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Uisp Emilia Romagna: educazione e sport nel deserto

Il 2 febbraio educatori Uisp partiranno per i campi profughi saharawi in Algeria. Un progetto di formazione su attività motoria e questioni di genere con un occhio anche sulla comunicazione.

 

Fornire educazione motoria e sportiva equa e inclusiva a bambini, giovani e donne è l'obiettivo con cui alcuni educatori dell'Uisp Emilia Romagna e dell'Uisp Reggio Emilia partiranno sabato 2 febbraio per visitare i campi profughi saharawi in Algeria. La zona del Sahara occidentale sta vivendo da più di quattro decenni una situazione di completo stallo: il Marocco continua a promettere accordi con la popolazione saharawi, ma queste parole si sono sempre dimostrate vuote. Un vuoto strategico che permette a Rabat di arricchirsi grazie alle risorse ittiche e minerarie del Sahara occidentale e che permette l'incursione di gruppi terroristi che nei campi profughi e nelle moschee trovano terreno fertile per fare proselitismo. Un vuoto che con il trascorrere del tempo toglie la fiducia, soprattutto ai giovani.

L'Uisp, insieme a diverse associazioni, promuove progetti nella zona dal 2009, concentrandosi, fino ad ora, sulla necessità di formare persone in loco per creare un sistema ludico-sportivo che permetta di educare al rispetto delle regole, alla capacità di gestire il conflitto e alla collocazione del singolo all'interno del gruppo. La delegazione che sta per partire lavorerà al rafforzamento della qualità dell'offerta educativa, diffondendo una concezione più ampia del benessere, del rispetto per l'ambiente, della prevenzione sanitaria. Inoltre, come accade da diversi anni, si darà sostegno allo sviluppo dello sport di genere e all'empowerment femminile, infatti metà dei partecipanti del progetto saranno donne.

Sono previste due azioni di formazione: una dedicata all'atletica, che ha già permesso a quattro atleti di partecipare ai Giochi del Tricolore di Reggio Emilia, e una dedicata alle squadre di donne di calcio a 5. La vera novità riguarda però il collegamento tra attività ludiche e istruzione, con un corso di formazione in giornalismo sportivo e comunicazione social dedicato ai giovani del campo. Un'innovazione importante, possibile ora che nei campi è arrivata la connessione internet, per attivare una cultura della narrazione con l'evento sportivo locale al centro, che integri la riproposizione della competizione intesa come contrasto e conflitto nell'immaginario locale e collettivo.

La rete di partenariato composta dall'Uisp, l'ong Cisp-Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, dalle organizzazioni di volontariato e dall'Università di Bologna, quest'anno viene estesa per la prima volta a tutti i Comitati territoriali Uisp, nonché a nuove associazioni e nuovi Comuni. Nei campi profughi, come sottolineato in diverse occasioni dal  Ministro dello sport del governo in esilio Mohammed Moulud Fadel, lo sport assume un valore particolare: non è solo attività fisica ma opportunità di socializzazione, occupazione e crescita. (di Ana Herceg, redazione Uisp Emilia Romagna)

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