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Sport sociale e disagio mentale: le voci del convegno romano

Matti per il calcio - Foto di Antonio Marcello"Promettiamo un impegno concreto per alimentare e appoggiare gli interventi sperimentali e di ricerca nel settore del disagio mentale". Questo uno degli elementi importanti emersi dall'intervento di Teresa Di Fiandra, della direzione generale del Dipartimento prevenzione del ministero della Salute, durante l'incontro di lunedì 25 giugno a Roma, "L'efficacia dello sport per tutti nei processi di inclusione e riabilitazione psicosociale. L'esperienza di Sportiva...mente".

L'incontro è stata l'occasione per presentare, con il patrocinio del ministero della Salute, la guida metodologica tratta dall'esperienza di Sportiva...mente, il progetto Uisp rivolto alle persone nell'area del disagio mentale. Durante la giornata, aperta dall'intervento di Maria Teresa Menzano, del programma Guadagnare salute-ministero della Salute, si sono succedute le esposizioni di scienziati, operatori, pazienti, che hanno partecipato alla realizzazione del progetto. Molte le voci provenienti da varia città d'Italia in cui Sportiva...mente è intervenuto proponendo l'attività sportiva come parte del percorso di riabilitazione per le persone in terapia per disagio mentale. L'elemento qualificante di questo progetto è sicuramente rappresentato dalla validazione scientifica a cui è stato sottoposto, evidenziato dall'intervento del dott. Giuseppe Cardamone, Direttore dell'unità operativa psichiatria USL 9 Grosseto: “È stato un progetto coraggioso, la decisione di sporcarsi le mani con la valutazione attraverso la ricerca scientifica, è un segno forte, da cui partire per formulare progetti sempre più ambiziosi”. Secondo Giuseppe Tibaldi, del Centro studi e ricerche in psichiatria Asl Torino 2, “il progetto Uisp è uno degli interventi non farmacologici nel nostro paese, rivolto all’ambito del disagio mentale. Una opportunità che, una volta dimostrata scientificamente la sua efficacia con studi complessi, va offerta a tutti, secondo un principio di equità e realizzata attraverso azioni in rete”.

Allacciandosi all'importanza dei dati la dott.ssa Di Fiandra ha ricordato che i progetti Uisp, come Matti per il calcio, vengono da lei già promossi come buone pratiche nel campo del disagio mentale, anche in contesti internazionali: "Continuiamo su questa strada, includiamoli nella programmazione a lungo termine: l'integrazione di tutte le pratiche terapeutiche nelle politiche per la salute sta finalmente diventando un fatto acquisito. L'elemento qualificante per le future proposte secondo me sarà il radicamento territoriale: perché le sperimentazioni devono essere fatte proprie dalle Regioni e inserite nella loro gestione quotidiana. Gli altri elementi sono la intersettorialità degli interventi e la proposta di percorsi complessi e articolati, basta con gli eventi spot, ma avanti con interventi di ampio respiro".

All’incontro ha presenziato anche Giovanni Panebianco, dirigente dell’ufficio sport del Consiglio dei Ministri, che ha presentato il primo Piano nazionale per lo sport: “Vogliamo concentrarci sullo sport come movimento, sana attività, abbattimento di steccati di natura socio-culturale. Lo sport è un diritto di tutti, dobbiamo favorire al massimo quelle persone che partono da condizioni di svantaggio e di difficoltà”. Il presidente nazionale Uisp, Filippo Fossati, ha risposto definendo il Piano per lo sport un passo importante: “È sempre mancata l’idea che lo sport abbia bisogno di programmazione. Per la prima volta un Governo riconosce la necessità di dare allo sport linee guida e avviare progetti; quello che potremmo definire un segno di ‘salute mentale’”. (di Elena Fiorani)


 

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