Uisp-a-mente

UISP-A-MENTE Newsletter della Uisp Emilia-Romagna

n. 13 anno II - lunedì 16 luglio 2012

Web: www.uisp.it/emiliaromagna E-mail: redazione.emiliaromagna@uisp.it

Facebook: facebook.com/uispemiliaromagna


1. SONS OF ANARCHY: L'ULTIMO NUMERO DI FUORI AREA

La rivista ufficiale della Uisp Emilia-Romagna è uscita ai primi di luglio con un'edizione dedicata al tema dell'anarchia. Un viaggio tra i principi e la natura dello sport

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

2. UN TERREMOTO NELLO SPORT

Le conseguenze del sisma emiliano sul mondo sportivo di base: impianti distrutti, altri tramutati in tendopoli. Un movimento che rischia di essere azzerato e che, partendo dall'attività motoria nei campi degli sfollati, spera di avere l'occasione di una rinascita

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

3. ANARCHIA E SPORT POSTMODERNI

Sono questi rispettivamente il tema e l'approfondimento proposti dal secondo numero di "Fuori Area", rivista ufficiale della Uisp Emilia-Romagna. Nello speciale le interviste a dieci rappresentanti di società del territorio regionale che si occupano di queste discipline

di Stefano Miglio

4. MEDITERRANEO ANTIRAZZISTA VINCE LA COPPA MONDIALI ANTIRAZZISTI

Il trofeo più prestigioso alla squadra che organizza un evento gemello per le periferie palermitane. Domenica 8 luglio l'appendice della festa Uisp con il torneo della solidarietà per le popolazioni colpite dal sisma

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

5. "NEGRO, EBREO, COMUNISTA". E TANTO ALTRO ANCORA

Ai Mondiali Antirazzisti, festa contro tutte le discriminazioni organizzata dalla Uisp, ieri c'è stato un dibattito sul libro di Mauro Valeri che narra la storia di Alessandro Sinigaglia, personaggio rilevante della Resistenza italiana

di Stefano Miglio

6. L'ITALIA SAREBBE MIGLIORE SENZA I CIE

I partecipanti ai Mondiali Antirazzisti si riuniscono per discutere dei Centri d'identificazione ed espulsione. Il ruolo dello sport per l'integrazione e lo spreco di risorse nei Cei al centro del dibattito

di Stefano Miglio

7. UN POMERIGGIO ULTRAS AI MONDIALI ANTIRAZZISTI

Intervista ad Alessandro Marchi, autore del libro "Fegato e cuore", una storia di sport e integrazione

di Layla Mousa

8. DIRITTI IN CAMPO AI MONDIALI ANTIRAZZISTI

Nella giornata di chiusura del torneo di calcio presentati i risultati del progetto nazionale per l'integrazione con lo sport

di Stefano Miglio

9. APPARECCHIARE I MONDIALI ANTIRAZZISTI PER LA RIDUZIONE DEI CONSUMI

Il 7 luglio il dibattito pomeridiano dedicato all'ambiente, alla giustizia sociale nella filiera del cibo e al contributo dello sport per il futuro del pianeta

di Francesca D'Ercole

10. CON LO SPORT "ABBRACCIAMO L'EMILIA"

Dibattito sul terremoto il 7 luglio ai Mondiali Antirazzisti. Ruolo delle istituzioni e delle associazioni e condizione dei migranti al centro della discussione

di Stefano Miglio

11. DALLO SCI AI PROGETTI SOCIALI

Intervista a Carlo Rodolfi, dirigente dello Sci club Guastalla, società con oltre 35 anni di storia. Impegnata costantemente nel sociale, quest'anno ha scelto di destinare una parte dei propri fondi alle popolazioni emiliane colpite dal sisma

di Stefano Miglio

12. VELEGGIATA PER L'EMILIA

Il Gruppo Velico Oltre Mare organizza, il 29 luglio a Porto Garibaldi in provincia di Ferrara, una manifestazione velistica non competitiva. L'unico obiettivo è quello di raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni emiliane colpite dal sisma

di Stefano Miglio

1. SONS OF ANARCHY: L'ULTIMO NUMERO DI FUORI AREA

La rivista ufficiale della Uisp Emilia-Romagna è uscita ai primi di luglio con un'edizione dedicata al tema dell'anarchia. Un viaggio tra i principi e la natura dello sport

