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Uisp Roma: "Benvenuti a Ostia". L'impegno per la legalità sia di tutti

 

Pubblichiamo la riflessione di Gianluca Di Girolami, presidente Uisp Roma, dopo i fatti recenti di Ostia. Il 16 novembre di nuovo in piazza con Libera

 

Benvenuti a Ostia. Benvenuti nel Municipio X di Roma che, per numero di abitanti, occuperebbe il quattordicesimo posto nell’elenco delle città italiane, tra Messina e Padova. Benvenuti, quindi, nel più grande agglomerato urbano sciolto per mafia in Italia. Noi della Uisp di Roma questa non-città che è Ostia la conosciamo bene e abbiamo sperimentato sulla carne viva della nostra associazione e dei nostri dirigenti cosa significhi viverla, tra le sue contraddizioni e la sua durezza. (per approfondire la vicenda della Spiaggia libera SPQR clicca qui)

Alcuni membri della famiglia Spada, oggi elevati agli onori delle cronache nazionali, questo territorio lo conoscono bene, è la loro casa e qualche volta sono venuti anche a “osservare” quel tratto di arenile, con un fronte mare ampio cento metri, che insieme a Libera avevamo ottenuto in assegnazione dal Comune di Roma a seguito di un bando pubblico. In quelle occasioni arrivavano vestiti di tutto punto in pieno luglio, prendevano posto ai tavoli del bar, ordinavano qualcosa, pagavano e poi fotografavano i ragazzi che ci lavoravano. Lo facevano col sorriso e senza sguardi truci. Ostentando i cellulari puntati sui volti di chi portava le nostre magliette, e nulla più.

Forse fa più clamore, e fa pure più male, una testata assestata sul naso. Aggiungiamoci che questa volta le riprese le stava facendo un cameraman della RAI e non i componenti della famiglia Spada e così, anche i più distratti, non hanno potuto fare a meno di vedere e magari di prendere atto e coscienza. Per questo e per tanti altri motivi il 16 novembre prossimo saremo nuovamente a Ostia, insieme a Libera, alla FNSI-Federazione nazionale stampa italiana, alle decine di sigle di associazioni e sindacati, alle centinaia di cittadine e cittadini che saranno in piazza per riaffermare il diritto di questo territorio a tornare a vivere, libero dalle mafie e dai suoi alleati in camicia nera, del terzo millennio. Ma la mafia che fa più paura a Ostia, e non solo qui, è quella meno appariscente e teatrale del signor Roberto Spada, quella che si infiltra nella politica (tutta), nell’amministrazione e nell’impresa, da decenni. 

Di questa triste vicenda, poi, un’altra cosa salta agli occhi, almeno a noi che ci occupiamo di diritto allo sport, per tutte e per tutti: quella scena di violenza apparentemente gratuita, ma non casuale, perché dall’altissimo valore simbolico, avviene di fronte all’entrata di una palestra. Non ci interessa qui e ora affrontare nel merito come gli Spada negli anni passati abbiano occupato con la loro associazione sportiva locali comunali senza titolo alcuno. Il punto è un altro.

I luoghi di sport sono presidi territoriali naturali, rappresentano un tessuto connettivo straordinario e potente. Per questa ragione rivestono una funzione sociale che va ben al di là del semplice gesto sportivo. Possono divenire palestre dove allenare la democrazia e i diritti, dove costruire cittadinanza e consapevolezza. Oppure possono rappresentare la piccola roccaforte colorata di una famiglia che detiene il controllo di quel territorio, che lo occupa e che lo segna. La differenza la facciamo noi, che non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che lo sport non è neutro, perché non può e non deve esserlo. Lo sport di cittadinanza deve sempre scegliere da che parte stare.

Perché lo sport sa essere, se sappiamo leggerlo, uno straordinario indicatore della civiltà di un luogo, di un quartiere, di una città. Anche la nostra spiaggia, a modo suo, avrebbe potuto raccontare un’altra Ostia, un’altra Roma. E quanto fosse importante e pericoloso quel luogo per i vecchi equilibri del “mare di Roma” i padroni di Ostia lo hanno capito subito e bene, agendo di conseguenza. Hanno scatenato una piccola guerra sporca contro l’Uisp e contro Libera, un assalto obliquo e feroce, che ha visto tra i protagonisti anche donne e uomini che oggi corrono a occupare i pochi posti rimasti liberi sotto i vessilli della legalità e della lotta alle mafie. Oggi.

Quello che fa più male, però, è aver dovuto prendere atto di come le istituzioni, tranne qualche rara eccezione a cui rimaniamo ancora oggi grati, non abbiano voluto capire quanto fosse preziosa quell’esperienza appena nata. Quei pezzi dell’amministrazione, dello Stato, che a Ostia si sono fatti sordi e ciechi, che non hanno dato le risposte che il loro ruolo gli avrebbe imposto di dare, o le hanno date dopo e male, sono l’immagine più drammatica della crisi democratica di una città, di un Paese, che è premessa e mai conseguenza dell’espandersi vorace dei poteri criminali.

Benvenuti a Ostia.

(Gianluca di Girolami, presidente Uisp Roma e membro della Direzione nazionale Uisp)

Nella foto: Don Luigi Ciotti, presidente Libera; Gianluca di Girolami; Vincenzo Manco, presidente Uisp nazionale

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