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Il "nuovo movimento", tra app e associazionismo sportivo

Contapassi e whatsapp creano occasioni di attività fisica, l'associazionismo territoriale le consolida. Progetto Active Voice e azioni di advocacy

Che rapporto c’è tra associazionismo sportivo e app che si occupano di sport, salute e “contapassi”? Parliamo proprio di quelle diavolerie ormai alla portata di tutti, che ognuno può scaricare sul proprio telefonino.  E se fossero una modalità di “nuovo movimento”? 

“I gruppi whatsapp e le app specializzate sono positivi come coinvolgimento delle persone, ma poi occorre consolidare questo avvicinamento alla pratica. Per questo è determinante il ruolo dell’associazionismo sportivo sul territorio, che consente a questo tipo di pratica di passare dall’occasionale al continuativo, attraverso le relazioni tra le persone”, come dire: dal polpastrello sul telefonino all’attività motoria con altre persone il passo è più breve di quello che sembra. Lo ha speiegato bene nel suo intervento Andrea Sanquerin, dirigente dei servizi tecnico sanitari della Regione Toscana, in occasione nel convegno “Diritto umano al movimento e al gioco: dalle strategie sull'attività fisica dell'Oms al piano d'azione, il ruolo della società civile”, promosso dalla Uisp a Firenze nell’ambito del progetto europeo Active Voice, a due anni dall’adozione di queste strategie e in vista dell’approvazione del relativo piano d’azione, a maggio 2018. L’incontro si è tenuto il 22 ottobre ed è stato organizzato nell’ambito dei lavori del Consiglio nazionale della Uisp.

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Il “nuovo movimento” si fa spazio e crea nuove opportunità di sviluppo all’associazionismo sportivo: lo ha ribadito anche Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, nel suo intervento: una nuova idea di attività fisica, come ha ben sottolineato l’Istat nei dati sulla pratica sportiva 2017. Tra praticanti continuativi (20 milioni) e sedentari (23 milioni) si colloca infatti una fascia intermedia di 15.600.000 persone che praticano un’attività fisica leggera, come camminare. “Il ruolo dell’Uisp è quello di essere interlocutore degli enti locali, tra cittadini e scelte politiche che affermino l’idea di città più sane e vivibili”. Cioè di esercitare un ruolo di advocacy capace di influenzare le istituzioni, con autorevolezza e credibilità, come hanno spiegato Raffaella Chiodo, coordinatrice del progetto Active Voice e Mogens Kirkeby, presidente dell'Isca, che ha ribadito l’importanza dell’impegno sociale nel segnare strategie, raccomandazioni e piani d'azione.

Di “nuovo movimento” ha parlato anche Damiano Sforzi, responsabile sport Anci Toscana, presentando l’esperienza della “metropolitana a piedi”, un modo per infrastrutturare le città in maniera più accessibile e salutare, anche per favorire l’integrazione. “Cambiare stile di vita è normalmente faticoso, per questo occorre farlo entrare nella quotidianità di tutte le persone”, ha concluso Sforzi.

Qualificati i relatori che hanno dibattuto su questi temi, a partire dalla presidente di Eupea, Rose Marie Repond, ha ricordato il ruolo fondamentale della scuola, e dal responsabile Stili di vita e inclusione sociale della Uisp, Stefano Pucci, ha fatto una panoramica sulle azioni che possono essere messe in atto per garantire istruzioni regionali e nazionali.

E’ toccato poi a Filippo Fossati, membro della Commissione Parlamentare Affari Sociali, analizzare le azioni che possono essere portate avanti in Parlamento per impegnare i Governi. In un videointervento  Raffaella Basana, assessore allo sport, educazione e stili di vita, del Comune di Udine, si è espressa sul concetto di diritto al gioco. Infine Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp, che ha concluso parlando delle buone pratiche, dalla dimensione locale a quella globale.  (I.M.)

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