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Trentino

Calcio uisp

Lo sport è un prisma che riflette una molteplicità di espressioni, un mondo complesso all’interno di una società complessa, che esprime bisogni ed esigenze sempre più articolati e non inquadrabili nel contesto tradizionale dello sport di prestazione, organizzato e regolato.

Il calcio manifesta più di ogni altro questa molteplicità di forme: vi è il calcio che si gioca negli impianti sportivi, con regole codificate, squadre prestabilite, e il calcio che si gioca quotidianamente nelle strade, nei parchi, nei cortili delle scuole, all’insegna dell’informalità e dell’autogestione.

Ci troviamo però di fronte ad una profonda trasformazione del calcio come fenomeno sociale: da “gioco del popolo” sta diventando sempre più un elemento di business, che incentiva passivi comportamenti consumistici e disincentiva la partecipazione attiva, l’autogestione, la creatività individuale e collettiva. E’ sempre meno “del popolo”, ma rischia di non essere più nemmeno “gioco”, schiacciato in un meccanismo di spettacolarizzazione che lo vuole sempre più “intrattenimento”, “spettacolo”, “show”, ovviamente a pagamento.

Ma il calcio rimane un formidabile strumento di libertà, inclusione, incontro tra diversità: diverse abilità, diverse origini geografiche, diversi generi, diverse età. Non solo: se riportato al suo essere “gioco”, se non confinato nelle gabbie rigide dei regolamenti e degli impianti sportivi, il calcio è un veicolo per riappropriarsi dello spazio pubblico: le aree verdi, i cortili, le piazze possono tornare ad essere spazi di gioco e, dunque, luoghi di incontro e integrazione sociale.

Questa riflessione è tanto più importante quanto più la nostra società si trova ad affrontare il tema della convivenza tra culture diverse, portatrici di modi differenti di vivere lo spazio pubblico: i fenomeni migratori stanno cambiando alla radice le dinamiche sociali, e lo sport e il gioco si possono proporre come i più efficaci fattori di condivisione e di libera espressione, con l’obiettivo di costruire spazi aperti e nuovi modelli di appartenenza.

Da queste considerazioni sono nati due progetti di “calcio per tutti”.

Il primo, dal titolo “Pallastrada: il calcio nessuno escluso”, è stato organizzato nel contesto dei Piani di Giovani di Lavis e Zambana, in collaborazione con un gruppo di giovani di Lavis interessati ai temi dell’antirazzismo nel mondo dal calcio. Sono stati organizzati tre incontri formativi sul tema dello sport e del gioco come elementi di inclusione sociale, conoscenza reciproca e riqualificazione dello spazio pubblico: in particolare, si è focalizzata l’attenzione sul mondo del calcio, sui suoi significati sociali, sulle esperienze di antirazzismo in Europa. Sono stati organizzati due momenti di gioco, il primo con una 12 ore di calcio antirazzista a Zambana, il secondo in occasione della giornata ecologica di Lavis, utilizzando la strada come campo da calcio, in modo libero e creativo. Il progetto si è chiuso con la partecipazione ai Mondiali Antirazzisti, la più grande manifestazione internazionale di calcio sociale e contro le discriminazioni.

Il secondo è il torneo di calcio a 7 “L’altro calcio” - #noracism #nosexism #nohomophobia, che ha visto 5 squadre confrontarsi sul Campo di Canova (Gardolo), messo a disposizione dagli amici della associazione Charisma. Molti dei partecipanti sono richiedenti asilo ospitati in Trentino, che partecipano al torneo in squadre miste insieme a operatori, studenti universitari e chiunque altro abbia voglia di giocare “all’altro calcio”. A marzo riparte il girone d’andata: ogni squadra che avesse piacere di inserirsi, anche in corsa, è la benvenuta!

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