Comitato Territoriale

Reggio Emilia

ALLUVIONE NEL SAHARA

Circa 25.000 persone in emergenza nei campi profughi saharawi di Tinduf, in Algeria, a causa delle piogge che proseguono da venerdì scorso

della redazione Uisp Emilia-Romagna


BOLOGNA - Migliaia di famiglie senza un riparo, case, scuole e ospedali sgretolati dall'acqua, crisi alimentare e rischi igienici. È questo il bilancio dell'alluvione che ha colpito  tra il 16 e il 20 ottobre i campi profughi saharawi di Tindouf, in Algeria coinvolgendo complessivamente, secondo le stime dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, circa 25.000 persone. "Il numero di persone che necessitano di assistenza - avverte l'Unhcr - potrebbe aumentare nei prossimi giorni dal momento che si prevede che le piogge, cominciate lo scorso venerdì, continueranno per tutto il fine settimana, almeno fino a domenica".

Un'emergenza che va solo ad aggravare la condizione perennemente precaria del popolo saharawi che da circa 50 anni aspetta la messa in atto della risoluzione dell'Onu che nel 1966 gli riconosceva l'indipendenza. Il 1975 segna infatti per la popolazione del Sahara occidentale l'inizio del conflitto con il Marocco non disposto a concedere autonomia alla Rasd (Repubblica democratica araba dei saharawi). Esito delle ostilità fu proprio la creazione dei campi profughi oggi in piena crisi umanitaria.

Nelle quattro "province" Auserd, Dakhla, El Ayun e Smara in cui vivono circa 200.000 saharawi rifugiati in Algeria la Uisp, assieme a Peace Games, lavora dal 2009 con progetti di educazione sportiva. L'obiettivo è quello di formare figure professionali e organizza attività di calcio, pallavolo, giochi tradizionali, ciclismo e atletica per circa 6.000 bambini. "Attualmente - afferma Ivan Lisanti, responsabile Uisp delle Brigate internazionali della pace, ora in viaggio per Tindouf - il nostro progetto coinvolge 30 donne che lavorano regolarmente nelle scuole, otto gestori di impianti, un coordinatore e due responsabili di un centro di documentazione sportiva. Alcuni di loro verranno in Emilia-Romagna il prossimo aprile per un corso di formazione ma per il momento l'emergenza da affrontare è un'altra".

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