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Uisp Veneto: primo step del seminario sui temi della salute

Il Comitato regionale Uisp Veneto ha tenuto, giovedì 28 maggio, il primo di due appuntamenti rivolto ai dirigenti Uisp di oggi e domani

 

L'Uisp Veneto ha organizzato due appuntamenti on line per approfondire i temi legati alla tutela della salute e ai Piani regionali della prevenzione. Il primo si è svolto giovedì 28 maggio, mentre il secondo con il modulo “Rigenerare l’idea di città”, è in programa per venerdì 5 giugno. Si tratta di un ambito complesso e articolato, in particolare in questa difficile fase post emergenza sanitaria. I seminari sono frutto della sinergia creata in questi ultimi anni tra Regione Veneto e il Comitato regionale della Uisp, i relatori hanno approfondito molti aspetti del vivere sociale che sono stati messi in gioco dall’arrivo dell’emergenza sanitaria.

Gli ospiti in videoconferenza, moderati da Massimo Gasparetto dell’Uisp Rovigo, sono stati: Claudia Rutka, presidente Uisp Veneto; Stefano Pucci, responsabile politiche per la salute e l’inclusione Uisp; Laura Pennacchi, economista, filosofa, Fondazione Lelio Basso; Federica Michieletto, direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, veterinaria Regione del Veneto; Manuela Mazzetto, medico del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9 di Treviso; Ennio Ripamonti, psicosociologo dell’Università Cattolica di Milano; Paolo Peratoner, vicepresidente Uisp Veneto. Le conclusioni sono state a cura del presidente nazionale Vincenzo Manco, che ha affermato che l’esperienza del Veneto potrebbe essere un’esperienza che dal basso salga verso l’alto per essere replicata.

“Appuntamento positivo – ha commentato la presidente regionale Claudia Rutka - con tutti interventi di assoluto rilievo. Il lavoro in rete è molto interessante anche se può presentare problemi nuovi che ogni volta vanno superati, converrebbe che all’interno delle reti ci fosse un gruppo storico e solido che si consolidi nel tempo. Inoltre, si dovrebbe valorizzare l’ambiente di prossimità. L’esperienza che abbiamo appena vissuto ci ha detto che molte persone hanno recuperato il rapporto con la comunità nella quale vivono e contribuito a ricostruire un tessuto sociale che rischiava di perdersi”.

Stefano Pucci ha sottolineato l'importanza dell'appuntamento che si caratterizza per quella volontà di guardare avanti e di essere protagonisti nel medio lungo termine. "L’esperienza del Veneto è particolarmente virtuosa perché sperimenta forme di collaborazione con le istituzioni e la Regione Veneto con una serie di azioni che sono nate con questo protocollo e poi sono state calate sul territorio. Un’attività certo difficile e impegnativa, ma è il modello a cui tutta l’associazione deve guardare, perché si compone di tre elementi fondamentali: il primo è il riconoscimento istituzionale per la partecipazione attiva ai tavoli di co-programmazione e co-partecipazione e questo non è un elemento da sottovalutare. Il secondo punto caratterizzante è la progettualità di attività fisica, che è organizzata a 360°. Come quella del progetto presentato dalla Uisp Veneto alla Regione poche settimane fa, il quale va a toccare tutte le fasce di età e da' proprio il senso di intervento sulla comunità nella sua totalità, partendo dai giovani, arrivando agli adolescenti attraverso il parkour, fino agli anziani. Una categoria che quando uscirà da questa fase emergenziale sarà una di quelle più colpite e a loro ci si rivolge con progetti di ginnastica a domicilio che mirano al reinserimento nella vita sociale. Il terzo punto riguarda i modelli di rigenerazione urbana. Ho partecipato ai seminari dello scorso anno e anche da quel punto di vista la progettualità Uisp Veneto è di alta qualità".

