Comitato Territoriale

Reggio Emilia

Comunicato congiunto CONI, CIP, Enti di Promozione Sportiva dell'Emilia-Romagna

redazione UISP Emilia-Romagna

C.s. congiunto CONI, CIP, Enti di Promozione Sportiva dell’Emilia-Romagna:
Aics, CSI, Endas, PGS, UsAcli, Uisp

 

Una road map per lo Sport 

«La ripresa tenga conto dello sport come strumento di benessere psicofisico e nella sua valenza economica per il territorio» 

Bologna, 27 aprile 2020 – È una lettera congiunta, a firma del CONI, del Centro Italiano Paralimpico e dei principali Enti di Promozione Sportiva della Regione Emilia-Romagna (Aics, CSI, Endas, PGS, UsAcli e Uisp),quella indirizzataa Stefano Bonaccini, che ha tenuto per sé, anche per il secondo mandato, la delega allo Sport, segno di particolare attenzione al tema.

«Partiamo dall’assunto, purtroppo spiacevole, per cui nel nostro Paese non trova ancora pienamente diritto di cittadinanza la visione dello sport come fattore non solo di integrazione sociale, ma anche come fattore di creazione di salute e sani stili di vita», si legge nella lettera. Un pensiero confermato dalla gogna popolare e mediatica cui, in questi mesi, sono stati sottoposti gli sportivi di tutti i livelli, additati «come irresponsabili mossi dalla volontà di attentare alla salute pubblica». Invece, secondo il CONI, il CIP,  e gli enti di promozione sportiva Aics, Csi, Endas, Pgs, Usacli e Uisp, ora più che mai è necessario vedere lo sport come strumento di prevenzione, addirittura di cura di alcune patologie, che non cessano di esistere, nonostante la presenza del Covid-19. Si pensi al diabete, all’ipertensione, all’obesità, tra l’altro fattori che aumentano il rischio di contagio. Il pericolo è quello di trascurarle e trascurarsi, portando ad un peggioramento dello stato di salute generale della popolazione. Senza trascurare gli aspetti psicologici e sociali: quella dei firmatari della lettera è una «forte una richiesta di normalità», in un dibattito dove la voce dello sport manca. «Si discute di ripartenza di Serie A, Giro d’Italia, Formula Uno. Tutto legittimo: ma dobbiamo anche iniziare a considerare le ragioni dei bambini, dei ragazzi, dei disabili, degli amatori, dei dilettanti, dei professionisti e degli appassionati che fanno sport per la propria salute e per il bene della comunità. Pensiamo in particolare ai più giovani, a cui sono state sottratte in un colpo le relazioni scolastiche, le opportunità sportive, culturali, sociali, e pensiamo che questi ragazzi non hanno voci corali o rappresentanze associative in grado di far pesare le loro ragioni sui tavoli nazionali di trattativa», dicono i promotori della missiva. Che disegnano una road map in 7 punti per la ripresa:

