Progetti

Capitan Uncino il bilancio del progetto

Una sperimentazione per l'associazione e i ragazzi. L'innovazione ha dato buoni risultati. Interventi di D. Rossi e M. Tommasi

“Capitan Uncino è stato un progetto complesso, una sperimentazione anche per l’associazione. Che cosa abbiamo imparato? Che possiamo percorrere strade nuove e, se lo facciamo con rigore e passione, possiamo ottenere risultati sempre migliori”. Con queste parole Daniela Rossi, responsabile del progetto, apre il suo bilancio di “Capitan uncino: in mare aperto per tutte le abilità”, progetto 383 che vedrà la sua spettacolare conclusione sabato 18 e domenica 19 maggio nel porticciolo di Santa Marinella (Rm) con il varo delle nove barche costruite dai ragazzi con disabilità e normodotati. “Desideravamo fortemente che i ragazzi fossero coinvolti sin dall’inizio in una progettazione partecipata – spiega Daniela Rossi - Tanti gli elementi che abbiamo messo in campo: una metodologia basata sul fare, l'inclusione e integrazione di adolescenti con disabilità, la metafora della filibusta che introduce i temi della collaborazione, della responsabilizzazione, della leadership, la capacità di fare equipaggio trovando aiuto e protezione nel gruppo, il tutto nel rispetto delle regole. Abbiamo proposto ai ragazzi coinvolti di prendere parte a processi nuovi offrendo in cambio uno spazio di libertà, di fantasia: il mare è ricerca, curiosità, possibilità di aprire orizzonti e la vela è il mezzo per fare squadra e mettersi in viaggio. Tutti i partecipanti hanno vissuto bene la nostra proposta, ne è sorto un felice processo di identificazione, motivato dalla condivisione di un obiettivo comune”.
“I coordinatori locali hanno svolto un ottimo lavoro nel coinvolgere i ragazzi, motivarli fino ad arrivare alla prova della navigazione. Sono stati messi in relazione maestri d’ascia e studenti, operatori Uisp e insegnanti: una mescolanza di saperi, anche tra le varie città, che ha dato ottimi frutti".

Cosa rimarrà del progetto?
“Mi auguro che le barche diventino un patrimonio a disposizione di comitati e Lega vela Uisp, con cui coinvolgere altri ragazzi, creando un circolo virtuoso - conclude Daniela Rossi - Spero che il progetto abbia costruito radici che permettano ai ragazzi di approfondire la cultura del mare e della vela e di inserirsi nel sistema Uisp. Il nostro intento era trasmettere voglia di scoprire nuove passioni, altre competenze e abilità, per compiere altri viaggi e aprire nuove prospettive, senza timore di mettersi alla prova”.

Marco Tommasi, formatore nazionale degli istruttori vela Uisp, ha rielaborato il progetto di costruzione delle barche adattandolo alle esigenze dei ragazzi disabili. Tommasi è stato ospite della trasmissione radiofonica di Radio1 Rai "Zona Cesarini", mercoledì 15 maggio, illustrando contenuti e obiettivi del progetto Uisp. "Abbiamo scelto la metafora della filibusta perché a quel tempo gli equipaggi sceglievano democraticamente il proprio comandante, che non godeva di nessun privilegio e poteva essere rimosso in qualsiasi momento, come anche il quartier mastro, una sorta di delegato sindacale che mediava tra le esigenze dell’equipaggio e il comandante. Sabato si terrà la festa finale con il varo delle barche e le presentazioni del lavoro fatto, compresa la parte non navigante, che è altrettanto importante: la barca, infatti, è solo uno degli aspetti del lavoro”.
Per ascoltare l'intervento di Marco Tommasi clicca qui.

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