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Le contrade si mettono in gioco con i detenuti: il calcio come educazione e integrazione

A Siena ancora una volta il Palio è sinonimo di attività sociale e durante tutto l'anno. Insieme alla Uisp danno vita a un torneo con i detenuti del carcere

Sport come attività rieducativa e socializzante.  Nell'ottica dell'integrazione del carcere con il contesto sociale, progetto della Uisp di Siena, hanno preso il via sabato partite di calcetto tra i detenuti della casa circondariale di Siena e le rappresentanze delle contrade. I primi a scendere sul terreno sintetico realizzato di recente grazie alla Uisp, sono stati i contradaioli della Selva capitanati dal presidente di società, Lorenzo Lorè. Sabato sarà la volta del Nicchio, contrada "di casa" vista l'ubicazione del carcere.

Ma il calendario degli incontri è fitto. Sono infatti già in programma partite contro la Chiocciola, la Pantera e il Leocorno. Ai capitani di tutte le rappresentante contradaiole verrano donate dai detenuti tele realizzate nell'ambito del laboratorio di pittura e raffiguranti i simboli delle contrade.

L'iniziativa - spiegano dal carcere - si colloca nel solco delle attività di tipo rieducativo e risocializzante che vengono svolte all'interno della casa circondariale. In tal senso lo sport è uno degli strumenti per il recupero delle persone detunute, attraverso la promozione delle relazioni sociali, l'affermazione del rispetto delle regola e della correttezza dei comportamenti. Tutte le partite-termina la nota- verranno dunque disputate con lo spirito bene descritto dalle parole di Nelson Mandela: "Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di noi possono fare. e sopratutto... ha il potere di creare speranza dove c'è disperazione".

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