Anche Massimo Gasparetto ha sottolineato alcuni passaggi degli interventi delle oltre quattro ore di lavori che hanno fornito molto materiale per degli studi che potranno svolgersi nel futuro. “Dopo questa pandemia molte questioni vengono riposizionate, perché ci sono tanti campi che riguardano il vivere delle persone, i rapporti tra le persone – ha detto Gasparetto - la crisi comporta anche delle grandi opportunità”.

I linguaggi, le parole che noi usiamo per descrivere tanti fenomeni, come “guerra” per la lotta contro il virus, denotano una visione dualistica del fenomeno, noi contro il virus. Mentre a cominciare dall’intervento di Laura Pennacchi, sono state inquadrate una serie di questioni che ispirano il vivere delle persone e le parole che usiamo per connotarci. Ha fatto così un excursus nella filosofia, dalla Grecia, all’Illuminismo, da Max Weber (Karl Emil Maximilian Weber è stato un sociologo, filosofo, economista e storico tedesco, 1864 – 1920 n.d.a.) ad Amartya Sen (Amartya Kumar Sen è un economista, filosofo e accademico indiano nato nel 1933 n.d.a.), sino ai filosofi contemporanei denotando come ci voglia una maggiore coerenza tra i valori e le parole che usiamo, in particolare la parola “cura”. Sullo sfondo c’è l’homo economicus il quale pensa solo al profitto, come valore di riferimento, mentre si dovrebbe passare a una visione più “umana”, che prediliga i rapporti di interdipendenza tra le persone e le organizzazioni e apra a un’idea di bene comune, di bene collettivo. Questo potrebbe portare a un riposizionamento non solo dell’economia, ma anche di tanti aspetti del lavoro delle organizzazioni e delle persone stesse. Pennacchi ha parlato con soddisfazione di quanto sia stato importante che in questo periodo l’Europa abbia approvato il Recovery Fund, dimostrando attenzione non solo verso i paesi più poveri, le persone in difficoltà, e le disuguaglianze, ma anche una vera e propria scelta politica che fa ben sperare. Ha sottolineato, inoltre, il ruolo della donna in questa potenziale rivoluzione che permetterebbe di avviare dei processi non solo di sussistenza ma che portino a dei lavori di qualità per la vita delle persone e dell’ambiente.

Federica Michieletto ha illustrato come l'emergenza sia un’opportunità per ridefinire, nel momento in cui tutto si è fermato, la storia stessa della promozione della salute alla luce della necessità di lavorare sugli stili di vita, non solo per far fronte all’epidemia e comunicarla meglio, ma anche per incidere sui comportamenti delle persone, permettendo loro di arricchire il proprio benessere, dove la salute non è un fine, ma un mezzo per stare bene. L’alleanza con l’Uisp ha permesso di promuovere questa progettazione condivisa che è un modo per promuovere la salute.

È poi intervenuta Manuela Mazzetto, medico con cui l’Uisp Veneto collabora da anni, la quale partendo dall’esperienza di Treviso, ha ragionato su come la città sarà il luogo in cui i cittadini potranno sperimentare comportamenti sani. Grazie anche al lavoro della Uisp, gli spazi della città saranno i luoghi dove le persone torneranno non solo a reincontrarsi, ma anche a muoversi. Un contesto da studiare e conoscere bene in un momento in cui ci sono tanti cambiamenti strutturali.

“Da una situazione di criticità nascono anche delle opportunità – ha concluso Gasparetto - Per esempio le persone in questo periodo hanno mangiato di più perché era una delle poche cose che si poteva fare, ma contemporaneamente molti si sono accorti che avendo più tempo per cucinare si può mangiare meglio, e si ha anche più tempo per stare in famiglia, recuperando uno spazio sociale di affetti e benessere che molte volte nella corsa ci dimentichiamo di avere”. Il vice presidente regionale della Uisp, Paolo Peratoner ha affrontato il tema dei valori della Uisp, del terzo settore e delle reti che si intreccino nel nuovo codice del terzo settore. Il secondo appuntamento è previsto per venerdì 5 giugno, con il modulo “Rigenerare l’idea di città”.  (A cura di Alessandro Torre, comunicazione Uisp Veneto)

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