Comitato Regionale

Sardegna

Mondo UISP. Una Task Force di donne guida l'emergenza.

Domenica 10 maggio si celebrerà la festa della mamma. E proprio in questo periodo di particolare criticità, è opportuno riflettere sul ruolo delle donne, in questa situazione particolarmente esposte perché fortemente impegnate nel campo sociale.

Lo scorso sabato si è svolto in videoconferenza l'evento Futura 2 organizzato dalla Presidenza UISP nazionale in collaborazione con il Settore Politiche di genere. Un momento di crescita e consapevolezza nato dalla condivisione delle esperienze che l'UISP sta sviluppando nei diversi territori.
La Sardegna attraverso l’intervento di Loredana Barra, dirigente del comitato sardo e vicepresidente del comitato di Sassari, ha deciso di raccontare l'impegno di tante operatrici UISP impegnate e quotidianamente attive nella catena della solidarietà, che portano sollievo e la vicinanza della nostra associazione a tanti bambini e famiglie in difficoltà.

Donne che stanno continuando con coraggio a fare la loro parte. Donne che possono essere il motore della ripresa.

 

“Sono Loredana Barra, vice presidente del Comitato di Sassari ma ancora operatrice sul campo a vario titolo, in tantissime attività territoriali, nazionali e internazionali che Uisp dedica, con grande impegno politico, alle fasce di popolazione più vulnerabili. Come seconda passione, perché il mio non lo definisco lavoro, c’è l’insegnamento, poiché sono anche insegnante nella scuola pubblica. 

Questi due aspetti del mio esistere danno vita a questo contributo che vorrei condividere con voi cercando di trasformare un’esperienza ricca di sfaccettature complicate,  in un’opportunità per altri comitati, per altri progetti, per altre persone -  Sono consapevole, infatti che  le misure per il contenimento del contagio del covid  hanno colpito le nostre vite, le nostre relazioni, le nostre menti, ma sono altrettanto convinta che lo spirito stesso della nostra associazione, deve, o dovrebbe, guidarci nel rovesciare le nostre idee, sostituendo all’idea di luogo fisico l’ idea di comunità

Credo che la nostra associazione invece deve affrontare questo momento con maturità e lucidità, e non solo a livello politico come sta succedendo sotto gli occhi di tutti noi,  ma anche a livello operativo, perché se questo non succede, se non saremo capaci di cambiare e rovesciare i nostri schemi, se non riusciamo a riprenderci gli spazi, non gli spazi fisici, ma quegli spazi di libero movimento mentale,  allora ci bloccheremo nella lettura dei decreti e nell’ attesa passiva che qualcosa cambi. Credo invece che le nostre menti possano e debbano  essere, in questo momento proattive, orientate verso un  futuro possibile, col desiderio di metterci a disposizione di tutti, che è poi il principio sul quale si fonda la nostra associazione.  

Ma dobbiamo fare una capriola perché questo semplice gesto motorio ci insegna  a vedere il mondo con altri occhi e da altre angolazioni.  E questa capriola ve la vorrei spiegare con una filastrocca del nostro grande Gianni Rodari che dice così : 

Ho visto una formica in un giorno freddo e triste

donare alla cicala metà delle sue provviste.

Tutto cambia: le nuvole, le favole, le persone …

La formica si fa generosa …

E’  una rivoluzione.

Tutto può cambiare, lo stiamo vivendo, ma tutti noi possiamo  cambiare modificando i nostri limiti, ampliando il nostro movimento psichico, creando luoghi virtuali che siano meno luoghi fisici e più luoghi di comunità, non portando i bambini  scuola, nei nostri centri sportivi, nel nostro mondo  ma portando tutto ciò che siamo e che abbiamo da donare, a casa dei bambini. Allora può succedere la rivoluzione, e può succedere che l’avara formica regali metà delle sue provviste alla cicala che l’ha deliziata con il suo canto per tutta l’estate. 

Teniamoci a distanza ma facciamo riflessioni di vicinanza. (Guarda il Video)

