“Lo sport che immaginiamo e pratichiamo è quello che mette al centro la persona, le sue diverse abilità, la sua passione, la sua voglia di stare insieme e di stare bene”. Con queste premesse, raccontate da Roberta Lochi, direttrice dell’UISP Comitato del Trentino, quest’anno è rinato il campionato di calcio Fuorigioco, un'esperienza nata nel 2011 proprio partendo dalla convinzione che "nello sport" e "attraverso lo sport" si debba realizzare l'inclusione sociale, consentendo l'accesso alla pratica sportiva a soggetti che nelle filiere agonistiche tradizionali non ne avrebbero la possibilità e che, "con lo sport", possono recuperare dignità e partecipazione sociale.
Nata nel campo specifico della salute mentale, in stretta collaborazione con il Centro di Salute Mentale di Trento, Fuorigioco ha voluto in seguito aprire il proprio orizzonte a chiunque riconosca nel gioco del calcio un'opportunità di benessere, socializzazione e inclusione. Il progetto è mosso dalla volontà di non isolare le "diversità", di non creare luoghi protetti e circoscritti, ma di aprire spazi di gioco tra persone che, a prescindere dalla storia di vita personale, vogliano condividere luoghi dove praticare uguaglianza e condivisione.
“L’UISP crede che lo sport sia uno strumento fantastico per socializzare e per favorire l'acquisizione di una dimensione di gruppo, e abbia una enorme capacità aggregativa, in grado di contrastare la tendenza all'isolamento delle persone”, dice Delia Belloni, operatrice del progetto.
Nella consapevolezza che sono i regolamenti sportivi a doversi adattare alle persone e non viceversa, il campionato Fuorigioco si è dato un proprio regolamento, adattando le norme del calcio alle esigenze e alle abilità delle persone che lo praticano. Il campionato prevede la presenza di squadre composte da 6 giocatori (5+1) con la presenza nel gruppo di almeno 6 utenti per squadra e 3 volontari. Il portiere potrà prendere la palla con le mani, in caso di retropassaggio. Nelle partite in cui la differenza tecnica è rilevante, è obbligatorio per la squadra in vantaggio, superata una differenza reti di 3 gol, togliere un operatore o per chi perde aggiungerne uno.
Il torneo Fuorigioco ha avuto inizio il 13 novembre, con una prima fase che ha previsto dei momenti formativi rivolti a operatori sportivi e sociali, arbitri e facilitatori, allo scopo di formare una equipe di persone che in seguito ha seguito direttamente gli incontri di gioco con competenze non solo tecnico/sportive, ma anche sociali, educative, psicologiche. In una seconda fase si sono svolte le partite di calcio che hanno viste coinvolte alcune realtà del Terzo Settore impegnate nel campo della salute mentale e del disagio sociale quali Estuario, Giochiamo Davvero, Il Noce e tante/i ragazze/i volontarie/i che hanno voluto praticare il gioco del calcio, in un’ottica di socializzazione e divertimento.
Sabato 14 dicembre dalle 14 alle 17, nella palestra di Sopramonte (Trento), l’evento finale del torneo: chiunque avesse voglia di scendere in campo, è il benvenuto!