Nazionale

Rugby Uisp: la palla ovale entra in carcere

Il 23 maggio una squadra Uisp entrerà nel carcere Dozza di Bologna per incontrare "Giallo Dozza", composta da detenuti
Sabato 23 maggio per la prima volta una rappresentativa di giocatori del circuito ovale Uisp entrerà nel carcere Dozza di Bologna, per disputare un'amichevole con il "Giallo Dozza" la prima squadra di rugby union bolognese completamente composta da detenuti.
"Organizzare l'amichevole non è stato facile - spiega Mico Curatolo, Coordinamento rugby Uisp - solo grazie all'impegno di Lorenzo Piazza e del Coordinamento rugby Uisp siamo riusciti a individuare la data. Dopo un lavoro lungo e faticoso l’amministrazione penitenziaria ci ha concesso di entrare al Dozza con 30 giocatori. Con loro affronteremo il "Giallo Dozza" nel campo di calcio, adattato al rugby, ospitato dentro la struttura. Al termine della partita consumeremo tutti assieme il terzo tempo, riportando, con le chiacchiere post partita e una tavolata imbandita, un pò di normalità all'interno di un contesto difficile come quello carcerario".

"Per il rugby Uisp questa è un'occasione di grande rilevanza - continua Curatolo - abbiamo speso tutte le nostre energie per riuscire a organizzare questo appuntamento, che speriamo inauguri una stagione di amichevoli e progetti a sostegno del Dozza. L'alto valore sociale di un progetto come "Giallo Dozza" è per noi di fondamentale importanza e ci impegneremo a sostenere i neo rugbisti con tutto quello che potrà servire loro, dai materiali a campagne di finanziamento e crowdfunding per il progetto. Perché crediamo che lo sport, e il rugby in particolare, rappresentino un potente strumento di coesione e promozione sociale, uno strumento che deve essere offerto a tutti, che può aiutare a superare situazioni difficili con i valori giusti. Perché riscoprirsi atleti, compagni di squadra, punti di riferimento in campo, rappresenta la più importante delle mete".

La squadra di detenuti bolognesi nasce dal progetto “Tornare in campo” promosso dal Bologna Rugby 1928 con l'appoggio dell'amministrazione penitenziaria. Iniziato a giugno 2014 grazie all'impegno di alcuni educatori, coordinati da Lorenzo Piazza il team manager della squadra, il progetto coinvolge oltre 40 detenuti di 13 nazionalità diverse: Italia, Albania, Guatemala, Libia, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Polonia, Romania, Santo Domingo, Svizzera, Tunisia.
Il nome della squadra fa riferimento al cartellino giallo, la punizione che nel rugby obbliga a trascorrere 10 minuti fuori dal campo, ripartire dopo un giallo, significa ritornare in campo, nella società, assieme agli altri compagni e riprendere il cammino da dove lo si è lasciato, per procedere insieme nel rispetto delle regole.

L'attività sportiva, e il rugby in particolare, permettono di ripristinare, anche se per brevi momenti nella settimana, una condizione di vita più accettabile, più libera, aiutando la riscoperta dei valori e del rispetto della convivenza e della lealtà. (Fonte: Coordinamento rugby Uisp)

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