Progetti

Spin Women: scarsa inclusione delle donne migranti nello sport

Nel corso del 2019 i partner del progetto europeo Spin Women, di cui Uisp è partner, hanno condotto sul proprio territorio nazionale sette focus group per identificare le barriere esistenti al coinvolgimento delle donne migranti e rifugiate nelle attività sportive e le possibili strategie per superarle. In ognuno dei paesi coinvolti è stato realizzato un focus, al quale hanno partecipato diversi esperti “addetti ai lavori”, come tecnici sportivi, educatori, coordinatori di progetto.

I risultati dei diversi focus group sono stati analizzati e confrontati da Victoria Schwenzer, ricercatrice dell’Istituto tedesco Camino (partner del progetto) che ha realizzato il report “Equal access and participation of migrant women and girls in sports” (Accesso paritario e partecipazione allo sport di ragazze e donne migranti)

“Tutte le donne e le ragazze hanno diritto di accesso alla pratica sportiva, indipendentemente dalla propria origine – si legge nelle conclusioni del report – ma la presente ricerca ha dimostrato come, nella realtà dei fatti, ci sono molte barriere che impediscono alle donne di esercitare questo diritto. Tali barriere provengono da più parti: dalle strutture sportive organizzate così come dalle famiglie di origine o dal contesto “allargato” della società ospitante. Una prospettiva intersettoriale mostra come le diverse forme di discriminazione tendano a concorrere e a rinforzarsi le une con le altre (Crenshaw 1989), per cui vanno comprese e affrontate come una serie di fattori che si influenzano reciprocamente. Questa prospettiva pone una serie di sfide allo sport organizzato, sfide che in parte devono ancora essere riconosciute”.

“In seguito all’aumento dell’arrivo dei rifugiati dal 2015 in poi, per esempio, diverse associazioni sportive hanno dato vita ad attività a loro rivolte, ma le donne e le ragazze sono state raggiunte con molta difficoltà. Nella maggior parte dei casi, non sono nemmeno state considerate come “target” delle attività. “Attività sportiva per rifugiati” significa, nella maggior parte dei casi, attività sportiva per “giovani maschi rifugiati”. Nell’ultimo periodo, sebbene permanga un forte squilibrio, qualcosa è cambiato: alcuni dei progetti rivolti ai rifugiati stanno provando ad adattare le proprie attività alle donne, e sono partiti alcuni progetti rivolti esclusivamente a donne e ragazze”.

“In questo report sono presenti diverse strategie, attuate con successo in diversi paesi europei, per contrastare lo squilibrio, eliminare le barriere esistenti ed incrementare la partecipazione femminile alle attività sportive. Queste strategie vogliono essere delle raccomandazioni per le associazioni sportive e le organizzazioni che lavorano con i migranti, perché è solo se esse si impegnano a diventare più aperte verso le donne e ad offrire attività più differenziate che il diritto ad un’equa partecipazione può diventare una realtà”.

Per scaricare il pdf del report clicca qui

Il progetto Spin Women è cofinanziato dalla Commissione Europea (Erasmus +), e vede l’Uisp partner di VIDC (Austria – capofila), Camino (Germania), FAI (Irlanda), Likkukaa (Finlandia), Mahatma Ghandhi for Human Right Organisation (Ungheria), Sindiacato dos Jogadores (Portogallo). (Layla Mousa)

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