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Sport contro l'omofobia: una partita ancora tutta da giocare

Il 4 febbraio si è tenuto un evento al Parlamento europeo di Bruxelles su queste tematiche, da sempre care importanti per l'Uisp. Il commento di M. Claysset

 

“Sport contro l'omofobia. Una partita da vincere”, è il titolo dell’evento che si è svolto al Parlamento europeo di Bruxelles il 4 febbraio, organizzato da Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al PE, Tomasz Frankowski, europarlamentare del Ppe e Marc Tarabella, del gruppo S&D. Un incontro per confrontarsi su politiche e buone pratiche esistenti a livello europeo, per fare in modo che lo sport sia veramente un ambito in cui le persone possono esprimersi liberamente e vivere il proprio diritto alla partecipazione.

Tra gli ospiti c’era anche Roberta Li Calzi, consigliera comunale di Bologna, presidente della VII Commissione consiliare Parità e Pari opportunità e avvocato AIC - Associazione Italiana Calciatori. Li Calzi ha esordito citando le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia: “L’omofobia e la transfobia violano la dignità umana, il principio di eguaglianza e comprimono la libertà e gli affetti delle persone, a nessuno può sfuggire che qualunque forma di persecuzione in base all'orientamento sessuale costituisca, sempre e ovunque abbia luogo, una violazione inaccettabile dei diritti umani universali”.

GUARDA IL VIDEO CON L’INTERVENTO DI LI CALZI 

Roberta Li Calzi ha citato una serie di interventi messi in campo dal Comune di Bologna in collaborazione con l’Uisp, che da sempre si batte per i diritti di ognuno e per promuovere l’accesso alla pratica sportiva. “Ci fa piacere questa citazione a livello europeo da parte di Roberta Li Calzi – commenta Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp - ci conosce molto bene e siamo felici che abbia voluto valorizzare il nostro lavoro e la nostra attenzione ai temi dei diritti e delle pari opportunità. Quella di Bologna è un’amministrazione sensibile e attenta a queste tematiche. Come esempi di attività di contrasto all’omofobia ha citato alcune nostre esperienze che hanno visto la luce a Bologna ed hanno vissuto lì le prime tappe. Primo fra tutti il convegno del 2017 su transessualità e diritti: un momento di confronto da cui è partita la riflessione interna all’Uisp che ci ha portato a pensare il tesseramento Alias. La nostra associazione è sempre attiva e presente, sta portando avanti iniziative e progetti concreti: siamo un avamposto sui temi del contrasto a omo e transfobia, con la consapevolezza che c’è ancora molto da fare, come emerso anche dagli interventi dell’incontro di Bruxelles, che descrivono il calcio come un ambiente omofobo. Noi vogliamo contribuire a creare un clima sempre più sensibile e attento, attraverso iniziative, formazione e campagne di sensibilizzazione, rivolte agli sportivi e non”.

Anche Roberta Li Calzi ha citato per primo il convegno dal titolo “Transessualità, tra sport e diritti”, organizzato in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia del 2017, promosso dalla Uisp con l’associazione sportiva Bugs Bologna ed il patrocinio del Comune di Bologna. “In quella occasione abbiamo parlato di uno sport inclusivo – ha detto Li Calzi - che sappia accogliere e non escludere, per contrastare ogni forma di discriminazione anche nella pratica delle discipline sportive. Si tratta di un tema di cui non si parla e non si conosce quasi nulla una delle poche notizie che le persone transessuali non praticano sport. L'Uisp ha approvato il tesseramento Alias, rivolto a tutte le persone transgender che stanno effettuando il cambio di sesso, affinché non abbiano difficoltà nell'accesso all'attività, si tratta di un tesseramento temporaneo durante il tortuoso cammino del cambiamento di genere, che consente accesso alla pratica sportiva e di poter godere della copertura assicurativa. Per abbattere l’imbarazzo che si crea tra i cittadini che vengono a contatto con persone transessuali e transgender e favorire il loro stare insieme nei contesti sociali ogni anno l’Uisp organizza manifestazioni sportive per sensibilizzare su questi temi, come “Un calcio all'omofobia”, “Diritti in campo”, Torneo “Dimondi” e i Mondiali antirazzisti quest'ultimo dove partecipano migliaia di persone da tutto il mondo che vengono a giocare tante partite per combattere contro tutte le forme di discriminazione. Nel 2019 il palazzo comunale di Bologna ha ospitato la mostra “Contro le regole. Gay e lesbiche nello sport”, che racconta le esperienze rivoluzionarie di persone nel mondo dello sport che hanno combattuto esclusione previsti legati all'orientamento sessuale e all’identità di genere”.