Ed una riflessione di vicinanza che vorrei fare oggi è raccontarvi quello  che è successo nel Comitato di Sassari, dopo  una prima fase di smarrimento, in tutti i nostri progetti e anche nei progetti di Save The Children, che Uisp segue operativamente, Fiocchi in ospedale, Spazio mamme, Punto luce, Futuro prossimo. Quest'ultimo è sostenuto dall'impresa sociale Con I Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Ve li cito tutti insieme perché sono uniti dallo stesso filo conduttore che è rappresentato dall’ impegno di tutti noi nella formazione della gioventù che avrà in mano il mondo di domani. Cambia nei progetti l’età dei bimbi, accompagnano le famiglie con bambini, dalla pancia, se così si può dire fino ai 17 anni: ma l’approccio è quello Uisp. E credetemi non si può imparare sui libri, ma devi avere la fortuna di incontrare persone che te lo contagino. E questo però è un contagio di cui non aver paura…Tutti questi progetti sono nati quasi in sordina, spesso con enormi difficoltà burocratiche, ed è stato il grande, ma sempre umile lavoro di avvicinamento, di costruzione di fiducia, di empatia verso gli altri delle coordinatrici Mary Tanda , Luana Sanna, Irene Tola  e Marianna Marcucci  e degli operatori e operatrici che offrono il loro servizio anche a titolo volontario,  che hanno illuminato questi progetti e li hanno resi riconoscibili, apprezzati e spesso difesi dalla comunità tutta.  

Questi progetti, che come dice Save The Children mirano ad  Illuminare  futuro delle famiglie più fragili, dei bambini e ragazzi a rischio, in situazione di povertà educativa hanno acceso, più che mai in questo periodo, delle luci di speranza, supporto personale, supporto strumentale, supporto di informazione e consulenza per la richiesta di contributi, e supporto di rete tra le diverse tipologie di organizzazioni del territorio: cito il Banco Alimentare, il Banco Farmaceutico, Sassari Aiuta, il Settore Politiche Servizi e Coesione Sociale del Comune di Sassari, la ASSL di Sassari, le famiglie,  le scuole nelle figure di presidi e insegnanti tutti contagiati da questa luce;  una collaborazione spontanea, volontaria, importante, professionale che ci ha resi fieri, ma anche consapevoli di aver funzionato da moltiplicatori nella cura educativa rivolta alle famiglie, ai bambini, e in modo particolare alle mamme perché su di loro sono arrivati i maggiori carichi psicologici ed educativi nei confronti dei loro bambini . La rete che abbiamo è ampia e a maglie strette , ma ci tengo a sottolineare  che il cambiamento l’abbiamo attivato noi del Comitato, non solo attraverso la cura di tutte quelle relazioni coltivate nel tempo, ma avendo il coraggio, oggi, di cambiare  e adattare  il passo, per trovare e ricercare nuovi equilibri di azione. Abbiamo fatto molto di più di una semplice assistenza: abbiamo cercato di insegnare a camminare da soli in luoghi nuovi, abbiamo aiutato  nello studio su piattaforme incomprensibili per i più , abbiamo organizzato giochi motori e sportivi di gruppo on line usando gli stessi strumenti che si utilizzano per la didattica a distanza, abbiamo continuato ad educare nonostante tutto  al rispetto dell'altro e della comunità.

E ci sono storie da raccontare all'infinito dentro questi luoghi. Piccole cose, grandi cose, che cambiano la prospettiva del mondo. 

Si chiama resilienza e si può insegnare!Si può imparare ad essere capaci di rendere la nostra vita  e la loro vita,  migliore possibile,  nel contesto di realtà che oggi abbiamo.

Siamo riusciti ad essere positivamente contagiosi. Sono tutti presenti più che mai, vogliono far parte di quella Comunità educante che quando è uscito il primo decreto  sembrava solo utopia, tutti hanno scoperto il piacere dell'aiuto. Perciò non parliamo più di distanza, vi prego,  parliamo di vicinanza, sfruttiamo quella funzione meravigliosa del cervello che si chiama memoria proattiva e che ci ricorda che ciò che facciamo oggi,  dobbiamo ricordarcelo domani. Perché  non è finita, purtroppo, la nostra azione dovrà continuare, e qui voglio aprire una parentesi sulla formazione di questo tempo; perché qualcuno ai bambini e alle bambine ci deve pensare, e ci deve pensare nelle diverse età di sviluppo, con bisogni completamente diversi. I nostri operatori devono essere formati e accompagnati  per potersi prende cura dei bambini nel momento della ripresa della loro libertà… perché questo momento vissuto non passerà insieme alla pandemia. Ci saranno inevitabilmente delle conseguenze, ci sarà un tempo di transizione della pandemia che sarà anche un tempo di rielaborazione delle emozioni provate. I bambini sentono e assorbono, non solo quello che diciamo, ma i nostri sentimenti, le nostre paure, i nostri dubbi, perciò dovremo pensare a preparare i nostri  operatori affinché siano  capaci di risollevarli e rieducarli, dopo  questo periodo di de-socializzazione, attraverso quello che sappiamo fare meglio: il movimento. Non ci dimentichiamo dei bambini e delle bambine, non ci dimentichiamo degli adolescenti. Non facciamo questo errore oggi, e prepariamoci per domani."

(Laura Caggiari - Ufficio Stampa UISP Sardegna)

 

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