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Uisp Lazio: "Sperimentare, nelle attività e nei rapporti"

Intervista a Natalino Nocera, presidente del comitato regionale
Una vita nella Uisp. E’ proprio il caso di usare questa espressione per Natalino Nocera, da oltre 40 anni attivo nell’associazionismo sportivo di base, eletto presidente del Comitato regionale Uisp Lazio nel corso del Congresso che si è svolto sabato 2 marzo. Nocera si è avvicinato alla Uisp in quanto appassionato di motociclismo, poi in qualità di dirigente di una società di ginnastica ritmica, disciplina a cui si sente molto legato perché, dice, “mi ha messo a contatto con un mondo per me agli antipodi: da uno sport tutto al maschile, ad una disciplina tutta al femminile”. Ha ricoperto il ruolo di presidente del comitato di Latina per poi essere nominato commissario dell’Uisp Lazio nel maggio 2011.
“Il congresso è stato costruito con l’apporto decisivo di tutti i presidenti dei comitati territoriali – spiega Nocera – Un congresso unitario cha ha ottenuto i risultati che tutti attendevamo e cha ha posto la premessa per un rinnovamento del gruppo dirigente”. Il nuovo consiglio direttivo composto da 17 membri, presenta un 60% di nuove facce, chi alla prima esperienza in un ruolo di responsabilità chi più “rodato’. Si apre ora un mandato che servirà a consolidare questo gruppo dirigente”. Una pecca: la presenza femminile ancora insufficiente. “Dobbiamo aumentare ulteriormente la partecipazione delle donne negli organismi dirigenti del comitato”.

Le priorità per il futuro? “Nel breve termine abbiamo intenzione di creare dei gruppi di lavoro su temi specifici e lavorare alla riorganizzazione delle Leghe. Entro la fine dell’anno, vogliamo organizzare un evento pubblico, in cui proporre nuove modalità per realizzare lo sportpertutti nel territorio del Lazio. Fino ad oggi ci siamo relazionati prevalentemente con i soggetti istituzionali che si occupano di sport, come gli assessorati competenti. Ma l’Uisp sa, che le sue attività chiamano in causa altri ambiti, altre istanze: lo stile di vita e la prevenzione delle malattie, che significano un vantaggio sociale per tutti e un risparmio per le spese della sanità. Ecco, dobbiamo ragionare su questi temi trasversali e confrontarci con i partner istituzionali. In fondo, non vogliamo far altro che ribadire uno degli slogan dell’Uisp: cambiare lo sport per cambiare la società”. (F. Se.)

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