Si tratta di una piaga sociale: - ha proseguito Li Calzi - insultare, picchiare, fomentare odio sono comportamenti che calpestano ogni senso civile, ogni principio di coesione sociale i diritti e le libertà di ampia parte della popolazione. Tutto questo avviene anche nel mondo dello sport? La risposta purtroppo è sì, perché lo sport è parte della vita quotidiana e della comunità in cui tutti viviamo e non è solo portatore di valori positivi. Il mondo sportivo è fatto di persone che  veicolano valori, che possono essere positivi o negativi. Per questo dobbiamo impegnarci per mettere in campo, partendo proprio dal mondo sportivo, azioni concrete per fare quel salto culturale necessario a combattere questo fenomeno. La Carta olimpica afferma che lo sport è un diritto di tutte e tutti e che tutte le discriminazioni, di qualsiasi tipo, sono incompatibili con la pratica sportiva”.

In particolare nel mondo dei grandi sport di squadra, come calcio e basket, l’omofobia è ancora estremate radicata, nonostante aumentino i coming out. Ma tuttora nella NBA e nel calcio professionistico omosessualità e transessualità sembrano non esistere. Fare coming out non si rivela una scelta conveniente a preservare il gruppo e a garantire la continuità del rapporto economico e pubblicitario. Infatti spesso gli atleti si decidono a dichiararsi gay solo a fine carriera.

Proprio su questo tema si è concentrato il video messaggio di Albin Ekdal, centrocampista svedese della Sampdoria: “Nel nostro sport solo otto giocatori si sono ufficialmente dichiarati omosessuali, ma molti altri vorrebbero farlo, ma non si sentono liberi per paura delle reazioni negative – ha detto - Molti calciatori gay vivono nella paura. Come giocatore professionista ritengo essenziale contribuire a sensibilizzare il pubblico europeo sul tema dell'omofobia. In un mondo ideale nessuno dovrebbe sentirsi a disagio a dichiararsi omosessuale, che sia nella vita o nel calcio, ma purtroppo la realtà è molto diversa”.

GUARDA IL VIDEO DI ALBIN EKDAL

Nel suo video-denuncia il centrocampista ha spiegato che “questi giocatori sono preoccupati di diventare un bersaglio per gli insulti”, e dunque “si sentono obbligati a nascondersi, fuggire e vivere nella paura”. Ekdal chiede quindi di reagire e di usare l’istruzione “come una forza per un cambiamento positivo”. Una presa di posizione importante per un atleta di Serie A.

Anche Chiara Marchitelli, calciatrice dell'Inter, ha dichiarato: "Nello sport non conta quali sono le preferenze sessuali degli atleti ma quello che gli atleti fanno in campo". L'attore e scrittore Fabio Canino ha presentato il suo libro "Le parole che mancano al cuore", un romanzo che è anche un "viaggio nelle ipocrisie del mondo del calcio". "Di esempi concreti di omofobia ne potrei fare centomila - ha precisato l'artista - Purtroppo dagli spalti delle partite di calcio quando si vuole offendere qualcuno lo si offende o per il colore della pelle o per gli orientamenti sessuali, e ciò è diventato quasi un classico". Yves Lostecque, capo dell'unità sport della Commissione europea, ha chiesto di "non chiudere gli occhi di fronte agli aspetti spiacevoli dello sport come l'omofobia”. (A cura di Elena Fiorani)

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