Sport, ambiente, gioco: l'esempio del Bernardini di Roma

dal sito della Uisp Nazionale, www.uisp.it

La via "del" gioco e la via "al" gioco: volete provare? Siamo a Roma, il quartiere è uno di quelli storicamente più popolari della capitale, quadrante est. Il centro sportivo Fulvio Bernardini, nel quartiere di Pietralataa Roma è il più grande impianto polivalente della capitale. Con i suoi quattro ettari inseriti all’interno del Parco regionale della Valle dell’Aniene è divenuto una vera e propria cittadella dello sport sociale grazie all'Uisp. Una buona pratica attraverso la quale attività motoria e sportiva si danno la mano, a tutte le età.

E gioco e ambiente diventano protagonisti veri: "Sta prendendo forma nel centro Fulvio Bernardini di Roma un grande progetto, unico nel suo genere dove alla tradizionale impiantistica sportiva si associa uno spazio attrezzato dedicato al gioco libero - dice Simone Pacciani, vicepresidente nazionale Uisp - siamo riusciti a concretizzare questo progetto insieme al consorzio Ecopneus e tra breve saremo in grado di presentarlo ufficialmente. Si tratta di un intervento in uno dei più grandi impianti pubblici italiani. Sport e sostenibilità ambientale sono garantiti dall'utilizzo di materiali in PFU-pneumatici fuori uso. Infatti, il manto erboso del campo di calcio a 11 di questo impianto è stato realizzato con materiale da riciclo. Inoltre, lo stesso materiale è stato utilizzato per realizzare un nuovo spazio destinato al gioco libero, per le famiglie e i bambini, dove si può praticare attività motoria e ludica in sicurezza e dove la creatività e il piacere di stare insieme sono valorizzati al massimo livello".

Non solo: l'impianto Fulvio Bernardini è anche la via "al gioco". Lo spiega Gianluca Di Girolami, presidente Uisp Roma, attraverso il suo profilo su Facebook: “La nostra piscina, come la maggior parte delle piscine, misura 25 metri per 12,5, divisa in sei corsie. Cosa puoi metterci dentro una vasca così in un giorno di giugno del 2016? Vediamo un po': 70 bambine e bambini dei centri estivi Uisp; 15 bambine e bambini di un centro estivo della Caritas Diocesana di Roma; 9 ragazze e ragazzi con diverse abilità; 8 ragazzi che fanno un corso di salvamento nell'ambito di un progetto di sostegno al disagio giovanile; signore e signori di una certa età che fanno nuoto libero; il gruppo di agonistica che a bordo vasca fa potenziamento muscolare. Se qualcuno venisse oggi a fare un censimento sullo sport in periferia, per capire qual è lo stato di salute della Roma che si candida ai Giochi Olimpici, verrebbero "mappati" solo i ragazzi dell'agonistica o forse neanche loro, visto che erano a bordo vasca. Per lo sport olimpico è una piscina vuota o quasi. Per lo sport per tutti è una piscina piena. Di persone e di idee. Di fatiche, slanci, allegria, confusione, piccoli dolori e gioia".

"Quando si parla di Olimpiadi, specie in questi giorni convulsi - continua Di Girolami - il Si e il No parlano solo dei contenitori e del lavoro che produrrebbe la costruzione degli stessi. Nessuno parla del contenuto, di quello che vorremmo metterci dentro a queste vasche, a queste palestre, a questi campi. Nessuno ne parla e nessuno lo viene a chiedere a noi e a chi, come noi, entra solo parzialmente nelle mappe dello sport romano. Ma è questa "città invisibile", fatta di donne e di uomini che lavorano senza le luci della ribalta, a rendere Roma una metropoli più includente, accogliente, solidale. Migliore per quel che si può. Anche con lo sport, quello per tutte e per tutti, quello che non si candida a nessuna Olimpiade, perché le Olimpiadi le costruisce a mani nude tutti i giorni di tutto l'anno". (I.M.)