fragili. “Dobbiamo essere folli, capaci di gesti coraggiosi e saper denunciare in modo consapevole e costruttivo ciò che non va. Viviamo un momento delicato in cui non si può dare nulla per scontato: scoprirci tutti vulnerabili potrebbe contribuire a ricucire i legami per costruire comunità sempre più solidali. Questo compito non è delegabile a nessuno, neanche alla politica, rimanendo capaci non solo di sottolineare ciò che non va ma impegnandosi sempre per la costruzione del bene comune”.

Tra le relazioni iniziali, quelli di Stefano Tabò, presidente di CSVnet, che ha ribadito la necessità di riflettere sulla qualità dall’impegno gratuito per la comunità. “Abbiamo parlato di follia del volontariato, ma dovremmo parlare invece di piena consapevolezza di sé. Non si tratta di un fenomeno sporadico ma endemico e vogliamo che diventi un’epidemia. È un atto di libertà e nonostante la sua pluralità di forme, mantiene una visione unitaria. Basti pensare che la nuova normativa lo considera uno degli elementi unitari di tutto questo sistema. È fonte di una comunità viva e sensibile ma è importante che la sua ricchezza non sia mai utilizzata per dividere l’Italia. C’è un senso comune da difendere anche se con diverse peculiarità”. Tabò ha anche evidenziato con forza l’importanza di un articolo del codice del terzo settore ancora poco conosciuto, il numero 19, in cui si stabilisce che la pubblica amministrazione si faccia promotrice della cultura del volontariato. È una delle sfide che nei prossimi anni il sistema dovrà affrontare. Il presidente di CSVnet ha anche ricordato che nel 2020 per la prima volta una città italiana, Padova, sarà Capitale europea del volontariato.

Ma non solo. Come ha ribadito Francesco Profumo, presidente dell’Acri, intervenuto anche lui alle celebrazioni del 5 dicembre sul tema “Ricostruire una comunità solidale: il ruolo del volontariato nel terzo settore”, riconoscendo al volontariato un ruolo insostituibile, anche a causa della progressiva riduzione degli investimenti nel welfare pubblico. “Il volontariato ha quattro caratteristiche fondamentali: è un fenomeno spontaneo – ha specificato Profumo – perché è effetto di una benefica pulsione sociale; è ispirato dal concetto di bene comune ed è capace di coniugare il principio di sussidiarietà con la fratellanza. I volontari – ha aggiunto – sanno cogliere i bisogni della società prima e meglio degli altri”. Al suo fianco operano le fondazioni il cui contributo “non è meramente economico – ha dichiarato – ma vuole concorrere allo sviluppo della società. Continuare a far crescere la capacity building del terzo settore è la strada maestra per produrre un reale cambiamento della società”. Il presidente di Acri ha voluto poi ricordare l’importanza degli esperimenti nazionali di compartecipazione paritetica di fondazioni, istituzioni e volontariato che già esistono: la Fondazione CON IL SUD, il Fondo per il contrasto alla povertà educativa e l’Organismo nazionale di controllo per la “regia” dei fondi destinati ai centri di servizio per il volontariato.

A chiusura della giornata, una tavola rotonda con alcune testimonianze dei veri protagonisti di questa celebrazione: i volontari. Sul tavolo dei relatori, Ilaria, Yacine, Marco e Ana Maria, che hanno raccontato le loro storie di impegno quotidiano per la costruzione di comunità solidali. Insieme a loro, esperti del terzo settore che hanno discusso sulla sua dimensione costituzionale, il suo radicamento nei territori e la sua capacità di riscostruire legami solidali. Don Armando Zappolini del Cnca – Coordinamento nazionale comunità di accoglienza ha parlato dell’importanza di continuare a innamorarsi del proprio impegno, “rimanendo ancora persone capaci di commuoversi e provare rabbia”. Andrea Volterrani docente dell’Università Tor Vergata di Roma, ha, invece, ribadito la necessaria relazione tra comunità e volontariato: “non bisogna limitarsi a offrire servizi, ma diventare parte della struttura e progettare insieme alle persone”. Infine, Luca Gori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha chiuso la giornata sottolineando il profondo legame con la Costituzione, “per riconoscere il volontariato in tutte le sue forme, preservarne l’autonomia e lavorare alla relazione con il potere in un’ottica di collaborazione”. (I.M.)

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