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“Un goal al giorno”, con Asvis verso il 2030

Dopo la presentazione del Rapporto 2019, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile lancia una serie di approfondimenti sui 17 obiettivi

 

Nel suo percorso verso i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia migliora in alcuni campi (salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale), peggiora in altri (povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri) ed è stabile per l’educazione e la lotta al cambiamento climatico. È quanto emerge dal Rapporto ASviS 2019, che fotografa e analizza l’andamento del Paese rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) dell’Agenda 2030, presentato il 4 ottobre. Evidenti sono i ritardi in settori cruciali per la transizione verso un modello che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, e fortissime restano le disuguaglianze, comprese quelle territoriali. L’Italia resta quindi lontana dal sentiero scelto nel 2015, quando si è impegnata ad attuare l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi per la lotta al cambiamento climatico.

Per promuovere l’azione e la riflessione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile Asvis ha lanciato l'iniziativa "Un Goal al giorno", che fornisce un'analisi tematica sulla posizione italiana e regionale rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e proposte concrete per l'attuazione dei singoli Goal, tratte dal Rapporto ASviS 2019. Sul sito dell'ASviS e sui social viene pubblicato ogni giorno un approfondimento su uno degli Obiettivi. I più recenti sono quelli dedicati al Goal 8, lavoro diginitoso e crescita economica, e al 7, energia pulita e accessibile.

Il Rapporto ASviS 2019 evidenzia un sensibile peggioramento per quanto riguarda il Goal 8 in Italia nel periodo 2004-2017. Questo è dovuto in larga parte alla crisi economica, che ha veduto un drammatico crollo del Pil per occupato ed elevati livelli di disoccupazione. In particolare, i giovani disoccupati che non studiano, né si formano (Neet) hanno raggiunto i livelli più alti tra tutti i Paesi Ue. Inoltre, permangono fortissime differenze territoriali, con le regioni del Mezzogiorno ben distanti da quelle del Centro e del Nord in termini di output economico e di occupazione.

Con la Legge di Bilancio 2019 sono stati introdotti il Reddito di cittadinanza e la riforma del sistema pensionistico “Quota 100”. Sebbene l’intento sia di favorire l’occupazione, incoraggiare il ricambio generazionale e alleviare la povertà, le due misure rischiano di non riuscire a offrire benefici corrispettivi ai costi che impongono alle finanze pubbliche. In particolare, rimangono seri dubbi sull’efficacia della turnazione tra lavoratori anziani in uscita e giovani in entrata previsti dalla riforma del sistema pensionistico e sulle capacità del RdC di favorire l’offerta di lavoro e riuscire ad aiutare adeguatamente i giovani. L’ASviS ritiene fondamentale adottare un piano nazionale per l’occupazione per aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro, specie nelle regioni dove la disoccupazione compare con preponderanza anche agendo sull’attuale sistema formativo scolastico e post-scolastico. Questo offrirebbe una speranza all’ampia platea di giovani attualmente disoccupati, e avrebbe ricadute positive sia sul brain drain  nazionale che sul Pil nazionale.

Guarda la video intervista al coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 8, Luciano Monti 

Per quanto riguarda il Goal 7, l’Europa è impegnata a realizzare una economia “climaticamente neutra” entro il 2050, riducendo già nel 2030 le emissioni del 55% rispetto al 1990. Questa transizione pone problemi sociali importanti, per non gravare pesantemente sui ceti più deboli. È necessaria e urgente una sostanziale revisione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, per adeguarlo ai più ambiziosi obiettivi europei. La pianificazione delle misure di mitigazione deve integrarsi con il Piano Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici, i cui strumenti partecipativi vanno utilizzati appieno. Il Pnacc, già presentato nel 2017, deve urgentemente essere portato in approvazione ed essere sostenuto da uno strumento normativo che ne prescriva l’attuazione in tutte le strategie e piani territoriali nazionali, regionali, locali e settoriali. Nessuna novità si registra anche per l’adeguamento del contributo italiano all’obiettivo di finanziare con 100 milioni di dollari all’anno entro il 2020 il Green Climate Fund necessario per assistere la transizione energetica dei Paesi in via di sviluppo.

Guarda la video intervista al coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 7 e 13, Toni Federico

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