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Roma

Manco, Uisp, su riforma dello sport: "Evitiamo di perdere l'occasione"

Il presidente nazionale Uisp fa il punto sulle novità che il quadro politico ed istituzionale sta offrendo in questo inizio d'anno, tra sport e terzo settore


Di fronte alle novità che il quadro politico ed istituzionale ci ha offerto in questo inizio d'anno, l'Uisp chiede con decisione di "armonizzare la normativa tra la recente riforma del terzo settore italiano e la legislazione sportiva". Non c'è più tempo da perdere, dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, intervenendo in apertura di Pagine Uisp n.2/2020, la newsletter Uisp nazionale di consulenze e servizi: "Le nostre associazioni sportive, i nostri soci, lo meritano. Stiamo chiedendo a tutti uno scatto: al governo, al parlamento, alle forze politiche, al Coni, a Sport e Salute, alle forze sociali, al terzo settore. Il momento è ora, siamo ad un passo dalla meta, evitiamo di perdere l'occasione".

"Il nuovo anno è iniziato con una serie di novità nel quadro politico e istituzionale per ciò che riguarda il nostro mondo - scrive Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - L'audizione parlamentare del ministro Spadafora, il primo Consiglio nazionale del terzo settore tenuto, dalla ministra Nunzia Catalfo con la presenza della sottosegretaria Francesca Puglisi, alla fine di gennaio e la nomina di Vito Cozzoli a presidente e amministratore delegato di Sport e Salute.
Questi elementi, insieme al lavoro che sta per essere definito attraverso i vari documenti di sintesi dei dieci tavoli tematici del Coni, legati alla legge delega 86/2019 sul riordino del sistema sportivo italiano, ci offrono l'occasione per fare una riflessione sul nostro futuro impegno.
L'aspetto inedito di cui abbiamo parlato più volte oggi necessita di scelte concludenti che non appartengono più alla nostra volontà, bensì a quella dei vari decisori, chiamati a dare conseguenza a tutta la mole di interventi normativi che negli ultimi anni attraversano il mondo della promozione sportiva e sociale.
In questi giorni siamo tornati a sollecitare i diversi interlocutori per chiedere risposte alle tante nostre richieste che più volte abbiamo posto nella negoziazione politica e istituzionale, affermando che armonizzare la normativa tra la recente riforma del terzo settore italiano e la legislazione sportiva non è più procrastinabile. La Uisp, le nostre associazioni sportive, i nostri soci, lo meritano.
Abbiamo avuto modo di apprezzare più volte che ci fosse un nuovo soggetto che finalmente riconosce il valore sociale dell'attività motoria e dello sport per tutti, ma non è ancora molto chiaro se si avverte il bisogno di un confronto profondo sulla cultura sportiva nel nostro paese. Per evitare interventi spot, per indicare senza lasciare discrezionalità quali dovranno essere gli ambiti di attività dei vari organismi sportivi, per dare una forma organica, intersettoriale, ai provvedimenti che dovranno essere assunti, sia per ciò che riguarda i decreti legislativi sia sul piano delle risorse, verso le quali la nostra battaglia sulla trasparenza non si ferma.


Stiamo chiedendo a tutti uno scatto: al governo, al parlamento, alle forze politiche, al Coni, a Sport e Salute, alle forze sociali, al terzo settore. Il momento è ora, siamo ad un passo dalla meta, evitiamo di perdere l'occasione. Lo sport per tutti deve essere liberato da lacci e lacciuoli che ne impediscono la reale affermazione sociale. Le nostre realtà sportive sono prima di tutto un presidio culturale nel territorio, un contrasto alla paura e al rancore, sono luoghi di resistenza civica nelle periferie del paese. Gli strumenti che usano sono gli attrezzi dello sport: una palla, un canestro, una rete, un tatami, una racchetta, una bicicletta, e così via. E non si esprimono solo negli impianti sportivi tradizionali, ma sulla strada, nelle piazze, nei parchi, nelle palestre a cielo aperto.


Lo sport popolare non lo si può rinchiudere in una delibera che ne descriva i confini. Lo sport per tutti è libertà di espressione, è affermazione del valore umano prima che della prestazione. Allora ancora una volta vogliamo essere fiduciosi. Nella documentazione consegnata al governo dal Forum del terzo settore c'è anche il nostro pezzo, il lavoro che costantemente facciamo con tenacia dando un contributo di elaborazione costante.
Noi continuiamo a fare il nostro. Ora c'è solo da avere risposte, quelle che attendiamo da tempo!" (di Vincenzo Manco)

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