Comitato Territoriale

Reggio Emilia

Minardi: "Investiamo sui tecnici ed educatori sportivi per uno sviluppo sostenibile e sani stili di vita".

Il Presidente risponde all'appello del vescovo Camisasca per la ricostruzione di una "Reggio futura" con attenzione alla questione ambientale.

 

La comunità reggiana ha sempre dato prova di coesione e di solidarietà all'uscita delle crisi. C'è nella nostra cultura la capacità di unirsi, la fiducia nelle istituzioni, la ricerca di soluzioni più avanzate in campo sociale ed economico. Ora però questa pausa forzata ci pone davvero, come sottolinea l'appello di monsignor Massimo Camisasca, la necessità di un supplemento di riflessione e di autocritica. Io mi auguro che porteremo con noi nella fase che si sta aprendo una nuova consapevolezza del senso del limite, dell'abuso generalizzato che stiamo facendo delle risorse naturali e degli ecosistemi, in una rincorsa circolare (il riferimento al proliferare delle rotonde chissà non è così involontario) a nuovi consumi per soddisfare falsi bisogni. Dobbiamo andare più forte, dobbiamo essere più competitivi, abusiamo della modernità e delle nuove tecnologie fino a diventarne schiavi, non le padroneggiamo più, sono loro ormai che danno il ritmo a noi.

Penso che non siamo lontani da una presa di coscienza civica sulla nostra qualità della vita, eppure ancora le nostre abitudini si replicano, coperte da un alibi apparentemente inscalfibile: ci vorrebbe un'azione comune per incidere davvero su temi così rilevanti come l'inquinamento e lo sviluppo sostenibile e poi forse gli effetti benefici li vedrebbero solo le future generazioni. Non ci sono ovviamente prove scientifiche per legare la diffusione del virus all'inquinamento atmosferico (ma ci sono studi in tal senso), ma è inaccettabile per l'insieme delle istituzioni, delle forze progressiste e per le reti associative nel loro complesso non mettere oggi al primo posto un piano "rivoluzionario" per affrontare la questione ambientale. Non serve il fondamentalismo - sappiamo che anche la conformazione orografica è un dato che gioca a sfavore  -, serve partire da quello che è nelle nostre reali possibilità: se davvero le istituzioni trainano i cittadini seguono, anche mettendosi realmente in discussione nei propri stili di vita.

Temo che non sia più tempo di spot (domeniche ecologiche o iniziative puntiformi sempre benedette) ma di produrre un lungometraggio dove iniziamo a concretizzare le metropolitane di superficie, a eliminare drasticamente le combustioni domestiche inquinanti (più del 90 % del PM10 generato dal settore del riscaldamento domestico deriva dai piccoli apparecchi a legna), a ridurre le emissioni nel comparto produttivo. Misure ed azioni che arrivano "dall'alto", si dirà, ma poi tocca anche a noi dal basso a muoverci, e tra questi io credo che anche il mondo sportivo nel suo insieme può fare la sua parte. Oggi molte società sportive di base stanno lottando letteralmente per sopravvivere e se serve certo allestire una rete di sostegno, occorre provare a gettare il cuore e la testa oltre l'ostacolo virus. Sono diverse centinaia le associazioni sportive sul territorio reggiano, pensiamo alla forza e alla ramificazione capillare di tecnici, educatori, allenatori, volontari che ogni giorno si rapportano a loro volta con i cittadini che fanno attività motoria.

C'è voluto il Covid-19 perchè in tanti si accorgessero che esiste nel circuito sportivo di base una generazione di ragazzi precari che ha investito in studio, formazione, competenze e che potrebbe essere, perchè no, anche un team di educatori che promuove nuovi stili di vita, organizza eventi sostenibili, favorisce le buone pratiche quotidiane, contrasta il vero male del nostro tempo che è la sedentarietà e quindi la cronicità delle malattie. Vogliamo finalmente riconoscere diritti e tutele a questi ragazzi, assegnargli un quadro normativo e lavoristico che ne valorizzi il ruolo sociale che ricoprono nel nostro sistema di welfare? Investire su questa generazione non è solo darle solidità e prospettive (e di riflesso la si dà anche alle società sportive di base) ma formare anche una rete di educatori cui non è demandato solo l'insegnamento della tecnica e l'educazione ai valori dello sport, ma il saper gestire relazioni complesse di gruppo, sostenere l'evoluzione psico-motoria dei più deboli, aiutare il "corsista" a trovare la chiave per stare meglio con se stesso e con gli altri. Una squadra diffusa di ragazzi e ragazze che gode tra l'altro della stima, dell'affetto e della fiducia da parte di bambini e adulti, una condizione ideale per favorire la trasmissione di buone pratiche.

L'attività motoria è, appunto, un "motore" potentissimo di crescita e di cambiamento individuale, e i luoghi deputati non sono solo gli impianti sportivi, ma sono le scuole, i centri sociali, i parchi urbani, i condomini, i luoghi di lavoro, gli spazi pubblici da riqualificare e da ripensare. Cittadini che si muovono sono cittadini più consapevoli e motivati nell'adottare stili di vita sani, nell'utilizzare la mobilità alternativa alle automobili, a fare un uso attento delle risorse naturali, a fare la raccolta differenziata, a usare abitudini alimentari più corrette, a regolare aria condizionata e riscaldamento per consumare di meno... insomma ad essere buoni cittadini. Ovviamente non partiamo da zero: grazie anche a noi di Uisp ci sono esperienze e progetti in tanti quartieri e tante realtà, ma trasformare queste iniziative in un progetto sistematico e capillare della città porterebbe ad una "semina" ben più fruttuosa in termini di nuova consapevolezza sugli stili di vita. Un progetto di cui Università e ASL insieme alle Istituzioni pubbliche dovrebbero essere il fulcro perchè è dai centri del sapere e della ricerca che si parte per disegnare uno scenario virtuoso.

Peserà certamente questa nuova fase di distanziamento sociale e di protocolli che ci limiteranno e che produrranno danni ingenti anche alle attività sportive: enti e società sportive si inventeranno qualcosa di nuovo ma non perdiamo tempo per progettare la fase 3 che dovrà costruire una società più attenta allo sviluppo sostenibile e più educata al benessere delle persone.

Azio Minardi

Presidente Uisp Reggio Emilia

 

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