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Varese

La disabilità e lo sport: una sfida che a Varese sappiamo vincere


Un binomio che, negli ultimi anni, sta emergendo come possibile. Ma prima di fenomeni anche di costume, come la schermitrice paralimpica Bebe Vio diventata una star nazionale con la potenza del suo amore per la vita, Uisp coniuga sport e disabilità con naturalezz,a e con la bellezza dei suoi valori. Anche a Varese: sono moltissimi i progetti dedicati agli sportivi con varie disabilità, e alcuni di questi hanno avuto spazio durante il congresso di sabato 3 dicembre a Varese. Ma sono quelli per la disabilità psichica a colpire di più, per quanto sono riusciti a portare serenità ai pazienti.

Progetti come il Gruppo di Lavoro Provinciale  per la salute mentale (GLP), guidato dal dottor Isidoro Cioffi dell’Ast Sette Laghi, che da anni collabora con Uisp e che ha riconosciuto come «lo sport sia un importante veicolo di inclusione, soprattutto per i malati psichici. Prima di tutto perché li mette in contatto con “esterni”, come i volontari Uisp, che garantiscono una regolarità di azioni all’interno delle giornate in comunità, scandendone il tempo. E poi perché contribuiscono, con la loro azione, ad abbattere lo stigma della malattia mentale, che è sentita come una vergogna anche dalle famiglie dei pazienti».

Risultati che prescindono da quale sport si pratichi. L’importante è fare sport. E allora due discipline apparentemente lontane, come la danza del ventre e il calcio, possono ottenere risultati simili, aiutando la socializzazione anche tra gli stessi disabili psichici.

«Ad un saggio del nostro corso di danza del ventre per donne disabili mentali (portato avanti con la psichiatria del Verbano) gli stessi educatori che seguono da anni le ragazze si sono stupiti della bella collaborazione che si è instaurata tra di loro: si aiutavano l’un l’altra ad agghindarsi per lo spettacolo, aiutandosi ad indossare i costumi o a pettinarsi i capelli. Attività non scontate, in un contesto come il loro» ha raccontato Ileana Maccari, che con la sua Asd Nashat da molti anni porta avanti questo progetto.

Emanuele Martignoni, referente per le attività sportive della psichiatria dell’Ast di Varese, 

racconta come i pazienti che ormai da qualche anno giocano a calcio con Uisp, «sono diventati un gruppo coeso anche fuori dal campo. Ed ecco che lo sport velocizza il processo verso quello per cui lavoriamo: una socializzazione normale». I tesserati nel gruppo del calcio di disabili psichici sono 36, ma ce ne sono altri 73 per tennis, nordic walking, tai chi o ginnastica, nella sola provincia di Varese.

 

 

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