Uisp Siena e nuoto paralimpico, un binomio vincente

Un’attività riservata a quei disabili che hanno già sviluppato un percorso in acqua capace di renderli autonomi e che, per questo, hanno un rapporto con l’acqua ormai interiorizzato e naturale. Si tratta di persone che conoscono l’acqua ormai da molti anni, grazie soprattutto al legame con l’infanzia o post-infanzia, garantito dal sostegno dei genitori, delle figure mediche, delle professionalità legate al settore e delle istituzioni territoriali che considerano l’utilizzo dell’elemento acqua fondamentale nella terapia.

Attraverso l’acqua infatti, si stimola la capacità senso-motoria e si migliorano le capacità di relazione, percezione ed interazione degli individui, favorendo la costruzione di un’immagine positiva di sé. Per ogni atleta si incoraggiano le abilità espressive, il controllo cosciente delle proprie azioni, la motivazione al movimento, l’interazione con il mondo circostante e uno sviluppo psico-fisico armonioso. Una persona disabile che diventa atleta ricerca nella sana competizione la propria personalità, la possibilità di scaricare tensioni, frustrazioni e aggressività, un supporto per considerare la propria condizione un’opportunità esistenziale, per affrontare al meglio le situazioni di disagio, imparando a conoscere sé stessi e i propri limiti, ad affrontare le proprie paure.

L’attività natatoria paralimpica permette alle persone con disabilità di uscire dall’isolamento: si tratta di un’attività sportiva con campionati, competizioni e manifestazioni che hanno una rilevanza ed evidenza su tutto il territorio. L’attività sportiva diventa, così, un’occasione d’incontro e favorisce i processi di integrazione, rappresentando uno strumento di riabilitazione sia fisica che psicologica. Attraverso il recupero di funzioni perdute e l’acquisizione di abilità nuove. L’individuo ritrova la fiducia in sé stesso e accresce la propria autostima, ponendosi alla pari rispetto al resto della società, con i propri sogni e aspirazioni che non sono legati alla propria condizione, ma che vanno oltre, considerando la propria disabilità come un punto di partenza ormai acquisito e superato.

Il progetto del nuoto paralimpico è indicativo di una nuova concezione della disabilità che va affermandosi con sempre più forza. Essa non è più vista come una condizione patologica e di disagio sociale, ma come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. Questo passaggio concettuale è indicativo delle opportunità offerte ad un territorio da questo progetto: un ambiente inclusivo, sensibile alle categorie più deboli, educato all’accettazione delle diversità, consapevole dell’importanza dello sviluppo della persona umana, lontano da facili pregiudizi. Questa è propriamente la ricaduta sociale di un progetto che aumenta sensibilmente la qualità della vita di tutti i soggetti presenti sul territorio stesso.

Come dicevamo, a Siena esiste già una squadra composta da 8 atleti paralimpici, con disabilità motorie e intellettivo-relazionali (Jacopo Meucci, Mario Borghi, Alessandro Turci, Chiara Santini, Sara Bajri, Simone Carminucci, Salvatore Pantaleo, Giulia Benincasa), ma il gruppo è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi mesi. Gli atleti si incontrano per gli allenamenti con cadenza trisettimanale, in spazi acqua appositamente dedicati e seguiti da uno staff di tecnici qualificati che hanno conseguito un brevetto di Allenatore FINP rilasciato dal CIP (Andrea Bindi, Romina Bondini, Valentina Mancini, Francesco Sica).

La programmazione della stagione sportiva in corso prevede l’affiliazione dei tecnici e degli atleti alla FINP, l’iscrizione e la partecipazione al Campionato Provinciale e Regionale Toscano e l’organizzazione sul territorio di manifestazioni ed eventi finalizzati alla conoscenza del progetto e al coinvolgimento di tutta la cittadinanza.