Comitato Territoriale

Reggio Emilia

NETWORK DELLE CITTA' INTERCULTURALI

NETWORK DELLE CITTA' INTERCULTURALI, A REGGIO EMILIA LA CONCLUSIONE DEI TRE GIORNI DELLA SCUOLA DI BUONE PRASSI. FRA LE NUOVE ADESIONI AL FORUM DI COLLABORAZIONE, ANCHE QUELLA DEL COMUNE DI MILANO


“Abbiamo svolto tre giorni di confronto serrato ed estremamente costruttivo, che è partito dalle esperienze amministrative e culturali delle diverse città ed è arrivato alla ricerca di linee di indirizzo comuni sul tema del dialogo interculturale e dell’integrazione negli ambiti della vita sociale più diversi: dalla scuola di ogni grado all’educazione, dagli interventi nei quartieri delle città alla sicurezza, dalla cittadinanza alla condivisione di diritti e doveri eguali per tutti i cittadini, alla conoscenza reciproca. Abbiamo trovato condivisione sulle indicazioni del Consiglio d’Europa che in tema di immigrazione indica chiaramente alcune linee prioritarie: rispetto delle leggi, apprendimento della lingua, partecipazione alla vita civica e valorizzazione delle diversità culturali. Ci siamo basati e arricchiti reciprocamente con la forza delle buone prassi, nella piena consapevolezza che le città sono in prima fila, e spesso lasciate sole dal governo centrale, sui temi dell’interculturalità, e che la necessità di condivisione e di fare rete fra città su questi temi sia necessario”.

Lo ha detto l’assessore a Coesione e sicurezza sociale del Comune di Reggi Emilia, Franco Corradini, che ha introdotto stamani la conferenza stampa conclusiva della Scuola di buone prassi, tre giorni di confronto tra amministratori pubblici locali, associazioni e persone impegnate sui temi del dialogo interculturale, italiani ed europei, proposta dal Network italiano delle città interculturali, che vede aderenti dalla sua fondazione, due anni fa, le città di Reggio Emilia, Torino, Bari, Genova, Lodi, Campi Bisenzio, Svignano sul Rubicone, Fermo, Senigallia e Pompei, municipalità indicate dal Consiglio d’Europa tra le più impegnate sui temi del dialogo interculturale, della convivenza, delle politiche per l’integrazione e l’immigrazione, con l’obiettivo di porsi come luoghi di sperimentazione di buone prassi e interlocutori attendibili nei confronti del Governo nazionale. Reggio Emilia, a sua volta promotrice e coordinatrice del Network italiano, è la città italiana che fa parte dell’analogo europeo Intercultural cities network, promosso da Consiglio d’Europa e Commissione europea.
Si sono registrate in questi giorni nuove importanti adesioni al forum italiano, fra le quali quelle di Milano, Forlì, Fucecchio, San Giuliano Terme, mente i Comuni di Padova e Venezia stanno considerando l’adesione. Fra le città che hanno partecipato alla Tre giorni reggiana, oltre a quelle citate, anche Bolzano, Arezzo, Casalecchio, Cervia, Novellara.

LA CITTADINANZA FRA I TEMI DISCUSSI - I temi affrontati dalla Scuola di buone prassi nei tre giorni di Reggio Emilia sono stati: apprendimento della lingua italiana, rapporto con i media, mediazione culturale, linguistica e mediazione dei conflitti; le seconde generazioni di cittadini migranti, ovvero i nuovi italiani. Il Comune di Reggio Emilia è particolarmente attivo su quest’ultimo punto, in quanto capofila della Campagna nazionale L’Italia sono anch’io che, con la sottoscrizione di due proposte di legge, promuove il diritto di cittadinanza per ragazze e ragazzi nati in Italia da famiglie di immigrati e il diritto di voto per i cittadini migranti in Italia da almeno cinque anni regolarmente.

REGGIO E L’INTERCULTURALITA': POSITIVO IL GIUDIZIO DELL’INDEX EUROPEO - Nella prima giornata di lavori, è stato presentato lo studio Index, un sistema di valutazione predisposto dalla Commissione europea per consentire  la valutazione  delle positività e delle criticità delle politiche delle pubbliche amministrazioni in tema di interculturalità. Lo studio ha riguardato 12 città: Reggio Emilia, Oslo (Norvegia), Neukolln (Berlino, Germania), Izhevsk (Russia), Melitipol (Ucraina), Neuchatel (Svizzera), Patrasso (Grecia), Sechenkivsky (Ucraina) Duisburg (Germania), Città del Messico (Messico) e Lublin (Polonia).
Reggio Emilia è una città complessivamente molto attiva, con un 78% di obiettivi raggiunti, al di sopra della media delle 12 città. I punti forti di Reggio Emilia sono la politica nei quartieri, dove con un indicatore dell’88% la città si colloca al secondo posto, la mediazione e la risoluzione dei conflitti, gli scambi commerciali, di conoscenze e turistici con le altre realtà (‘prospettiva internazionale’) e le politiche che rispondono alla presenza di differenze culturali (‘politiche per intelligence’). In questi ambiti, la città si colloca ai primi posti dell’Index e ottiene percentuali tra le più alte di tutte le 12 città, tra il 90% e il 100%. Alta anche la percentuale di successo della politica scolastica (67%), anche se restano da migliorare alcuni aspetti, tra i quali la presenza di insegnanti stranieri, ostacolata da una legislazione diversa rispetto agli altri Paesi dell’Unione.

