Che cos'è diventato il calcio? Mentre l'Uisp è al lavoro per preparare i Mondiali Antirazzisti (6-10 luglio a Castelfranco Emilia, Modena) sono in corso gli Europei in Francia e i temi d'attualità non mancano, dalla protesta sociale che attraversa il paese transalpino agli scontri tra tifoserie e forze dell'ordine. I risultati delle partite sembrano essere diventati lo sfondo di questa manifestazione globale.

Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp e dei Mondiali Antirazzisti: "Cresce il rischio emulazione, bisogna stare attenti a gestire con intelligenza gli eventuali episodi che potrebbero succedere ad ogni partita. La repressione è utile quando accadono fatti violenti ma sarebbe importante attivare un meccanismo di accoglienza, a disposizione dei tifosi che vanno a vedere le partite, che accomuni le tifoserie e accompagni gli ultras verso l’evento sportivo. Ai Mondiali Antirazzisti da venti anni noi accogliamo tutte le diversità, tutti i gruppi e le comunità sono rappresentati, dagli ultras ai migranti. È un vero laboratorio di intercultura, sport, socializzazione: è un esempio cui la stessa Uefa potrebbe ispirarsi maggiormente e sperimentare per le sue manifestazioni internazionali. Alimentare intorno agli eventi atmosfere di socialità e comunicazione abbassa il livello di aggressività, crescente tra i nuovi nazionalismi e favorisce un clima di scambio e amicizia”.

I Mondiali Antirazzisti, con la loro carica positiva di sport, allegria e festa, tornano dal 6 al 10 luglio a Castelfranco Emilia (Mo): si tratta della ventesima edizione della kermesse multiculturale organizzata dall’Uisp, dove si incontrano le squadre degli ultras di tutta Europa, e non solo, per giocare e ricordare a tutti che lo sport è di tutti, nessuno escluso, e serve ad unire le persone. 

Venerdì 17 giugno Uno Mattina Estate, la trasmissione di Rai1, ha ospitato Raffaella Chiodo, presidente della rete Fare (Football Against Racism in Europe) ed anche lei ha fatto riferimento ai Mondiali Antirazzisti: GUARDA IL VIDEO

“Fare è una rete di associazioni, squadre e tifoserie, che ha denunciato da tempo il problema - dice Raffaella Chiodo - ha il quadro del fenomeno, con realtà diffuse in tutta Europa, Germania, Ucraina, Polonia. Purtroppo vengono sottovalutati i collateralismi tra tifo estremo e frange politicizzate di estrema destra che proclamano il razzismo esplicito. Combattere questo fenomeno è una processo lungo. In Italia il fenomeno c’è e non si risolve con la criminalizzazione di tutte le tifoserie, anche perché la maggior parte dei tifosi va allo stadio per sostenere la propria squadra. Bisogna usare lo sport in tutte le sue forme possibili per cercare di includere, l’Uisp risponde a questi fenomeni organizzando i Mondiali Antirazzisti durante i quali si gioca a calcio, e non solo, per combattere ogni forma di discriminazione e razzismo".

Per il sociologo Mauro Valeri si tratta di “un fenomeno che è stato sottovalutato dalle forze di polizia francesi, maggiormente concentrate su altri fenomeni come Isis e proteste sociali”. Valeri è stato ospite martedì 14 giugno della trasmissione di Rai Uno, Uno mattina. GUARDA IL VIDEO 

“Ci sono due fenomeni che si sovrappongono - ha detto Valeri – il modello hooligans, con le vendette trasversali tra tifoserie, e i più preoccupanti hooligans russi. C’è il ritorno di un nazionalismo esasperato: si è rotto qualcosa nei rapporti tra le varie tifoserie e si torna a scontrarsi per rivendicare la propria appartenenza nazionale. Tutto questo è legato alla crescita dei movimento xenofobi in Europa. In questi paesi ci sono molte tensioni sociali e la parte più debole sfoga la frustrazione attaccando gli avversari o unendosi agli altri per attaccare le forze dell’ordine”.