Nazionale

Uisp Trentino: un gol per l’accoglienza, intrecciando storie e culture

La storia dell’Intrecciante Asd sulle pagine di Monitor, supplemento settimanale de L’Adige, con le voci degli operatori e dei giocatori

 

Lo sport sociale promosso e organizzato dall’Uisp va oltre il risultato e la performance, e vede l’attività sportiva come un'occasione di condivisione e dialogo che non conosce muri o confini, supera le differenze di lingua, nazionalità e religione ed unisce le persone. In tempi in cui gli episodi di razzismo riempiono le cronache lo sport, è possibile tracciare una strada diversa che va nella direzione della solidarietà e dell'accoglienza, come accade a Trento dove, da un paio d'anni, si allenano e giocano i ragazzi di Intrecciante Asd, squadra di calcio formata da richiedenti asilo, operatori dell'accoglienza, studenti universitari e rappresentanti del calcio locale. La loro storia è stata raccontata sabato 1 febbraio dal supplemento settimanale del quotidiano L'Adige, Monitor. (per scaricare l'articolo clicca qui) Dal 2018 tra un allenamento e una partita, infatti, portano avanti un importante progetto di inclusione e dialogo interculturale, esempio di come lo sport possa davvero rappresentare un potente strumento di incontro e socializzazione fra giovani con storie e provenienze diverse.

Intrecciante è nata dall'iniziativa e della sensibilità di un gruppo di amici e colleghi impegnati per lavoro e volontariato nel sociale e nei progetti legati all'accoglienza dei richiedenti asilo sul territorio: “Già da qualche anno - racconta Serena Endrizzi, presidente dell'associazione - i ragazzi ospiti delle residenze Fersina e Brennero giocavano a calcio nell'ambito di tornei informali e manifestazioni attività organizzate dall'Uisp Trentino. Ad un certo punto però è maturata l'esigenza di andare oltre, provare a crescere e fare sul serio, non solo di giocare in un vero campionato, ma anche di confrontarsi e mescolarsi ad altri giovani trentini”.

È da questi ragionamenti, che Serena condivide con gli amici e colleghi Moussa Dia e Beatrice Pani, con l'allenatore Giorgio Postal e con il Comitato Uisp del Trentino, che nasce “Fare gol contro il razzismo”, progetto di sport e inclusione che ha vinto il bando della Fondazione Caritro e ha trovato la collaborazione dell’Uisp, di Atas Onlus e della Cooperativa Kaleidoscopio.

Intrecciante Asd nasce proprio intrecciando storie, sensibilità, provenienze, differenze, idee e soprattutto persone. “Oltre la squadra però - sottolinea Serena Endrizzi - a caratterizzare questo progetto inclusivo è anche il fatto che tutti sono coinvolti attivamente nella vita associativa e nei processi decisionali. Un ulteriore strumento per favorire responsabilizzazione e impegno sociale dei ragazzi”.

Ma la società vuole davvero intrecciarsi con il territorio e con le persone che lo abitano. Ecco perché dopo i due tempi canonici di 45 minuti ciascuno c'è sempre un terzo tempo che coinvolge la squadra avversaria, i tifosi e la comunità locale con una pizza e tante chiacchiere insieme. Oltre agli allenamenti e alle partite del campionato il gruppo partecipa anche ad iniziative e manifestazioni di altro: “Questo ci permette di far capire a tante persone il valore di questa esperienza" - racconta ancora Serena, mentre Aaron Giordani, anche lui parte dello staff di Intrecciante sottolinea l'importanza di potersi conoscere. “È un modo per raccontare agli altri che gli ospiti dei centri di accoglienza sono ragazzi come noi, in cerca di un lavoro e di una vita migliore, che vogliono integrarsi e studiare, ed è anche un modo per dire che c'è una Trento accogliente, aperta e sensibile. Il primo passo per superare paure e pregiudizi è proprio questo: entrare in contatto, conoscersi, includere”.

Oggi Intrecciante Asd è una realtà giovane, e allegra multiculturale, composta da una quarantina di giovani di cui 20 sono i richiedenti asilo e rifugiati provenienti soprattutto da Mali, Senegal, Costa d'Avorio, Guinea e Gambia, mentre gli altri 20 sono ragazzi e ragazze trentini e italiani. In soli due anni la squadra ed il gruppo sono cresciuti parecchio, non solo a livello tecnico, ma anche umano e sono oggetto di studio come best practice da parte dell'università di Copenhagen nell'ambito del progetto europeo Move Beyond. “Grazie ad Intrecciante come prima cosa ho imparato l'italiano - racconta Karim Dembele, 19 anni nato in Mali, portiere e capitano della squadra - ma soprattutto ho trovato amici, una famiglia vera che mi aiuta se ne ho bisogno e che anche io cerco di aiutare. Questa per me è una grande esperienza di vita, non è solo sport, ma un’occasione per conoscere altre persone, ragazzi come me che hanno sogni e desideri come i miei. Il mio sogno ora è finire le medie e continuare a studiare per prendere il diploma”. (A cura di Elena Fiorani. Fonte: Monitor, supplemento de L'Adige)

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