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Sport e disagio mentale: i risultati di Sportivamente

Sono stati presentati a Roma, il 21 marzo, i risultati della seconda fase del progetto "Sportiva… mente: lo Sportpertutti per la qualità della vita delle persone nell’area del disagio mentale", progetto Uisp realizzato nell'ambito della Legge 383 di finanziamento delle associazioni di promozione sociale. Il progetto nazionale ha coinvolto un migliaio di utenti e i risultati dimostrano che lo sport migliora la qualità della vita di queste persone.

Sportivamente si propone come ricerca sul campo, e nello specifico, punta a valutare “l’efficacia delle attività sportive nel trattamento e cura delle patologie psichiatriche”. La seconda fase del progetto ha confrontato il percorso riabilitativo di due gruppi di utenti: il gruppo di controllo composto da persone con disagio mentale che non hanno partecipato all'attività sportiva; il gruppo sperimentale, composto da persone (uomini e donne) con disagio mentale che hanno partecipato ai laboratori di attività sportive nelle città di Milano, Como, Genova, Firenze, Taranto, Brindisi, Lecce, Palermo, Enna, Ragusa. In totale 230 pazienti. Le attività proposte sono state: calcio, nuoto, ginnastica, judo, pallanuoto, basket, pallavolo, atletica leggera.

Le variabili analizzate indicano un miglioramento tra gli utenti del gruppo sperimentale, rispetto a quelli del gruppo di controllo. Se può sembrare scontato il dato inerente la salute, con oltre il 40% degli utenti del gruppo sperimentale che hanno migliorato le proprie condizioni contro il 16% del gruppo di controllo, meno evidente, il dato relativo l'autostima: il 54,8% delle persone che hanno fatto sport, alla fine del periodo di valutazione, si sono sentite "contente di sé", rispetto al 24% di coloro che non hanno partecipato alle attività. Tra questi ultimi, il 52% è peggiorato sotto questo aspetto. Dato negativo che scende sotto il 10% tra coloro che hanno fatto sport. Per oltre la metà dei casi, sono migliorate anche le relazioni familiari. Un'attività fisica continuativa sembra essere anche una importante valvola di sfogo per le tensioni: il 43,6% dei pazienti ha fatto registrare una diminuzione degli episodi violenti (minacce, risse o danneggiamento di cose).

Giuliano Bellezza, responsabile settore Diritti sociali Uisp, ha tracciato un’analisi dei dati e dell’esperienza del progetto: “Con questa ricerca, l’Uisp ha scelto di mettere in discussione il proprio lavoro, ovvero di sottoporsi ad un’analisi dai presupposti scientifici definendo una procedura di indagine e le regole della verifica. L’obiettivo della ricerca era misurare e mettere in evidenza l’efficacia delle attività sportive dell’Uisp nel trattamento e cura delle patologie psichiatriche. In effetti abbiamo voluto imboccare una strada che avrebbe potuto portarci a una vera dicotomia: lo sportpertutti non è terapia, ma noi vogliamo misurarne gli effetti terapeutici. In realtà il presupposto valoriale del nostro approccio allo sport, ovvero l’attenzione alla persona e la promozione dell’uomo nella sua interezza, non è in conflitto con l’esigenza di confrontarci con i parametri della medicina e della ricerca scientifica. Certo, la cornice deve restare per noi quella che tracciava Basaglia: tutti diversi, nessuno normale”.

Scarica la sintesi dei risultati, la relazione di Fiorino Mirabella, psicologo e psicoterapeuta dell'Istituto Superiore di Sanità, nonché membro del comitato scientifico del progetto Sportivame…mente e l'analisi di Giuliano Bellezza.

Foto in home page di Andrea Sabbadini

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