Comitato Territoriale

Reggio Emilia

IL MONDO DELLE DISCIPLINE ORIENTALI UISP

“NON È CERTO QUESTO IL MOMENTO PER RIAPRIRE LE NOSTRE PALESTRE”

Tra le discipline sportive maggiormente in sofferenza in questa crisi pandemica, ci sono certamente le discipline orientali. Nel pianeta Uisp a Reggio Emilia, parliamo di oltre 1200 atleti delle varie società sportive (nelle annate "normali" più di 2000) che da ormai tre mesi non possono svolgere attività nelle attinenti palestre, prime ad aver chiuso perché le arti marziali si annoverano fra la categoria degli “sport a contatto”.

Il mondo delle discipline orientali reggiane vanta figure di primo piano a livello nazionale in ambito tecnico e dirigenziale e nel 2018 ha organizzato nella nostra città i campionati italiani di Judo con oltre 700 atleti partecipanti.  Dirigenti e tecnici intendono ribadire anche in questo momento così delicato, la scelta di non riprendere ad alcun livello l'attività agonistica, nonostante per molti atleti si sia aperta l'opportunità per le pratiche sportive di interesse nazionale. Scelta basata essenzialmente sull'etica di responsabilità che caratterizza Uisp ed in particolare le arti marziali, che incarnano valori fondamentali come il rispetto, la solidarietà, la lealtà, l'attenzione ai più deboli e alle categorie svantaggiate.

È un grande sacrificio e provoca enorme sofferenza dover lasciare a casa gli atleti, ed in particolare bambini e adolescenti - dicono in modo unanime i responsabili di varie società sportive - ma oggi questa è la scelta giusta da fare vista la diffusione ancora così estesa del virus ed i pericoli cui andiamo incontro. Non è cercando furbe scorciatoie che aiutiamo lo sport e tutta la comunità ad uscire presto da questa situazione".

Tutela della salute e responsabilità sono oggi le parole d'ordine nonostante i segnali allarmanti che arrivano dai praticanti. "In questa seconda fase dell'epidemia il disagio e il senso di abbandono e di solitudine dei nostri ragazzi è decisamente prevalente. Cerchiamo in ogni modo di tenerci in contatto e di fare attività online ma oggi è tutto molto più difficile, soprattutto a livello psicologico" - aggiungono i dirigenti. 

“Il mondo sportivo è all'allarme rosso per la tenuta di un'intera generazione e per l'associazionismo sportivo ma non è il momento di mollare o cercare le scappatoie per ritornare in palestra: ci sono valori e livelli di attenzione connessi al ruolo che ricopre lo sport, non negoziabili e che richiedono sacrifici oggi per essere migliori domani”.    

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