Comitato Territoriale

Cirie Settimo Chivasso

GIUNTO A CONCLUSIONE IL PROGETTO SPRINT

Se il mese di marzo è terminato con il primo meeting di formazione relativo al progetto RE[ENTER], per il nostro Comitato il mese di aprile si è aperto con la conclusione del progetto SPRINT.

La Conferenza Stampa di chiusura si è svolta nel pomeriggio di giovedì 4 aprile presso l’Hotel Atlantic di Borgaro Torinese, alla presenza di una rappresentanza dei diversi partner che hanno collaborato al progetto: l’associazione bulgara Courage Foundation, la rumena Asociatia Judeteana Sportul Pentru Toti Suceava e l’ungherese Former State Fostered Children’s Association. A iniziare la conferenza è stato il presidente del nostro Comitato Ferruccio Valzano, che ha ricordato come i Progetti Internazionali, ormai da quasi 15 anni, siano uno dei fiori all’occhiello della realtà territoriale. “La progettazione internazionale ci ha qualificato in tutti questi anni e continua a farlo, è la linfa del Comitato Ciriè Settimo Chivasso. Sono fiero di quello che abbiamo fatto negli anni e che stiamo portando avanti, grazie anche ai nostri partner”. A illustrare nel dettaglio i dati raccolti con il progetto SPRINT -che prevedeva appunto l’analisi e l’identificazione del livello di inclusione in ambito sportivo dei bambini e dei ragazzi affetti da disabilità e/o che vivono all’interno delle case-famiglia- sono stati il Direttore Roberto Rinaldi e la Project Manager Francesca Di Feo. “Nel corso di questi 12 mesi abbiamo somministrato diversi questionari, sia ai ragazzi affetti da disabilità che ai volontari che operano nel settore, al fine di ottenere una serie di dati che sono stati raccolti in un manuale e che presto saranno resi disponibili sul sito web relativo al progetto -https://sprintproject2018.wixsite.com/sprintproject- dove si potranno trovare anche dei video di buone pratiche realizzati dai quattro paesi coinvolti”. Dai diversi risultati è emerso che una buona pratica risulta essere sicuramente lo sport unificato, dove si uniscono persone affetta da disabilità -atleti- a individui normodotati -partner- con un rapporto di 3:2. I dati hanno sottolineato come, sia per atleti che partner, lo svolgimento dell’attività sportiva giovasse al benessere psicofisico. In modo particolare, i soggetti affetti da disabilità hanno riscontrato una maggiore inclusione, mentre l’82% dei partner ha dichiarato di aver migliorato la propria comprensione della disabilità. Dall’analisi dei dati sono anche state tratte alcune raccomandazioni, come la necessità di avere più progetti finanziati, al fine di analizzare a lungo termine i benefici della pratica sportiva sui soggetti svantaggiati; un maggior riconoscimento alle associazioni che si occupano di disabilità e soprattutto una più numerosa presenza di strutture e impianti sportivi adattabili alle esigenze dei soggetti affetti da disabilità.

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