Senza principio. È in questo modo un po' spiazzante che si apre l'ultimo numero di "Fuori Area", rivista ufficiale della Uisp Emilia-Romagna. Due parole che hanno fatto da guida allo sviluppo di questa uscita dedicata al tema dell'anarchia. Una parola complessa, che viene dal greco an-archè e vuol dire appunto "senza principio". Ma qual è il significato della parola "principio"? "Ordine" oppure "origine". Negare il principio allora riporta al caos oppure allo stato di natura? È il dilemma al centro della serie televisiva "Sons of Anarchy", da cui abbiamo preso ispirazione per il titolo del numero uscito ai primi di luglio. Nel serial il protagonista vive diviso nel conflitto di questa doppia interpretazione.

E proprio tra questi due estremi si collocano gli argomenti che vengono trattati nei veri articoli di questo numero. Caos, terremoto, guerra, immigrazione: da un lato uno scenario complesso. Natura, assenza di codici e di strutture, ricerca del piacere attraverso l'indipendenza: dall'altro un mondo decisamente più armonico. Il tema dell'anarchia ci ha guidato attraverso incroci complessi. In ciascuno di questi, il tentativo era quello di capire dove si collocasse lo sport.

Scarica gratuitamente l'ultimo numero di Fuori Area

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

torna all'indice

2. UN TERREMOTO NELLO SPORT

Le conseguenze del sisma emiliano sul mondo sportivo di base: impianti distrutti, altri tramutati in tendopoli. Un movimento che rischia di essere azzerato e che, partendo dall'attività motoria nei campi degli sfollati, spera di avere l'occasione di una rinascita

«"I Comuni indicano sempre le aree sportive come punti di riferimento in caso di emergenze. Perché lì hai tutti i servizi, come bagni e docce, ci sono gli attacchi di acqua, luce e gas, sei in zone aperte, pianeggianti, senza edifici intorno, probabilmente gli impianti sono tutti di costruzione abbastanza recente e ci sono i parcheggi. In più quei luoghi sono conosciuti e già identificati dalla popolazione come spazi di aggregazione. Le aree sportive sono il top per quanto ci riguarda". A parlare è Luciano Gobbi, responsabile della Protezione Civile della Provincia di Reggio Emilia, mentre ci accompagna all'interno della tendopoli di Reggiolo. Qui, dopo le scosse del 20 e 29 maggio, sono state ospitate gran parte delle persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Attualmente sono 470 gli occupanti di questo campo, per la maggior parte stranieri di origine pachistana. Le tende sono montate sul campo da calcio, dove si allenava e giocava l'U.S. Reggiolo, e su quello di atletica. Ma intorno a queste due strutture si trovano anche due campi da tennis, uno da pallacanestro e diversi da beach volley. "Nelle strutture risultate agibili dopo le verifiche ho detto subito di riaprire l'attività. E per questo ho anche avuto delle critiche. Però la vita deve continuare a girare. Qui abbiamo provato a salvaguardare il più possibile le strutture sportive, per farle tornare a essere utilizzate nella loro funzione". Questo è l'approccio dell'assessore allo sport e alla Protezione Civile del Comune di Reggiolo Sauro Parmigiani, che qui ha anche l'incarico di responsabile del campo. E che nella sua fretta di ripartire e tutelare le strutture non ha tutti i torti.»

