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Toscana

Il presidente Bani chiede unità e azioni concrete: "Così lo sport Uisp supererà un momento delicato"

E’ un momento particolare per lo sport targato Uisp in Toscana. A sottolinearlo è Lorenzo Bani, presidente regionale Uisp, rivolgendosi direttamente anche al presidente nazionale Vincenzo Manco chiedendo unità e azioni concrete: “Tante sono le problematiche di questo periodo, ritengo quindi che Uisp si debba muovere compatta, a tutti i livelli, per farsi trovare pronta a queste nuove sfide che l'attendono”. 
“La particolare fase politica – aggiunge il presidente regionale - che coincide con la perdita di fiducia da parte di una larga fetta di popolazione nei confronti delle istituzioni del nostro paese, la difficile congiuntura economica e le novità normative introdotte negli ultimi anni e che riguardano il mondo del terzo settore in generale (codice del terzo settore) e il mondo sportivo in particolare (tutela sanitaria, adozione del registro del Coni e la sua prossima implementazione con l’ultima fase del registro 2.0, la decisione del governo di costituire la società “sport e salute” e gestire direttamente grande parte del contributo concesso al Coni), hanno messo in discussione il sistema sul quale ci siamo basati e organizzati per tanti anni”. 
Lorenzo Bani snocciola poi le principali criticità che il mondo dell’associazionismo targato Uisp si trova ad affrontare. “L’aggressività degli altri enti no profit – spiega - fondata spesso sulla vendita di tessere e affiliazioni ad un costo prossimo allo zero e che, nei casi peggiori, operano in pieno disprezzo o noncuranza delle normali regole che governano il nostro mondo e finanche delle leggi dello stato. Al contrario la Uisp – ricorda Bani - della correttezza interna e esterna ha da sempre fatto una bandiera. Servono anche a livello centrale risposte celeri”. C’è poi il problema delle risorse. “Sempre più urgente e di difficile soluzione – incalza Bani - Inutile illudersi che i contributi che arriveranno dal Coni rimangano invariati o siano destinati ad aumentare. I nostri comitati soffriranno, probabilmente diventerà fondamentale la capacità di intercettare risorse private, servirà formazione specifica per i nostri dirigenti e la possibilità di utilizzare in maniera più funzionale gli strumenti che abbiamo, a partire da quelli tecnologici e della comunicazione”. 
Altro argomento è quello della normativa sulla tutela sanitaria delle attività sportive. “Ha messo in difficoltà – insiste il presidente regionale - una buona parte delle nostre attività principali e comunque quelle che hanno connotato la nostra politica degli ultimi anni, improntata alla promozione degli stili di vita e di una cultura del benessere attraverso la pratica motoria e sportiva; la Toscana è forse la regione più colpita, essendo quella che da oltre vent’anni aveva previsto la non obbligatorietà della certificazione medica per le attività a carattere non competitivo. Inutile tornare su questioni che conosciamo benissimo e che, purtroppo, non dipendono solo da noi. Ma dipendono – anche – da noi. Come sempre è anche una questione di scelte discrezionali, pur nei ristretti margini di manovra che la normativa ci consente. Riteniamo necessario rivedere la nostra delibera sulla tutela sanitaria delle attività sportive anche, se necessario, rivedendo i regolamenti tecnici della ginnastica, del nuoto, della montagna e di altre sda che potrebbero essere interessate dalla pratica di discipline sportive a carattere ricreativo con basso o nullo impegno cardiovascolare. Per queste discipline dovrebbe essere prevista l’esclusione dall’obbligo di certificazione non agonistica, magari subordinando l’accesso all’attività sportiva ad un consulto medico preventivo”. 
C’è infine la cruciale introduzione del codice del terzo settore e del conseguente registro che, salvo proroghe, entrerà in vigore dal prossimo agosto. “Anche in questo caso è inutile sottolineare che una gestione non attenta e scrupolosa della nuova normativa e della conseguente fase di transizione tra il prima e il dopo l’attivazione del registro, potrebbe avere per noi conseguenze imprevedibili e difficilmente positive”, afferma Bani che poi mette in guardia dall’eventuale rischio che Uisp possa perdere lo status di associazione di promozione sociale. “Senza – ammonisce il presidente - verrebbero meno tutta una serie di opportunità alle quali potremmo accedere solo in quanto associazioni di promozione sociale. Sono sicuro che siano già allo studio varie opzioni, perché un’ipotesi opposta sarebbe inqualificabile”. 
Infine un ultimo appello a Vincenzo Manco: “Per Uisp nazionale è un momento difficile e credo che l’associazione necessiti anche dell’apporto di tutti noi. La Toscana è disponibile a mettere a disposizione tutte le competenze che ha, ma servono risposte, e servono in tempi rapidi. Serve avere un obiettivo, serve vedere un orizzonte, pur tempestoso, perché possiamo prepararci. E servono strumenti, tecnologia, servono competenze, serve passione e mettere in circuito tutte le nostre migliori energie. Poche regole certe e rapidità d’azione”. 

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