Comitato Territoriale

Torino

Nessuno fuorigioco: quando il gioco è per tutti, nessuno escluso

Timothy Donato e la sua associazione

"La scelta è caduta su Timothy Donato, 32 anni, un passato sportivo che lui stesso definisce così "ex calciatore roccioso e senza grandi qualità con carriera da giocatore conclusa nella Cossatese". E’ laureato in Lettere, e ha il diploma di Master in Supervisione Educativa. Nel 2011 ha avuto l’idea meravigliosa insieme con Emanuele La Ferla e Marina Pace: la creazione di “Nessuno Fuorigioco”, dove vige il principio di non escludere mai nessuno dal gioco, da ogni gioco, al di là di ogni barriera di censo, lingua e religione. “Nessuno Fuorigioco” è un’associazione di promozione sociale e sportiva dilettantistica affiliata alla Uisp."

Con queste motivazioni, Timothy è stato premiato nelle sezione tecnici ed atleti, di Etica e sport, un riconoscimento che si richiama ai contenuti del Libro Bianco per lo sport della UE, che ogni anno viene consegnato a 5 personaggi che si sono distinti. Ma cosa ha fatto di così importante Timothy, per essersi guadagnato questo titolo?

Occorre fare un salto indietro di 3 anni, quando si sviluppa il progetto educativo "Nessuno Fuorigioco", indirizzato ai bambini rom tra gli 8 e 10 anni ospiti dei campi spontanei di via Germagnano e lungo Stura Lazio a Torino.

Inizialmente si pensava di trovare una squadra già presente sul territorio, in cui inserire i ragazzi e, parallelamente, lavorare con loro e le rispettive famiglie perché l’integrazione risultasse positiva.

L'impresa si rivelò ardua, i ragazzi coinvolti erano troppi, all’epoca una quindicina e per motivi burocratici, la mancanza di residenza, non era possibile giocare in Federazione.

Nessuno Fuorigioco diventa così un laboratorio di coesione sociale con il pallone tra i piedi. Si inizia con una squadra di calcio a 5 e allenamenti settimanali, presso un campo messo gratuitamente a disposizione per qualche ora a settimana dalla Circoscrizione 6 di Torino; partecipa al primo campionato nella categoria pulcini della Uisp, senza mai vincere una partita!

L'anno successivo diventa una associazione sportiva e di promozione sociale affiliata alla Uisp e avvia l'attività di una squadra femminile composta da 4 ragazze rom e da 4 coetanee italiane.

Allo stato attuale coinvolge una sessantina di soci, di cui 40 sono atleti (25) e atlete (15), tra questi 35 sono minori così suddivisi: calcio a 7 femminile (10 non rom), under 20 maschile (4 non rom), giovanissimi maschile (2 non rom).

Gli allenamenti e le partite si svolgono presso il centro sportivo Regaldi di via Monteverdi 4

a Torino.

Nessuno Fuorigioco è articolato su 3 livelli:

il livello educativo che avviene sul campo da calcio e attraverso le attività parallele, che vengono proposte a tutti i partecipanti con ritiri estivi, laboratori di narrazione in collaborazione con la scuola Holden. Lo scopo è quello di diventare squadra, inteso come gruppo solidale, come contenitore rassicurante in cui poter crescere in maniera positiva;

il sostegno alla genitorialità che si traduce in pratica come accompagnamento e supporto ai genitori dei piccoli atleti, nei percorsi di cura e di comprensione dei bisogni più profondi dei propri figli;

il contrasto al razzismo e a tutte le discriminazioni che si realizza tutte le settimane durante le partite e attraverso i social network, in cui si raccontano la normalità e la bellezza dell'esperienza della squadra e attraverso progetti specifici.

Con Uisp, Uisp Torino e Asgi e con il sostegno di Open Society Foundations, l'associazione sta portando avanti il progetto Play with us, con l'intento di garantire ed estendere il diritto al gioco a tutti i minori a prescindere dalla cittadinanza, dalla residenza e da qualsiasi barriera.

"Il diritto al gioco – spiega Timothy - è un diritto della persona. E’ un diritto fondamentale di ogni bambino e ogni bambina. Il premio che abbiamo ricevuto, arriva in un momento critico e faticoso dell’associazione, e mio in particolare e, devo essere sincero, questo riconoscimento mi dà un po’ di ossigeno. Anche la massiccia presenza dei mie ragazzi e delle ragazze alla consegna del premio, si saranno annoiati probabilmente, è importante. E' una gratificazione al loro impegno ed è un momento che dimostra, che devono far parte di tutti gli aspetti della vita sociale, visto che ogni giorno gli ricordiamo che sono soci. La motivazione per cui siamo stati premiati – prosegue il tecnico - è per l’impegno dimostrato nel fare in modo che nessuno sia fuorigioco. Ho voluto condividere il premio con la Uisp, senza la quale Nessuno Fuorigioco non potrebbe proprio esistere. La Uisp, come ho avuto modo di scrivere in un recente articolo redatto con Lisa Sella della Lega Calcio Uisp, è l’Unione Italiana Sportpertutti, una sola parola, un neologismo necessario per dar voce alla sostanziale democraticità e universalità della pratica sportiva. Durante la cerimonia ho invitato l’assessore allo sport di Torino, Stefano Gallo, a trasformare in realtà i principi etici di Torino 2015 Capitale Europea dello Sport. Servirà a contribuere a far valere diritti importanti, come quelli che porteremo avanti con il progetto Play with us, per fare in modo che le Federazioni sportive, in particolar modo la Federcalcio, modifichino le norme di tesseramento. Questo servirà a garantire il diritto al gioco a tutte e tutti e non solo. Con la collaborazione dell’assessore regionale Monica Cerutti chiediamo che tutti i minori, tutti senza esclusione, vengano inseriti nel Sistema Sanitario Nazionale, dove attualmente non vengono inseriti i minori comunitari irregolari. Nessuno Fuorigioco è un progetto con una forte valenza sociale, ma per Timothy ci sarà un sogno chiuso nel cassetto? "I sogni sono tanti e contraddittori – evidenzia - non solo per colpa della fatica. L'obiettivo di Nessuno Fuorigioco è che non sussistano più le condizioni per esistere. Da questo si deduce, che dobbiamo provare a cambiare i regolamenti, ad estendere i diritti, effettuare un capillare lavoro di sensibilizzazione, che avvenga ogni settimana sul campo da gioco e si possa evidenziare che i ragazzi son tutti uguali! Una speranza affinchè tra qualche tempo i ragazzi e le ragazze si inseriscano in autonomia presso altre realtà, magari calcisticamente più preparate o che offrano una condizione migliore. Da un altro punto di vista vorremmo essere noi a dare una scelta migliore e più ampia, avere degli spazi autogestiti in cui poter vivere appieno la vita associativa e avere tecnici e tifosi e continuare a garantire il diritto al gioco ad un numero maggiore di giovani e non perché ci sia la presunzione di essere migliori di altri, anzi! Allora che associazione saremmo? Nessuno Fuorigioco è un team formato da persone su cui nessuno scommette e credo, che se avessimo l'opportunità di cimentarci in qualcosa di ancora più grande, potremmo farlo sicuramente bene."

 

 

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