Si apre così il reportage sulle conseguenze del sisma emiliano sul mondo sportivo di base emiliano-romagnolo pubblicato nell'ultimo numero di "Fuori Area" (pp. 8-13), rivista ufficiale della Uisp Emilia-Romagna. Il racconto si sviluppa attraversando le provincie di Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Abbiamo incontrato i responsabili delle tendopoli della Protezione Civile, gli psicologi che lavorano sul campo per fornire assistenza ai terremotati, i rappresentanti delle società sportive che hanno visto i propri impianti distrutti o tramutati in luoghi di accoglienza, gli operatori Uisp che avevano vissuto in prima persona le conseguenza del sisma abruzzese e che nei campi avevano provato a utilizzare l'attività motoria come strumento per la ricostruzione di un tessuto di normalità.

Leggi il reportage "Un terremoto nello sport", da pagina 8 a pagina 13 di "Fuori Area"

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

torna all'indice

3. ANARCHIA E SPORT POSTMODERNI

Sono questi rispettivamente il tema e l'approfondimento proposti dal secondo numero di "Fuori Area", rivista ufficiale della Uisp Emilia-Romagna. Nello speciale le interviste a dieci rappresentanti di società del territorio regionale che si occupano di queste discipline

Il secondo numero di "Fuori Area", rivista ufficiale della Uisp Emilia-Romagna, ha come tema principale l'anarchia. L'approfondimento di questo numero (pagine 14-17) ha interessato gli sport postmoderni: skate, parkour, giocolerie, surf, acrobatica e fitness. All'interno dell'Unione Italiana Sport Per tutti il settore che si occupa di queste attività si chiama "Spazio Indysciplinati", è nato poco più di 2 anni fa a seguito di un'idea di Giulio Bizzaglia, dirigente Uisp, che si è incrociata con il percorso dei settori Fei (Formazione e risorse umane; politiche Educative; dipartimento attività Innovazione).

Gli sport postmoderni sono un'attività che coinvolge soprattutto la fascia generazionale degli adolescenti, non sempre facile da rendere partecipe all'interno di un'associazione. Sono attività caratterizzate dall'assenza di una codificazione rigida e dalla componente esperienziale, ovvero dal provare emozioni mettendo alla prova le proprie abilità. Sono discipline in cui non va avanti chi è più bravo: l'obiettivo è migliorare in modo graduale le proprie capacità a seconda dei propri limiti. Inoltre rappresentano la principale offerta motoria svolta all'interno delle palestre popolari dei centri sociali.

La Uisp Emilia-Romagna propone diverse offerte di attività in questi settori, naturalmente a seconda dei diversi territori. Nella riviera romagnola sono diffusissimi il windsurf e il kitesurf, mentre nelle città di Bologna, Ferrara, Modena, Piacenza e Reggio Emilia, skate, parkour, fitness e giocolerie la fanno da padrone. Per questa nostra indagine abbiamo ascoltato i diversi referenti sui territori, per farci spiegare dettagliatamente: in cosa consistono queste attività; come vengono presentate agli allievi; le motivazioni che avvicinano le persone alla pratica di queste discipline e, ovviamente, i rapporti che intercorrono con la Uisp.

Si ringraziano per la disponibilità: Daniele Arduini, presidente del Team Regina di Cattolica; Marcello Bortolotti, presidente Skateboard Palazzetto di Modena; Mattia Capozzolo, presidente di Boobs Brigade di Ferrara; Mattia Cianciarella, responsabile dell'associazione La Rampa di Reggio Emilia; Riccardo D'Ambrosio, responsabile delle attività del comitato Uisp di Imola-Faenza; Gaetano Maricchiolo, presidente del Windsurf Club di Cesenatico; Alex Opizzi, segretario dell'Asd Parkour Piacenza; Giorgio Schianchi, presidente di Parma Skating; Barbara Vitangeli, responsabile tessuto aereo al centro sociale Tpo di Bologna; Marcello Zanotti, presidente di Punta Ruvida di Ravenna.