HANNO DETTO - Alla conferenza stampa di fine lavori, dopo l’assessore Corradini, hanno partecipato Irena Guidikova, coordinatrice del programma Intercultural cities del Consiglio d’Europa; Jean-Leonard Touadi, deputato al Parlamento e presidente della Fondazione Mondinsieme di Reggio Emilia; Guilherme Pinto presidente del Forum europeo sulla sicurezza urbana e sindaco di Matosinhos (Portogallo); Alberto D’Alessandro, della direzione Cultura del Consiglio d’Europa; Elena Battistini sindaco di Savignano sul Rubicone; Silvana Cesani, assessore alle Politiche sociali del Comune di Lodi; Marco Granelli assessore a Coesione e sicurezza sociale del Comune di Milano; Seble Woldeghiorghis in rappresentanza dell’assessore al Welfare del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino; Claudio Piron assessore alle Politiche educative e giovanili del Comune di Padova; Adil El Marouakhi, direttore della stessa Fondazione Mondinsieme.

“Lavoriamo – ha detto Guidikova – per un nuovo modello di governance sulla migrazione. E come il fenomeno migratorio è su vasta scala e coinvolge tutte le realtà europee, così tale modello non può nascere da un gruppo ristretto di persone, siano amministratori pubblici o operatori sociali, deve invece poter nascere da una rete e da uno scambio sempre più ampi. Deve poter nascere dai territori, dalle città, che sono i luoghi ideali e concreti dello scambio. Da una parte, è inevitabile, le città europee possono avere difficoltà nello scambio al loro interno, d’altra parte dalle città vengono risposte concrete e grandi possibilità di scambio. Le città italiane, a cominciare da Reggio, in questi giorni della Scuola di buone prassi hanno dimostrato di essere luoghi ideali di tale scambio, nonostante le criticità che possono emergere. Proprio tali criticità richiedono di lavorare insieme, come stiamo facendo. Le città possono essere una ‘coalizione’ e promuovere soluzioni, anche organizzative, importanti per i Paesi”.

“Il lavoro del Network – ha detto l’onorevole Touadi – è di importanza vitale per le città e i Paesi, soprattutto in questa fase storica. Stiamo uscendo dall’ubriacatura identitaria, seguita all’attentato delle Torri gemelle di New York e ci poniamo in modo costruttivo di fronte al tema delle migrazioni, un tema reale, ineludibile, che o lo si governa o avrà ricadute sociali, fin anche a implosioni sociali. Si sta affrontando finalmente il tema culturale in chiave interculturale: la cultura non viene più utilizzata come una spada, non è più letta come il limite tra il ‘noi’ e il ‘voi’, tra il ‘noi’ e il resto del mondo. E le città sono ora laboratori di una convivenza civile da costruire. In Paesi come Germania e Gran Bretagna si afferma la tesi per cui il multiculturalismo è fallito. Ebbene per noi, la risposta dell’interculturalismo è una strada percorribile e che può dare risposte, evitando quello scontro tra civiltà speso paventato: l’interculturalismo infatti è un paradigma laico e pluralista, è democrazia”.
“L’interculturalità sia una sfida europea, quindi anche italiana – ha aggiunto Touadi – L’Italia tende a un approccio alle migrazioni che è di tipo costantemente emergenziale: si affronta il punto come una continua emergenza, che rimanda al punto iniziale, che non fa passi avanti. Questo in Italia era possibile e spiegabile 15-20 anni fa, non adesso. Una risposta a questa ‘emergenza’, come è emerso in questi tre giorni di lavoro a Reggio Emilia, può venire dalle città in rete, che si pongono come laboratori affascinanti sulla migrazione. Il nostro Paese, se assimila correttamente il dato dell’immigrazione, si può finalmente affacciare finalmente alla globalizzazione in modo più maturo. Il premier Berlusconi citò le famose tre ‘i’ per un’Italia moderna: informatica,inglese e imprese. Credo ne vada aggiunta almeno una quarta: intercultura”.

Il sindaco e presidente del Forum europeo sulla sicurezza urbana, Pinto, ha evidenziato fra l’altro come “l’obiettivo fondamentale della rete di città a livello europeo e dei singoli Paesi sia combattere forme di discriminazione, nei diversi campi, compresi quelli della coesione sociale e della sicurezza. Promuovere e far conoscere le buone prassi di governance in questi campi è la via giusta per raggiungere questo obiettivo. E le città della rete italiana, in confronto con l’Europa, stanno già dando un contributo molto importante”.

Per l’assessore Granelli del Comune di Milano, “il Network è un’esperienza importante, già di per sé spiega chiaramente come le città sappiano valorizzare le differenze al proprio interno ed è un contributo valido al miglioramento delle politiche sull’immigrazione”.

L’assessore Piron del Comune di Padova: “Ringrazio Reggio Emilia per avere, come si dice in gergo ciclistico, tirato la volata per la realizzazione di questa esperienza di confronto sull’interculturalità, come sull’importante campagna L’Italia sono anch’io per i diritti di cittadinanza e il voto amministrativo ai migranti. E’ in corso la raccolta delle firme per le due proposte di legge: un’iniziativa fondamentale. Qui si tratta di applicare norme dell’Unione europee su diritti fondamentali, diritti umani e di rispetto delle persone; su questi diritti si giocano civiltà e integrazione o, altrimenti, il confitto. Se c’è dialogo, se si diffonde dialogo, si arriva alla soluzione dei problemi. Spero di tornare a uno di questi incontri a Reggio, più avanti, e poter apprezzare con voi nuovi risultati raggiunti su questa strada”.

Venerdì 7 ottobre

Ufficio Stampa Comune di Reggio Emilia

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