Comitato Territoriale

Rovigo

Resoconto del convegno Uisp "Diamoci una mossa"

La Carta di Toronto per l'attività fisica redatta a maggio 2010 promuove le opportunità sostenibili per adottare uno stile di vita attivo integrando il lavoro delle istituzioni, delle organizzazioni e dei cittadini secondo un obiettivo comune. In questo senso Rovigo si è dimostrata negli ultimi anni una città pilota, grazie al lavoro coordinato del comitato Uisp di Rovigo, dell'azienda sanitaria Ulss 18, della Fondazione Cariparo che ha finanziato numerosi progetti, dei Comuni e della Provincia.

E' quanto emerso venerdì 30 maggio nel corso del convegno “Diamoci una mossa – Le ragioni e i risultati di un percorso” che si è svolto nella sede della Fondazione Cariparo di piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo. Obiettivo dell'iniziativa era quello di stilare un bilancio dei progetti che la Uisp e l'azienda Ulss 18 hanno realizzato negli ultimi anni nelle scuole tra i giovani ed i giovanissimi grazie al sostegno della Fondazione Cariparo, ovvero Diamoci una mossa, Piedibus e Primi passi.

 

Benché, come detto, Rovigo sia diventata un esempio virtuoso di integrazione tra i vari ambiti di promozione di uno stile di vita attivo (che produce un miglioramento della salute pubblica), la strada da fare è ancora tanta come ha evidenziato Antonio Borgogni dell'Università di Cassino e Lazio meridionale. Secondo le parole di Borgogni, introdotto da Valeria Frigerio della Uisp Veneto, perché i progetti di promozione dell'attività fisica vadano a buon fine, è necessario che “i decisori a livello nazionale, regionale e locale lavorino in modo integrato coinvolgendo i settori della sanità, dei trasporti, dell'ambiente, dello sport e del tempo libero, dell'istruzione e della formazione, della pianificazione urbanistica oltre all'amministrazione pubblica, alla società civile e al settore privato”. Un approccio di questo tipo all'attività fisica “contribuisce a ridurre le disuguaglianze tra i cittadini – ha continuato Borgogni nel corso della sua analisi – ma per questo serve un maggiore impegno politico, la garanzia delle risorse per l'attività fisica oltre ad una forte sensibilità culturale”.

 

 

Dal canto suo, il sindaco di Rovigo Bruno Piva, intervenuto al convegno, ha ricordato come l'amministrazione comunale di Rovigo abbia contribuito al rifacimento della segnaletica nei pressi delle scuole che hanno aderito progetto Piedibus per contribuire alla sicurezza degli alunni che si recano a scuola con il cosiddetto “autobus a piedi”. L'iniziativa si chiama “A scuola ci vanno i bambini, non le auto”.

 

Al convegno, dopo i saluti di Giovanni Nonnato per la Fondazione Cariparo, è intervenuta anche Lorenza Gallo, responsabile Soc Igiene e sanità pubblica dell'Ulss 18 di Rovigo la quale ha illustrato i risultati della “sorveglianza” sui cittadini svolta dall'azienda sanitaria rodigina a partire dal 2010, la cosiddetta “Passi”. L'indagine ha mostrato come i ragazzi dagli 8 ai 18 anni residenti nel territorio dell'Ulss 18 siano risultati per il 26% sovrappeso e per l'11% obesi, un dato che supera notevolmente la media veneta dove i ragazzi in sovrappeso sono il 21% e gli obesi il 7%.

La dottoressa Gallo ha proseguito la propria analisi dimostrando come, nella maggioranza dei casi “l'epidemia dell'obesità parta dalle famiglie” e aggiungendo i dati relativi alla sedentarietà dei ragazzi: il 60% dei bambini viene accompagnato a scuola in auto ed il 66% trascorre circa due ore davanti alla tv o ai videogiochi ogni giorno. Cattive abitudini che proseguono anche in età adulta: “La sedentarietà in età adulta nel territorio dell'Ulss 18 – ha chiarito Gallo – incide sul 39% della popolazione rispetto al 24% della popolazione veneta”.

 

 

A questo punto la parola è passata a Massimo Gasparetto, presidente del comitato provinciale Uisp di Rovigo, che ha ricordato come la filosofia Uisp sia “il diritto allo sport per tutti” senza limiti di età o di capacità individuali. “Un altro pilastro della nostra associazione – ha aggiunto il presidente – sta nel fatto che le persone che si muovono debbano sentire quello che fanno e riappropriarsi del proprio corpo”. Dopo il suo intervento, la parola è passata alle operatrici Uisp Valentina Chinaglia, Luana Costa ed Elisa Ravarotto coordinatrici dei progetti rispettivamente Diamoci una mossa, Piedibus e Primi passi rivolti agli alunni delle scuole primarie e delle scuole per l'infanzia. Promozione dell'attività fisica ma soprattutto promozione di uno stile di vita sano fin da piccoli, come l'importanza di una alimentazione sana: questi gli obiettivi dei progetti descritti dalle operatrici Uisp che hanno coinvolto migliaia di bambini e le loro famiglie. Nonostante questo le iniziative hanno incontrato notevoli difficoltà ad espandersi come nel caso del Piedibus: la proposta di estendere l'autobus a piedi da uno a due giorni a settimana ha registrato un calo dei volontari che accompagnano i bambini ed un calo dei bambini che vi partecipano. Su questo punto il presidente Gasparetto ha evidenziato come sia necessario “trovare le risorse per finanziare i progetti rivolti ai bambini, altrimenti si fermano.

 

Fabio Cusin, dirigente dell'istituto comprensivo Rovigo 3, che ha aderito ai progetti proposti dalla Uisp, ha messo in luce alcune difficoltà di carattere economico ma anche culturale: “Ho dovuto lottare perché i genitori che accompagnano i figli a scuola in auto non parcheggino più fin davanti all'ingresso, intralciando il transito degli altri studenti”. Cusin, benché debba fare i conti con un bilancio scolastico risicato, ha manifestato il proprio impegno a riproporre le iniziative Piedibus e Primi passi anche nel prossimo anno scolastico.

A conclusione del convegno è intervenuta Silvia Biscuola, psicologa dell'Ulss 18 di Rovigo, che ha presentato i dati di un'indagine svolta tra i genitori e gli insegnanti di 1.390 bambini che hanno partecipato al progetto Diamoci una mossa. Secondo i dati presentati da Biscuola, il 96% degli insegnanti ha rimarcato come l'iniziativa sia stata utile perché è stata integrata con la programmazione scolastica secondo una valenza multidisciplinare. Non solo, l'80% dei genitori è stato coinvolto nel progetto e ha consentito di parlare in famiglia di alimentazione e di attività fisica, talvolta migliorando le abitudini alimentari e consolidando quelle buone. Il 19% dei bambini ha iniziato a consumare delle merende più sane, il 22% fa più attività fisica con i propri genitori, il 16% fa più giochi di movimento ed il 12% ha ridotto il tempo di permanenza davanti alla tv o ai videogiochi.

 

 

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