Comitato Regionale

Umbria

Stili di vita e salute: le nuove strategie Uisp


Prosegue il lavoro delle Politiche per gli stili di vita e la salute Uisp: il 9 luglio scorso si è tenuto a Roma l’incontro con i presidenti e i referenti regionali Uisp della salute in vista del nuovo programma di lavoro. “Penso che l’incontro del 9 luglio sulle politiche per gli stili di vita e la salute, in vista del nuovo programma di lavoro, sia stato prima di tutto un laboratorio per sperimentare un modo di lavoro più collegiale, caratterizzato da una volontà di riflessione per una strategia realmente, e non solo dichiaratamente, nazionale - spiega Daniela Rossi, responsabile politiche per gli stili di vita e la salute Uisp - I dirigenti Uisp presenti hanno costruito un tavolo di confronto e scambio di esperienze e risultati, più o meno positivi, utilizzando la contaminazione come elemento propulsivo. E quindi ragionando insieme su come mettere a disposizione di tutta l’associazione il patrimonio accumulato finora di elaborazioni, linguaggi, strategie, contenuti, risultati, la nostra impronta e il profilo identitario, per fare i passi giusti in ogni territorio per migliorare il quadro attuale, ed essere effettivamente moltiplicatori di opportunità”.

“Siamo partiti da un paradosso: un’azione politica programmaticamente rivolta a tutta l’associazione ha quasi accentuato le disparità al nostro interno, tra regioni che hanno stipulato convenzioni sui Piani di prevenzione ed altre dove non riusciamo a incidere, a cambiare il quadro istituzionale, ad accreditarci. Trovare le ragioni di questi “vuoti” solo attribuendo le responsabilità al contesto politico, alle istituzioni, al sistema socio sanitario e ai ritardi nello sviluppo dei PRP è forse un po’ semplificatorio, e sappiamo tutti che le semplificazioni non servono nelle situazioni complesse. Probabilmentepossiamo essere più efficaci nelle policy, nella tessitura di reti e alleanze, investire anche in termini di convinzione, di scelte, lavorare sulla diffusione del riconoscimento del nostro ruolo di promotori della salute e di socialità, di partner affidabili e non di meri prestatori di servizi, pur qualificati. Costruendo ancora di più una piattaforma di saperi e opportunità che sia patrimonio comune, in cui l’Uisp si possa rispecchiare, riconoscersi e agire coerentemente, anche in termini di prospettiva, di programmi poliennali”.

“Da dove partire? Da quella che abbiamo chiamato una “campagna capillare di conoscenza e di consapevolezza” che passi necessariamente attraverso un piano articolato di formazione dei dirigenti, dei quadri, degli educatori, che coinvolga i comitati, le attività, le società di base, che costruisca nuove competenze trasversali (necessarie anche per lavorare in rete e a sistema) e specifiche (per interloquire con il sistema socio sanitario), e contribuisca a cambiare i nostri paradigmi culturali e associativi. E alimenti una conoscenza più diffusa delle strade che si possono aprire sia per quanto riguarda il nostro riconoscimento istituzionale che le nuove opportunità associative, in un’azione che può elevare il livello di interesse e di adesione, valorizzando il nostro “brand”, impegnandoci in parallelo sul fronte esterno con gli interlocutori istituzionali e su quello interno per far crescere il consenso. I momenti formativi possono essere diversificati e declinati secondo le esigenze dei territori: da interventi destinati al nostri quadri, ad altri in cui possono essere invitati rappresentanti del sistema sanitario, a quelli programmati congiuntamente tra Uisp e Regioni/Asl (come nell’appuntamento di maggio a Verona); perché abbiano una vera dimensione corale è necessario che tutto il processo sia garantito da una regia e una governance dei nostri comitati regionali”.

“La coerenza di contenuti e la qualità delle nostre proposte hanno avuto vasti riconoscimenti in questi anni: è un patrimonio che dobbiamo salvaguardare e migliorare, con grande rigore e attenzione, in una dimensione formativa nazionale, per tutte le fasce di età, citando come esempio il tema dell’invecchiamento attivo conclude Rossi - Un'altra opportunità di allargare il “campo di gioco” può essere rappresentata dalla riproposizione, ovviamente adattata, del convegno svolto ad aprile a Roma: può essere un modo non solo per presentare le nostre politiche, ma anche rafforzare le nostre qualità relazionali, riunendo e facendo dialogare una pluralità di soggetti che a vario titolo concorrono alla costruzione sociale della salute e che possono aprire una fase di nuove alleanze. Questi obiettivi si devono indubbiamente misurare e intrecciare con la campagna congressuale che inizierà a settembre, ne siamo consapevoli; ma pensiamo che i prossimi mesi potranno costituire un grande momento di riflessione e di dialogocon i nostri soci, individuali e collettivi, con le istituzioni, con tanti altri soggetti, a partire dai cittadini e dai loro diritti, che possono essere difesi dai presidi di equità costituiti dalle nostre politiche e dalle azioni conseguenti, ad esempio sul terreno degli stili di vita e della salute”.

 

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