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"Stili di vita & salute": il worshop Uisp di Trento

Presentiamo un po' di dati: la sedentarietà accorcia la vita dai 3 ai 7 anni. Alcuni esempi di "diseguaglianze in salute", di Laura Battisti
Ecco alcuni dati che sono stati resi noti nel corso del workshop “Stili di vita & salute” organizzato dall’Uisp a Trento, il 20 giugno. I dati sono stati presentati da Laura Battisti, Osservatorio per la salute, Dipartimento salute e solidarietà sociale, Provincia autonoma di Trento:

1. La sedentarietà accorcia la vita dai 3 ai 7 anni.
- Chi è normopeso e sedentario abbrevia la sua vita di circa 3 anni rispetto a chi è attivo ma obeso. Chi è attivo e normopeso vive in media 7 anni più a lungo rispetto ai sedentari obesi.

2. Alcuni esempi di “Diseguaglianza in salute”: in quali fasce di popolazione è più diffusa la sedentarietà?
- La sedentarietà è significativamente più frequente in alcuni gruppi di popolazione: le persone più anziane (50-69 anni, 27%), le donne (25%), le persone con molte difficoltà economiche (30%), quelle con un titolo di studio basso o assente (32%) e gli stranieri (30%). 

3. Classificazione della popolazione: attivi, sedentari e parzialmente attivo. Il Centro Nord ha le percentuali più positive.
- I dati raccolti dal sistema di sorveglianza PASSI 2010-13 permettono la classificazione della popolazione in tre distinti gruppi, secondo queste percentuali:
1) persona attiva: 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni oppure lavoro pesante dal punto di vista fisico. Nelle regioni del nord Italia il 35% della popolazione di 18-69 anni può essere considerato attivo (rispetto al 33% in Italia).
2) sedentario: meno di 10 minuti di attività moderata o intensa per almeno 1 giorno a settimana; non svolge lavoro pesante dal punto di vista fisico. Nelle regioni del Nord Italia il 23% della popolazione è sedentario (31% in Italia).
3) parzialmente attivo: non sedentario, ma non raggiunge livelli della persona attiva. Nelle regioni del Nord Italia il 41% della popolazione è parzialmente attivo (36% in Italia).

4. Che fare? Incidere sugli stili di vita quotidiani: anche solo camminare va benissimo.
Una ricerca di 5 anni condotta su over 70 residenti in Australia dimostra che c’è una riduzione del 23% del rischio di morte per chi cammina ad una velocità superiore a 3 Kmh. Nessun decesso si è avuto per coloro che camminavano ad una velocità superiore ai 5 kmh. 

5. Che fare? Incentivare le opportunità di attività motoria.
Non sempre la percezione soggettiva del livello di attività fisica praticata corrisponde a quella effettivamente svolta. Tuttavia, circa il 52% dei parzialmente attivi e l'81% dei sedentari sanno che dovrebbero muoversi di più. Per ridurre la sedentarietà risultano particolarmente promettenti gli interventi finalizzati all’aumento dell’attività fisica legata agli spostamenti e alle attività quotidiane. Il contributo dell’Uisp per realizzare questa strategia è fondamentale. Come? Stili di vita attivi, ovvero più attività motoria e più sana alimentazione. (Esempio: progetto “Diamoci una mossa” Uisp realizzato dal 2006 con il coinvolgimento di 150.000 bambini e delle loro famiglie, in 1.740 scuole primarie, con il coinvolgimento di 13.000 insegnanti ).

Fonte: Laura Battisti, Osservatorio per la salute, Dipartimento salute e solidarietà sociale, Provincia autonoma di Trento (Istituto Superiore di Sanità – PASSI, Progressi Aziende Sanitarie Per la Salute in Italia).

 

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