Nazionale

Uisp Sardegna: un progetto che unisce escursionismo e ambiente

Grifoni spagnoli reimmessi in natura per salvare i nidi di Capo Caccia. Vicino ad Alghero due giorni per vivere il Parco regionale di Porto Conte

 

Gli hanno preparato la tavola imbandita e ora li invitano a mangiare. E a fermarsi in Sardegna. Sabato 14 aprile saranno liberati nella Prigionette del Parco naturale di Porto Conte, vicino ad Alghero, 14 grifoni arrivati sull'isola dalla Spagna nel 2016 nell'ambito del progetto Life “Under griffon wings”, finanziato dall’Unione Europea.  Il volo dei grifoni è l'occasione per conoscere meglio, oltre al programma Life Under Griffon Wings, finanziato dal Programma Life dell’Ue, anche il progetto Vivere il Parco, realizzato con il contributo della Fondazione con il Sud  e che mira alla tutela e conservazione del grifone anche attraverso il contributo attivo della comunità. Capofila è la Uisp Sardegna, in partenariato con l’Azienda speciale Parco di Porto Conte, l’Agenzia Forestas, la Uisp Comitato territoriale di Sassari e il dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Sassari.

In programma convegni e visite guidate al Parco. Per consentire la liberazione dei grifoni in tranquillità l’accesso di Prigionette sarà chiuso al pubblico e si potrà assistere al rilascio solamente da Monte Timidone e da Cala della Barca con ingresso da Tramariglio, grazie a un servizio di accompagnamento su prenotazione curato dalla Cooperativa Exploralghero e dalla Uisp regionale.

Il progetto mira ad aumentare la popolazione di grifoni sardi, che si è ridotta a circa 150 esemplari concentrati soprattutto nel territorio di Bosa e Villanova Monteleone, un numero considerato a rischio di estinzione. Si spera che i 14 rapaci si fermino sulle falesie di Capo Caccia e Punta Cristallo, dove al momento sono rimasti soltanto 6-7 esemplari, a causa della riduzione dei carnai e delle morti dovute ai bocconi avvelenati.

Spiega la dottoressa Fiammetta Berlinguer, veterinaria dell'Università di Sassari che si occupa del progetto Life “Under griffon wings”: "La popolazione dei grifoni sardi ha risentito negli anni passati del divieto di abbandonare le carcasse degli animali in seguito alla diffusione del morbo della mucca pazza. Passata l'emergenza e accertato che i grifoni sono preziosi per smaltire le carcasse, grazie al processo di sanificazione che avviene con la loro digestione, Francia e Spagna avevano tolto il divieto, l'Italia no".

Il gruppo della dottoressa Berlinguer aveva così avviato un progetto per istituire i "carnai aziendali". In accordo con la regione e gli allevamenti estensivi sono stati creati carnai recintati, lontani dai centri abitati e dal corpo aziendale, da falde acquifere ed elementi di disturbo per i grifoni, dove questi rapaci, che non sono predatori, possano nutrirsi. I carnai sono utili per sfamare i grifoni, ma anche alle aziende, che risparmiano sui costi di smaltimento delle carcasse.  (Fonte: Repubblica.it)

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