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Umbria

Aria di cambiamento: finalmente il nuovo Regolamento Eps

Trasparenza, pulizia, rendicontabilità, tracciabilità: da tempo l’Uisp chiede aria nuova nei criteri di assegnazione dei fondi agli Enti di promozione sportiva e finalmente qualcosa si è mosso. Il Consiglio nazionale del Coni ha deliberato un nuovo Regolamento, frutto di sei mesi di lavoro nei quali l’Uisp ha pubblicamente e drasticamente preso posizione contro il vecchio meccanismo.  


Si apre una nuova stagione e la promozione sportiva lancia una sfida al sistema sportivo ed al Paese – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - le nuove norme contengono criteri che danno valore alla trasparenza ed alla certificabilità della consistenza dei numeri e delle attività. Chiedono che il Coni si assuma la responsabilità di dire che gli Enti di promozione sportiva non sono tutti uguali, ma che anzi devono essere valutati sulla base del loro reale radicamento territoriale, delle attività direttamente organizzate e del certificato tesseramento, della tutela sanitaria, della qualità dei servizi e della formazione”.


Con il nuovo Regolamento l’attribuzione dei finanziamenti è calcolata sulla base delle attività realmente svolte sul territorio e verificate, sulla consistenza degli iscritti opportunamente verificata e non più sulla semplice “attestazione” rilasciata agli Ente di promozione sportiva. Inoltre i criteri per il riconoscimento nazionale diventano più selettivi, a garanzia della reale consistenza associativa e del ruolo svolto, soprattutto a livello territoriale. Diminuisce considerevolmente la percentuale di contributi assegnati sulla base del riconoscimento, percentuale uguale per tutti, che passa dal 30% al 10%. I dati di tutti gli Enti di promozione sportiva saranno resi pubblici attraverso la pubblicazione su internet.


“L’Uisp dimostra di essere al passo con il sentimento popolare che chiede pulizia e giustizia sociale, rispetto delle norme, cambiamento – prosegue Manco - Con le risorse pubbliche, dei cittadini non si scherza e l’Uisp vuole assumersi la responsabilità sociale di dare riscontro delle proprie azioni e delle proprie attività. Piuttosto il Coni, il Governo, le politiche pubbliche stabiliscano quali sono gli obiettivi sociali che lo sport, a tutti i livelli, deve raggiungere per redistribuire in modo equo e congruo le risorse complessive. Da domani spetta ad altri, a cominciare dalle Federazioni sportive, raccogliere la sfida senza pensare che ci siano ambiti di privilegio o di particolari tutele e garanzie”.


“Finalmente aria nuova”, commenta Vincenzo Manco che auspica, parallelamente al nuovo Regolamento, anche una diversa considerazione della promozione sportiva: “Sono iniziate oggi, nella VII Commissione della Camera, le audizioni per l’iter parlamentare della proposta di legge per il riconoscimento del valore sociale dello sport e delle società sportive del territorio. E’ una proposta che sosteniamo e che si inserisce nel solco di quanto auspicato dalla recente riunione dei ministri europei dello sportche si è tenuta a Roma e che il ministro Delrio ci ha ribadito in occasione dell’incontro in piazza del Campidoglio la scorsa settimana, nell’ambito del Move Congress”.


L’Uisp chiede più trasparenza e pulizia perché “lo sport sociale e per tutti è diventato ‘un bene pubblico’ troppo importante per tollerare scorciatoie da parte di chi lo promuove (o lo dovrebbe promuovere). Lo sport sociale tocca la salute, i diritti, l’educazione, il modo di stare insieme di milioni di cittadini, di ogni età. Lo scrisse Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp in un articolo pubblicato lo scorso 25 gennaio da un quotidiano (LEGGI L'ARTICOLO)

“Sono passati quarant’anni dal riconoscimento dei primi Enti di promozione sportiva da parte del Coni. Oggi sono diventati quindici. Alcuni svolgono una insostituibile funzione pubblica, meritoria e conclamata, altri no”. 

“Per questo – scriveva Manco nell’articolo del gennaio scorso – l’Uisp chiede un “cambiamento, chiede criteri di pubblicità e di riscontro della consistenza e dei dati forniti da ogni singolo Ente di promozione sportiva”. Basta con gli Eps che gonfiano i dati del tesseramento o che affiliano intere organizzazioni e automaticamente ne annettono gli iscritti. “Questa pratica crea consorzi organizzativi, non associativi. Sport, partecipazione, valenza associativa: questa è la regola, senza scorciatoie”. Occorre ripartire da qui e sostenere il vero associazionismo di promozione sportiva, “scuola di partecipazione e di democrazia: una testa, un voto”. Questo è il patrimonio dell’associazionismo sportivo italiano. Serve un metodo nuovo, ribadiva Manco,  per il riconoscimento dell’effettiva consistenza degli Eps: “pulizia, etica e trasparenza, senza ambiguità”.


Ora che questo primo passo è stato fatto con il nuovo Regolamento degli Enti di promozione sportiva, l’intero sistema sportivo e il Coni devono dar prova di credibilità ed efficacia nel perseguire gli obiettivi che il governo ha annunciato di voler fissare. A cominciare dalla centralità che va data allo sport sociale come fattore positivo per l’educazione, la scuola e l’integrazione.

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