Comitato Territoriale

Reggio Emilia

CITTADINANZA AGLI IMMIGRATI.

L'UISP DI REGGIO EMILIA INTERVIENE CON UN APPELLO:

"Segnalateci tutti i casi di discriminazione sportiva"

Dal "diritto di sangue" al "diritto di suolo". In questi giorni apprendiamo che il Parlamento italiano sta finalmente discutendo sull'opportunità di modificare i requisiti del diritto di cittadinanza. La prospettiva avanzata da alcuni parlamentari sarebbe quella di passare dallo ius sanguinis allo ius soli, la differenza sta in una particella, ma il risultato non è certo banale.
Grazie a questa modifica legislativa ogni bambino nato in Italia avrebbe diritto alla cittadinanza italiana. Una prospettiva che ha la dimensione di un sogno che si avvera per la così detta "seconda generazione", vale a dire i figli di immigrati nati nel Belpaese, oggi circa 900mila.
Il problema, molto sentito anche sul nostro territorio, ha mosso una partecipazione che negli ultimi mesi è sfociata nella campagna "L'Italia sono anch'io" e di recente in un accorato monito del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che è intervenuto usando parole inequivocabili: "Negare questo diritto è un'autentica follia, un'assurdità".

Sul nostro territorio il tema è molto sentito anche nel mondo sportivo, che ha assistito ad episodi di discriminazione nei confronti di giovani atleti, a cui oltre alla cittadinanza è stato negata la soddisfazione di un titolo sportivo assolutamente legittimo o di un posto in nazionale. E' questo il caso di Ejeh, ghanese di 16 anni che milita in una polisportiva reggiana, J. nigeriana di 17 anni che corre nelle specialità dei 60,100, 200 metri, Sirin e Selma, compagne nella squadra di pallamano femminile di Rubiera. Ragazze e ragazzi di origine diversa, ma nati e cresciuti nel nostro Paese anche se figli di genitori stranieri e per questo immeritevoli della cittadinanza italiana. A questi ragazzi sono state negate non solo delle soddisfazioni, ma anche un'identità oltre che dei diritti.

Mauro Rozzi, presidente del Comitato Uisp di Reggio Emilia e tra i membri sottoscrittori della campagna "L'Italia sono anch'io" interviene sul tema sostenendo che: "L'Uisp è da sempre in prima linea sulla lotta per la difesa dei diritti, nello sport e nella società. Un impegno che si concretizza attraverso campagne, iniziative e manifestazioni che hanno il comune denominatore dello 'sportpertutti', una per tutte i Mondiali Antirazzisti".

Per quanto riguarda Reggio Emilia il Comitato funge infatti da "antenna" all'interno della rete regionale attraverso lo sportello anti-discriminazione dell'Emilia Romagna. Professionisti ed esperti sono a disposizione presso la sede di via Tamburini, per offrire appoggio e consulenza a chi si sente vittima di discriminazione razziale nell'ambito sportivo.

Il presidente Rozzi lancia, da questo punto di vista, un vero e proprio appello: "invitiamo i figli di immigrati e le loro famiglie a segnalarci i problemi che riscontrano nel praticare sport, le discriminazioni e le vicissitudini burocratiche che incontrano quotidianamente e che impediscono loro di vivere lo sport secondo un principio di uguaglianza sociale". Secondo Rozzi, infatti, è necessario partire dalle storie e dai contesti territoriali per intraprendere un percorso di riforma dello sport al quale il Coni e le Federazioni non possono esimersi.

"Non possiamo nasconderci dietro i burocratismi - dichiara con forza il Presidente del Comitato di Reggio Emilia -. L'Uisp non chiede il passaporto ai propri tesserati. Se c'è la volontà di farlo anche i regolamenti delle Federazioni e del Coni possono essere cambiate. Non servono tavoli allargati o discussioni trasversali, è sufficiente averne la volontà, e questo vale soprattutto nei contesti territoriali".
Una larga fetta della popolazione si vede oggi negata la possibilità di una integrazione reale. Situazione ancora più grave quando colpisce le nuove generazioni, a cui viene sottratta un'identità che sentono propria e che è un tassello imprescindibile nello sviluppo della personalità.

L'appello dell'Uisp di Reggio Emilia è accorato: " E' compito di tutti, mondo sportivo incluso, prodigarsi affinché si creino le condizioni per una società multi-etnica basata sull'uguaglianza dei doveri, ma anche dei diritti".

Federica Imbrogli

Pubblicato sulla Gazzetta di Reggio giovedì 1 dicembre

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE
CAMMINIAMO INSIEME

PALESTRA SOTTO IL CIELO

Banner Palestra Sotto il Cielo

UN ANNO DI CORSA

NEWSLETTER

PROGRAMMA 2024

AGGIORNATI SEMPRE