Settore di Attività Nazionale

Vela

Report Sailing Blind Project

La UISP VELA si auspica che il report che segue sia di stimolo altre scuole e circoli per mettere a disposizione di tutti gli associati la propria esperienza o di rendersi disponibili alla sperimentazione, per lavorare insieme all'ambizioso progetto di delineare delle linee guida valide per tutti.

Vi lasciamo alla lettura, in coda i ringraziamenti.

UISP Blind Sailing Project - Incontro di Santa Marinella 28-29 novembre 2015

"Nello spirito di proseguire gli esperimenti pratici di avviamento dei Tecnici Educatori della Uisp Vela verso il mondo dei non vedenti, sabato 28 e domenica 29 novembre abbiamo riunito a Santa Marinella – RM – un piccolo gruppo formato da Monica Nolli (velista non vedente ndr) e alcuni dirigenti UISP. L’intento generale era  quello di simulare una lezione di vela nei confronti di un non vedente utilizzando Monica come  “cavia” volontaria. Il fatto che Monica avesse già una certa esperienza nella pratica della vela e quindi a conoscenza di “quello di cui si stava parlando” è stato in realtà di ausilio poiché ciò le ha permesso di giudicare meglio se le modalità di insegnamento dei vari argomenti tecnici della vela fossero state efficaci nei confronti dell’allievo non vedente, al fine di un apprendimento “forte e chiaro”. In particolare, lo scopo simulato delle lezioni era quello di introdurre per la prima volta alla pratica della vela persone cieche in modo da dare loro la possibilità, alla fine di un determinato percorso, di sviluppare capacità atte alla partecipazione ad equipaggi misti formati da vedenti e non vedenti, con ruoli adeguati alle proprie possibilità personali.

La barca usata è stata un Caravelle in legno, con trozza del boma rialzata per evitare all’allievo urti accidentali con la testa; il Caravelle si è dimostrato abbastanza adatto per questo tipo di esperienza, presentando una sufficiente stabilità e con caratteristiche sicuramente preferibili a quelle di derive di minore lunghezza. La prima considerazione emersa è stata che nelle prime uscite, se possibile, sarebbe meglio ridurre la vela un po’ più del necessario a scopo precauzionale;

Dei brevi accenni sull’andamento e sui punti salienti delle lezioni:

Vestiario – verifica dell’idoneità degli indumenti e delle calzature indossati dall’allievo, allo scopo di evitare momenti problematici per freddo, umidità ecc. – considerazione: è importante fare indossare una cintura di salvataggio all’allievo, opportuno anche ragionare sull’opportunità di fargli indossare un elmetto di sicurezza. Raccomandazione di Monica: i ciechi per “vedere” usano le mani, importantissimo proteggerle con i guanti da vela.

Conoscenza tattile della barca a secco - giro all’esterno intorno alla falchetta prendendo contatto con sartiame, bitte, timone – considerazione: accennare appena a possibili forme diverse di altri modelli di barca, la concentrazione deve essere sulla sola barca in uso. raccomandazione di Monica: se possibile fare toccare all’allievo l’opera viva e la deriva della barca.

Si sale a bordo con barca a secco – familiarizzazione con lo spazio interno e  posizionamento mentale dell’attrezzatura all’interno di esso o di possibili ostacoli  e parti causa di possibili urti; considerazione: concentrarsi sulle sole parti di attrezzatura da utilizzare nella lezione, per quanto riguarda altre parti come ad esempio rinvii di bracci e scotte di spi accennare solo alla loro presenza. Raccomandazione di Monica: iniziare l’armamento  con la barca in secco facendo partecipare l’allievo e incocciando le vele alle drizze senza alzarle.

Barca in acqua, si sale a bordo -  l’allievo, sotto il controlo dell’istruttore, prende coscienza degli effetti degli spostamenti dei pesi sull’assetto della barca; si alzano le vele lasciandole in bando e facendo prendere all’allievo percezione spaziale del Boma, delle scotte e degli strozzatori. Considerazione: come in tutte le iniziazioni è sempre meglio evitare episodi di forte disagio o addirittura traumatizzanti, l’allievo deve poter salire a bordo in sicurezza da un pontile o una banchina senza acrobazie o pericoli, in mancanza di quelli deve poter salire a bordo dalla riva senza bagnarsi d’inverno - e senza arrampicamenti sulla falchetta che possano procurare sfregamenti, contusioni o eccessivi sforzi muscolari.

Barca in navigazione – la barca prende il mare con l’istruttore al timone, appena fuori si invita l’allievo a cercare di rivolgere il viso in direzione del vento in modo da avere percezione della sua direzione rispetto alla barca. Si cedono quindi le scotte del fiocco all’allievo e lo si invita a prendere coscienza dei rumori del fiocco stesso quando va in bando e con conseguente sbattimento delle scotte, in modo da accennare ad una sua regolazione basata anche sulla tensione del braccio di scotta. Considerazione: insieme alla sensazione del vento sul viso è molto utile confrontare il sibilo dell’aria fra i due orecchi ed intorno ai lacci degli occhiali, nello stesso tempo occorre insistere molto sul concetto di sopra e sotto vento e sugli effetti dello spostamento dei pesi. Considerazione di Monica: utilizzare anche il calore del sole come mezzo di orientamento.

