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Perugia - Assisi, il 7 ottobre Marcia per la pace. Adesione dell'Uisp

La prima Marcia si svolse domenica 24 settembre 1961 su iniziativa di Aldo Capitini e voleva essere un corteo nonviolento che testimoniasse a favore della pace e della solidarietà dei popoli. Oggi, a distanza di quasi cinquant’anni, la Marcia per la pace vede l’adesione di migliaia di cittadini e associazioni, tra le quali l’Uisp.

«Quest'anno, 70° anniversario della Dichiarazione universale, saremo in marcia anche per i diritti umani, tra cui il diritto ad una informazione libera», ha spiegato Flavio Lotti, del Comitato promotore, aprendo la conferenza stampa di presentazione dell'evento. «L'idea – ha proseguito – nasce da incontro con papa Francesco. L'obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza tra i più giovani, per condurli ad una maggiore assunzione di responsabilità: non chiedere la pace, ma fare la pace, concretamente. Innalzando un argine alla violenza dilagante di parole e azioni, alla violenza della dittatura di individualismo e competizione. Sarà la marcia dei diritti umani e cercheremo di spiegare che la pace c'è quando si rispettano i diritti fondamentali». 

Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, ha spiegato che «saremo alla marcia perché condividiamo i temi al centro della manifestazione: bisogna ripartire dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, che annovera anche la libertà di informazione. Una libertà spesso messa in discussione, in Italia e in Europa, da chi vorrebbe scardinarla per erodere gli altri diritti umani e civili su cui si fondano le nostre democrazie». Nella marcia, ha insistito Lorusso, «ritroviamo i temi delle nostre battaglie: la lotta ai bavagli e alle minacce ai colleghi, per la libertà dei mezzi di informazione e del servizio pubblico. E su tutti il tema della violenza delle parole: in preparazione della marcia, il 6 ottobre, parteciperemo ad un momento di approfondimento sulla Carta di Assisi per riflettere insieme sulla necessità di ridare senso alle parole, su come usarle in maniera consapevole per contrastare l'odio e dirimere i conflitti». Infine, ha concluso il segretario della Fnsi, c'è il tema del lavoro: «Dobbiamo raffermare la centralità del lavoro regolare, perché il lavoro senza diritti, tutele e garanzie è un lavoro che non garantisce la dignità della persona. Senza lavoro non può esserci coesione sociale». E, fra l'altro, il 7 ottobre si celebra anche la Giornata internazionale per il lavoro dignitoso.

Concetto, quello della dignità, ripreso anche da padre Antonello Fanelli, del Sacro Convento di San Francesco d'Assisi, e dal presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna. «La persona deve essere al centro del nostro lavoro. I valori che portano al rispetto della dignità della persona sono disseminati nella Costituzione e noi, con il nostro lavoro, li veicoliamo ai cittadini», ha rilevato.

Sergio Bassoli, della Rete della Pace, ha rimarcato l'importanza del percorso comune «che stiamo facendo tutti quanti per la pace, singoli, istituzioni, associazioni impegnati nei diritti umani» e ha ripercorso la geografia delle «troppe guerre non risolte nel mondo», per poi lanciare un appello al servizio pubblico affinché dia «più spazio all'educazione e alla formazione, per una cultura di pace». 

Dopo l'intervento di padre Alex Zanotelli, ha chiuso la conferenza stampa la portavoce di Articolo21, Elisa Marincola. «Da sempre – ha detto – seguiamo la Marcia della pace per difendere l'articolo 21 della Costituzione e il diritto dei cittadini ad essere informati. Oggi più che mai le parole sono potenti strumenti, ma non vengono usate le parole giuste. Attraverso le parole bisogna veicolare valori di pace. Il 6 ottobre ci confronteremo sulla carta di Assisi con giornalisti, cittadini, persone delle spettacolo e della cultura, proprio per aumentare la consapevolezza del bisogno di una comunicazione che crei ponti e non muri».

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