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Come realizzare un evento di sport antirazzista: l'esperienza dell'Uisp

Il progetto Eyess si è concluso con la presentazione di un video formativo su come replicare la formula dei Mondiali Antirazzisti Uisp

 

Lo sport sociale Uisp e le buone pratiche sul terreno dell'inclusione e dell'accoglienza: è quanto emerso dall’incontro on line organizzato in occasione dell’evento finale del progetto europeo Eyess, di cui l’Uisp è capofila, che si è svolto lo scorso venerdì 19 febbraio. Durante il webinar, al quale hanno partecipato tra gli altri Vincenzo Manco (Uisp), Triantafillos Loukarelis (Unar) e Grazia Naletto (Lunaria) che nel luglio scorso hanno dato vita all'Osservatorio Nazionale contro le discriminazioni nello sport, è stato mostrato il video con le indicazioni e consigli per replicare una manifestazione sportiva per l'inclusione. 

Infatti il cuore del progetto è stata proprio la metodologia con la quale da vent'anni l'Uisp organizza i Mondiali Antirazzisti, valorizzando lo sport come strumento di inclusione e occasione di incontro.

I partner europei hanno potuto vivere e studiare personalmente la festa Uisp in occasione dei Mondiali Antirazzisti che si sono svolti a Bosco Albergati nel 2019, con l’obiettivo di replicarne la formula nei propri paesi, focalizzando l’attenzione non sulle singole attività ma sulla metodologia da proporre. Il fair play, la capacità di costruire network, le attività sportive destrutturate e autoregolamentate sono, infatti, principi cardine che si possono applicare a realtà differenti. 

Inoltre, il progetto ha previsto la realizzazione di una serie di strumenti utili per realizzare un evento di sport solidale, tra cui il video formativo, realizzato proprio sul campo. In sette minuti vengono fornite le indicazioni fondamentali per mettere in piedi un’iniziativa complessa e dalle molte specificità, che richiama migliaia di giovani da tutta Europa e quindi necessita di attenzione su vari aspetti pratici, organizzativi ed anche burocratici.

GUARDA IL VIDEO 

“La cosa fondamentale è che ci sia la gioia di mettere in piedi l’evento - dice Daniela Conti, politiche internazionali Uisp - serve passione da parte degli organizzatori e delle squadre e la flessibilità di tutti per trovare soluzioni alternative e veloci, di fronte a intoppi o problematiche si potrebbero verificare”. 

Di solito nei Mondiali Antirazzisti sono coinvolti circa 250 volontari: “In particolare nell’ultima settimana prima della manifestazione, quella in cui materialmente bisogna costruire la festa, tutti quelli che nei mesi precedenti si sono occupati dei vari aspetti organizzativi scendono sul campo fisicamente, perchè la festa si costruisce insieme e anche grazie alla collaborazione delle squadre partecipanti”.

Ma il lavoro inizia molti mesi prima, come spiega Carlo Balestri: “Si parte con l’identificazione della location, per noi da diversi anni è quella di Bosco Albergati, poi vanno selezionati possibili bandi pubblici da cui recuperare delle risorse, oppure sponsor privati, perchè nella prima fase di costruzione di un evento è molto importante valutare la sua capacità di essere sostenibile dal punto di vista economico”.

Ci sono poi molte questioni logistiche e organizzative, legate agli spazi a disposizione e alle attività che si vogliono mettere in campo, da quelle prettamente sportive a quelle culturali con incontri ed eventi, fino all’ospitalità per le squadre che arrivano dall’Italia e dall’estero. 

Un altro aspetto importante è legato alla comunicazione dell’evento: “Se vogliamo che le squadre partecipino numerose è necessario promuovere l'evento attraverso i social - spiega Daniela Conti - in alcuni casi anche contattare le squadre che già ci conoscono, per rimettere in moto tutto e far partire il coinvolgimento delle società. C’è, inoltre, una consistente parte burocratica, che si concretizza in permessi da richiedere, normative sulla sicurezza da rispettare, obblighi SIAE, perché noi facciamo anche musica; c’è da prendere accordi con l'ambulanza, stipulare un'assicurazione, in pratica tutto quello che comporta organizzare un evento sportivo, seppur non competitivo come il nostro”.

Il video fa parte del toolkit EYESS, un insieme di strumenti diversi, composto da: ebook, valigetta, libretto, scivolo, infografica. (di Elena Fiorani)

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