Allievo al timone – facendo attenzione allo spostamento dei pesi l’allievo si porta al timone e prende confidenza con la barra, imparando a muoverla sotto il comando dell’istruttore – orza e puggia – ed assimilando gli effetti dell’azione sul timone rispetto alla direzione della barca. Successivamente al concetto del timonare si associa la sensazione del variare della direzione del vento  sul viso, e conseguentemente sui rumori e sbattimenti del fiocco fissato con lo strozzatore. Quando si è assimilato sufficientemente l’uso del timone si aggiunge la manovra della scotta della randa, sottolineando nei confronti dell’allievo l’effetto orziero della stessa sulla barca e sul “tiro” della barra nella mano che la stringe. Considerazione: ovviamente l’assimilazione della manovra del timone e della scotta in un allievo cieco è molto più lenta, ma con l’allenamento si arrivano a buoni risultati, nel caso di Monica si assiste ad uno “scodinzolo” sul timone addirittura minore di quello che si riscontra abitualmente in un velista normodotato, in ogni caso prima di passare alle virate è meglio “passeggiare” molto. Considerazione di Monica: Per aumentare la sicuerzza dell’allievo, è bene che all’inizio anche la mano dell’istruttore sia sulla barra, con tocco leggero.

Virate – quando l’allievo ha acquisito sufficiente sicurezza, si passa alle virate in prua, provando e riprovando come con un allievo normodotato: le continue prove hanno lo scopo, oltre a fare assimilare la normale tecnica di virata, anche quello di aumentare la familiarizzazione con l’attrezzatura del pozzetto e, soprattutto con la mobilità del corpo e dei pesi. Nelle virate di poppa, oltre a curare la disposizione dei pesi e la mobilità, va sottolineato l’ascolto dei rumori del fiocco e la posizione del paranco della scotta della randa ad evitare strambate, per cui durante la virata l’allievo è meglio che impugni il pacco dei fili e, se l’intensità del vento lo consente senza strappi, cambi bordo alla vela con questo anzichè cazzare e lascare la scotta. Considerazione: è importante allenarsi allo spostamento del corpo e dei pesi; è importante inoltre approfondire la destrezza dell’allievo nell’uso dello stick, non escludendo l’ipotesi di non utilizzarlo mai.

Rientro – le manovre di rientro in porto o verso la spiaggia possono essere effettuate dall’allievo stesso opportunamente guidato a voce, non escludendo la manovra della deriva se ci si avvicina verso un basso fondale. Considerazione: è importante insistere con l’allievo per la memorizzazione delle posizioni dell’attrezzatura nel pozzetto.

Considerazioni finali

In ogni corso di iniziazione il primo obiettivo deve essere quello di trasmettere entusiasmo e piede marino all’allievo, si ipotizza perciò che con allievi ciechi per il raffinamento della tecnica ci sarà tempo, così come per la conoscenza dell’attrezzatura nei minimi dettagli: lo scopo non deve essere quelo di creare una selezione di eletti, bensì quello di mettere in condizione persone non vedenti di trovare una loro collocazione all’interno di un equipaggio misto facendoli partecipare alla conduzione ed alla gestione dell’imbarcazione, e non considerandoli “zavorra” da esporre al sole in pozzetto. Nello stesso tempo non si può pretendere che rimangano soli nel governo della barca, per cui è importante che le indicazioni del capobarca di turno siano chiare e comprensibili, e che il non vedente sia allenato ad agire senza incertezze riconoscendo a memoria e al tatto le manovre e le loro collocazioni; molto importane anche che la barca sia a sua misura, nel senso che non ci siano ostacoli inutili nel pozzetto come oggetti non necessari alla manovra, in caso siamo presenti bisogna che il non vedente abbia modo di memorizzare la posizione anche di questi.

Relativamente agli istruttori che hanno partecipato all’esperienza, si può dire che ci sia stata una risposta positiva da tutti loro nell’ approcciarsi ad un metodo di insegnamento diverso dall’abituale e con un allievo fuori dall’ordinario, sia per quanto riguarda gli istruttori con esperienza consolidata in Uisp, che per chi sta ora ultimando il cammino nella formazione come Luca Poli, il quale ha dimostrato competenza e attitudine all’insegnamento con il giusto equilibrio fra serietà e “leggerezza”, certamente frutto di un “mestiere” acquisito in precedenti esperienze.

Raccomandazione finale: è consigliabile che quando si passerà ad insegnare ad allievi totalmente principianti, per le prime volte gli istruttori siano assistiti da Monica, la quale ha assicurato la sua disponibilità a rimanere in contatto diretto anche se non presente a bordo."

Si ringrazia:

Monica Nolli

Maurizio Giorgi, promotore dell'iniziativa e della stesura del report

Stefano Fantozzi, per aver messo a disposizione barche, base nautica ed attrezzature

Luca Poli e Gianni Merolli, dirigenti UISP VELA presenti all'evento

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