Progetti

Se la scuola affonda, "Diamoci una mossa" insieme all'Uisp

L'Uisp risponde alla crisi della scuola e ai tagli con il progetto "Diamoci una mossa": per l’anno scolastico appena incominciato saranno quasi 27.000 i bambini coinvolti in una delle tre fasi della campagna Uisp, finalizzata alla promozione di uno stile di vita attivo e di una corretta alimentazione tra gli alunni della scuola primaria. Cinquemila ragazzi in più rispetto allo scorso anno. Abbiamo raccolto le opinioni di chi a vario titolo è coinvolto nella realizzazione della campagna per coglierne aspetti positivi, criticità, prospettive.

 

Ascoltiamo la voce di chi promuove il progetto, a livello nazionale e territoriale, ed il riscontro di un organismo locale, come la Uls 20 di Verona: si parla di prospettive e delle difficoltà dovute alla scarsezza dei fondi ma anche del radicamento che il progetto ha raggiunto a questo punto. Daniela Rossi, dell’Ufficio progetti Uisp, è la responsabile della campagna: “La tenuta e l’ulteriore ampliamento della platea dei partecipanti alla campagna, nonostante la situazione disastrosa delle scuole, i tagli sugli enti locali nonché l’emergere di progetti concorrenti, sono risultati dovuti principalmente al grande lavoro dei comitati, capaci di sviluppare e reinventare il progetto stesso, alla qualità dei contenuti, e più in generale alla qualità delle politiche educative dell’associazione. Una qualità riconosciuta anche da scuole e Asl”.

Il dialogo con le Aziende sanitarie è fondamentale, come dimostra il rapporto con l’Uls 20 di Verona, che coordina il Progetto nazionale promozione attività motoria. Si tratta di un intervento biennale, nato dall’accordo tra la presidenza del Consiglio dei ministri (Dipartimento della Gioventù) ed il ministero del Lavoro, e delle Politiche sociali. Per adesso coinvolge sei regioni (Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Lazio, Puglia e Marche). “Diamoci una mossa” è una delle azioni previste dal progetto. “Per quello che ho potuto constatare nella nostra azienda – spiega la responsabile Lucia De Noni del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 20 di Verona - la campagna è stata accettata positivamente innanzitutto perché non gravava sui bilanci delle famiglie e delle scuole. Caratteristica questa che ne ha favorito la diffusione oltre le aspettative. In un secondo momento è emersa inoltre la soddisfazione dei genitori, colpiti dal fatto che i loro bambini portassero a casa n otizie e input su questi argomenti. In pratica i bambini la vivono non come attività curriculare ma come un’esperienza da poi riportare in famiglia. C’è da dire infine che molti insegnati si sono sentiti aiutati. Poiché sono tematiche che loro devono comunque trattare si sono potuti in parte sgravare di un’incombenza, peraltro con una soluzione molto accattivante”.

Nell’ambito del Progetto nazionale promozione attività motoria si inserisce la convenzione, in via di approvazione, tra l’Uisp e la regione Puglia. “Grazie alla convenzione – afferma Vincenzo Liaci, presidente Uisp Puglia – riusciremo ad estendere la campagna anche al comitato di Brindisi, coinvolgendo altri 200 bambini. Attualmente, la campagna è portata avanti dai comitati Gargano, Valle D’Itria e Lecce”. “E’ importante che l’istituzione ponga tra le sue priorità una campagna come questa – aggiunge Liaci – Nella recente riunione della Consulta regionale sullo sport, si è discussa di una programmazione comune tra assessorato allo sport e assessorato alla sanità per la promozione dell’attività motoria tra i minori”.

Sul piano nazionale la situazione è resa particolarmente difficile dai tagli del governo. “Nonostante tutte le difficoltà è necessario andare avanti. A Firenze città abbiamo portato a termine l’esperienza incominciata tre anni fa - ci dice Simona Monco, referente della campagna per l’Uisp Firenze – Stiamo lavorando per cercare di continuare in alcuni comuni della provincia, come Pontassieve, Fiesole, Rufina. Con il cambio amministrativo avvenuto a giugno dello scorso anno è scomparso l’assessorato di riferimento per la campagna, con le deleghe alla partecipazione e al consumo critico. L’assessorato all’educazione si è visto costretto a tagliare anche progetti già avviati. Con gli insegnanti non ce la siamo sentita di chiedere un contributo alle famiglie che qui a Firenze già pagano per il materiale di cancelleria. Le amministrazioni ormai stanno raschiando il fondo”.

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