Progetti

Terzo Tempo: realizzati interventi in sette istituti minorili

Il progetto nazionale Uisp si è concluso il 31 dicembre 2016. Parlano R. Elia e F. Maratea
Il 31 dicembre si è concluso il progetto nazionale Uisp “Terzo tempo: azioni innovative per lo sport negli istituti di pena minorili”, finanziato da Fondazione con il Sud, Ministero della Giustizia, Dipartimento della Giustizia Minorile e Enel Cuore onlus. Il progetto è nato per dare continuità ad un filone consolidato di interventi Uisp in questo campo, teso a favorire il recupero sociale della popolazione carceraria minorile riproponendo alcune delle efficaci azioni sperimentali validate nell'esperienza pluriennale pregressa: dalla pratica sportiva nei centri ed istituti all'educazione alla legalità, fino alla formazione mirata all’inserimento lavorativo e all’imprenditorialità sociale. Gli istituti di pena minorili coinvolti sono “Paternostro” di Catanzaro; “Malaspina” di Palermo; “Bicocca”di Catania; “Nisida” di Napoli; “Pratello” di Bologna; “Quartuccio” di Cagliari; IPM di Pontremoli.

A Catanzaro le attività si sono svolte all’interno dell’IPM “Paternostro”, coinvolgendo circa 150 ragazzi, e presso la comunità ministeriale di Catanzaro, raggiungendo altri 50 giovani: “L’intervento ha permesso l’installazione di una palestra all’interno dell’istituto, attrezzata con il necessario per diverse attività di fitness - dice Riccardo Elia, responsabile del progetto - Inoltre, abbiamo completato la realizzazione di un campo di calcio a 5 in sintetico. Le attività sono iniziate un po’ in ritardo per il completamento di questi lavori e si sono concentrati sul calcio a 5 e la palestra. Abbiamo anche avuto l’opportunità di avviare un laboratorio di riuso di carta e plastica, che è stato seguito con grande interesse. Hanno creato oggetti artistici, tra cui delle bici di carta che sono state consegnate in occasione della partenza del giro d’Italia 2016 da Catanzaro al direttore del Giro, e a rappresentanti delle istituzioni catanzaresi. Il nostro comitato lavora da oltre vent’anni con i ragazzi dell’Ipm, ma grazie al progetto siamo entrati in contatto con i ragazzi in affido presso la comunità ministeriale di Catanzaro. Questi giovani hanno partecipato al laboratorio di riuso ed hanno anche preso parte alle camminate ecologiche organizzate dall’Uisp Catanzaro, oltre a collaborare per la realizzazione grafica delle brochure”.

“Il bilancio dell’esperienza siciliana è senz’altro positivo – dice Fabio Maratea, presidente Uisp Sicilia – è stata una proposta che abbiamo potuto replicare in più territori e un’occasione di arricchimento, per noi e per tutta la comunità di cui facciamo parte. Siamo intervenuti negli istituti minorili di Palermo e Catania: nel primo abbiamo ristrutturato la palestra proponendo attività ginniche, inoltre c’è stata la possibilità di praticare nuoto nella piscina scoperta all’interno del carcere. La piscina non veniva utilizzata da due anni per carenza di fondi, infatti l’impianto ha bisogno di manutenzione costante: grazie al nostro intervento negli ultimi tre anni i ragazzi hanno potuto fare attività natatoria, da giugno a settembre, quando era più difficile svolgere altri sport per via del forte caldo. A Catania abbiamo portato a termine diverse opere di miglioria degli impianti per incrementare le attività dei detenuti, che si sono concentrate su ginnastica e esercizi da palestra”.

“La soddisfazione più grande è stata l’opportunità di inserimento lavorativo legata al progetto - conclude Maratea - Infatti, al di là delle attività sportive sono state condotti anche percorsi formativi per la consegna di brevetti di assistente bagnanti. I ragazzi diplomati, grazie alla nostra rete di contatti associativi, sono riusciti a trovare lavoro in circoli privati affiliati Uisp. Il progetto ci ha dato la possibilità di confermare che lo sport, oltre ad essere utile alla salute dei ragazzi e alla loro convivenza civile all’interno del carcere, può creare anche opportunità di lavoro, una volta finita la detenzione. L’Uisp lavora nel carcere da molti anni, ma il nostro impegno è stato implementato con la parte formativa permessa dal progetto, allargando la platea dei ragazzi coinvolti e diversificando le attività proposte, ad esempio con la formazione”. (Elena Fiorani)

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