  1. In merito all’attuale regime di limitazioni in vigore, emanare FAQ o circolari interpretative, cheaiutino a togliere dall’ambiguità le persone che provino amantenersi in salute, pur volendorispettare in toto le disposizioni vigenti (in particolare magaricon una definizione più chiara di attività motoria permessa e del concetto di prossimitàall’abitazione). In questo senso rimaniamo sempre dell’idea che losport solitario, lontano daiparchi e nel rispetto del distanziamento sociale e della eventuale necessità di DPI, dovrebbeavere in ogni caso diritto di cittadinanza (anche solo per evitare un sovraccarico fra un annodel sistema sanitario e territoriale per l’eccesso di sedentarietà della popolazione oggi).
  2. In merito invece alla fase due, proponiamo che, nella riapertura delle attività, non si facciano discriminazioni fra discipline sportive in quanto tali, ma che sipermetta a tutti gli sport di trovare forme e modi di allenamento e pratica, nelrispetto di norme generali che verranno emanate a livello nazionale, quali possono essereappunto il distanziamento sociale, il divieto diuso di spogliatoi, la sanificazione dei locali,l’uso di spazi all’aperto o altre misure che si riterrà importante implementare. (…)
  3. In merito a quella che potrà essere chiamata “fase 3”, l’auspicio è che al più prestosia ripristinata la normalità per tutte le attività sportive: uso di impianti e spogliatoi, libertà di gioco e contatto fisico. A nostro avviso, in caso di nuove risalite dei contagi dacovid-19, bisognerà concepire provvedimenti mirati,eventualmente su base geografica o pertipologia di attività o di utenza, ma che rivestano il caratteredell’eccezione, senza criteri universalistici di nuovolockdowngeneralizzato.
  4. Centri estivi, problema famiglie e accudimento dei figli in attesa della ripresa della scuola:occorre trovare la formulatecnica, organizzativa, normativa e di sicurezza igienico sanitaria adeguata a proporre soluzioni idonee. Il terzo settore tutto - con particolare riferimento al mondo sportivo - è in grado di contribuire adeventuali tavoli di progettazione, nonché di gestione di nuoveforme di servizio alle famigliepresso scuole, aziende, parchi, centri sportivi
  5. Il problema delle idoneità medico sportive agonistiche: in questi mesi di stopla maggioranza dellecertificazioni sarà scaduta e l’assenzadella idoneità, unita alla lunga lista diattesa per ottenere una visita, renderà impossibile per molti atleti, giovani ma non solo,riprendere l’attività. Chiediamo di studiare fin daora provvedimenti normativi od organizzativi che permettano di anticipare ed evitare ilproblema: in caso la proroga di tutti i certificati per decreto sia esclusa, sarà necessariotrovare forme di mobilitazione di nuove risorse o strutture pubbliche e private da coinvolgere. Occorrerà prevedere la possibilità di avere la visita gratuita anche presso centri privati convenzionati,oppure ancora considerare l’ipotesi di rafforzare ilpersonale interno dei centri di medicinadello sport pubblici.
  6. Regole per vacanze sportive ed eventi: anche per questo tema, non chiedendo unariapertura tanto incondizionata quanto rischiosa, chiediamo che si possano avere regolemolto chiare, tempi precisi, che si possa tenere in considerazione anche le ragioni di questaparte specifica dello sport, che impatta su turismo e settore alberghiero.
  7. In merito ad altre misure che potrebbero essere sollecitate alle autorità nazionali, pensiamo che sarà opportuno fare sistema e cercare di evitare il più possibile il frazionamento delle risorse, con Ministero Sport, CONI e Sport e Salute che possonocoordinare un tavolo di lavoro di tutti i soggetti che finanziano lo sport di base e sociale inItalia: massimizzando le risorse disponibili, con meno sovrapposizioni sulle medesime azioni.

L’occasione sarebbe del tutto propizia anche per ridefinire il ruolo dell’associazionismo sportivo mettendo mano e concludendo a breve l’iter parlamentare di riforma del sistema sportivo. Sarebbe poiinteressante sul piano finanziario costituire con leva ICS e fondi a garanzia dello stato,plafond di finanza a tasso zero per esigenzedi liquidità corrente e gestionale (non finalizzataa costruire nuovi progetti o nuovi impianti). Vediamo, infine, come necessaria una grandechiarezza e semplicità delle nuove norme nazionali, per evitare eccessi diburocrazia,distorsioni applicative sovraccarico di responsabilità indebite nella complessa fase diripartenza del post emergenza.

L’auspicio del CONI, del CIP, dell’Aics, Csi, Endas, Pgs, Usacli e Uispè, dunque, che la Regione tenga in considerazione «le ragioni dello sport, che è anche motore economico ad alto impatto sociale, capace di produrrerisorse che garantiscono occupazione a centinaia di migliaia di giovani, far girare un significativoindotto di servizi, nonché rappresenta un fattore fondamentale dicoesione sociale, formazionegiovanile, promozione di sani stili di vita e in ultima analisi quindi, di salute».

Chiosa del Presidente Uisp Emilia-Romagna Mauro Rozzi: "La Uisp, fin dai primi momenti di questo evento straordinario, si è messa a disposizione della Regione per collaborare, sia sulla gestione delle emergenze in ambito sportivo che per la realizzazione di progetti e ipotesi di lavoro sulla ripartenza. In questo periodo ci si è concentrati prioritariamente a porre maggiore attenzione sulle famiglie e sulle Associazioni sportive, ma è necesario attivare al più presto un confronto con i gestori degli impianti sportivi del nostro territorio per farsi trovare pronti alla ripartenza, anche dal punto di vista delle strutture sportive."

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