Leggi le interviste integrali ai responsabili delle 10 società sportive Uisp

di Stefano Miglio

torna all'indice

4. MEDITERRANEO ANTIRAZZISTA VINCE LA COPPA MONDIALI ANTIRAZZISTI

Il trofeo più prestigioso alla squadra che organizza un evento gemello per le periferie palermitane. Domenica 8 luglio l'appendice della festa Uisp con il torneo della solidarietà per le popolazioni colpite dal sisma

Nella giornata di sabato 7 luglio festa finale ai Mondiali Antirazzisti dove, grazie alla rinnovata formula, le finali del torneo di calcetto ai rigori si sono disputate nel cuore della festa di fronte alla Piazza Antirazzista, per poi assistere tutti insieme alle premiazioni e al successivo concerto de Le Tremende e della Banda Bassotti. Il torneo di calcio si è concluso con la vittoria del BaLotta Continua, grandi aficianodos dei Mondiali, al secondo posto si sono classificati i Liberi Nantes, squadra romana composta da rifugiati politici di diverse nazionalità, e al terzo posto Hic Sunt Leones, del TPO - laboratorio di arte e cultura politica - di Bologna.

Ma le coppe assegnate non si fermano a quelle dei risultati sportivi, bensì prendono in considerazione diversi aspetti sia del comportamento in campo che delle attività realizzate nel corso dell'anno. Proprio per questo la coppa più "sentita" - la Coppa Mondiali Antirazzisti - è stata assegnata alla squadra Mediterraneo Antirazzista di Palermo che organizza ogni anno un torneo di calcio che coinvolge le comunità di migranti e i ragazzi dei quartieri periferici della città, e che nel 2012 ha coinvolto 150 squadre. Alle premiazioni hanno partecipato tra gli altri, Vincenzo Manco, presidente regionale Emilia-Romagna: "Quest'anno il pensiero va alle persone colpite dal sisma in Emilia, per le quali i Mondiali hanno organizzato una raccolta fondi e un torneo di solidarietà tra alcune squadre dei Mondiali e altre provenienti dalle tendopoli. Lanciamo così un segnale a favore dello sport di base e per tutti, duramente provato dal terremoto".

Tra le squadre in campo gli Outsiders Avellino mescolati con i ragazzi di Medolla, che hanno sfidato la squadra di Gallarate. Mediterraneo Antirazzista invece ha giocato contro il Centro Islamico di Mirandola, i cui spazi aggregativi sono andati totalmente distrutti dopo il 29 maggio. La Coppa Invisibili dei Mondiali è stata assegnata proprio alla popolazione emiliana. Inoltre sono stati svolti dei tornei di touch rugby e di cricket, vinti rispettivamente dalle Tope Touch Rugby e da Varese Resistente. Sul palco per le premiazioni anche il partigiano Adelmo Cervi, che tra l'emozione di tutti ha intonato le note di Bella Ciao, e Stefano Reggianini, sindaco del Comune di Castelfranco Emilia, che si è detto ancora una volta orgoglioso di ospitare la manifestazione.

La lista completa delle coppe assegnate

A seguire lo speciale sull'edizione numero 16 dei Mondiali Antirazzisti

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

torna all'indice

5. "NEGRO, EBREO, COMUNISTA". E TANTO ALTRO ANCORA

Ai Mondiali Antirazzisti, festa contro tutte le discriminazioni organizzata dalla Uisp, ieri c'è stato un dibattito sul libro di Mauro Valeri che narra la storia di Alessandro Sinigaglia, personaggio rilevante della Resistenza italiana

"Questo libro non è soltanto una biografia, espande la visione sulla storia sociale, culturale ed economica dell'Italia". Con queste parole Mauro Valeri ha presentato il 4 luglio, nella giornata di apertura dei Mondiali Antirazzisti, il suo libro "Negro, ebreo, comunista" dedicato alla figura di Alessandro Sinigaglia. Il partigiano Sinigaglia, nome di battaglia "Vittorio", nacque nel 1902 a Fiesole e morì nel 1944 a Firenze, a seguito di un attentato della "Banda Carità", gruppo di SS operante nel capoluogo toscano, che lo sorprese e fucilò all'uscita di un ristorante.

Il titolo riprende le parole della celebre canzone di Guccini "L'avvelenata" narrando le vicende di un personaggio molto particolare. I suoi genitori si incontrarono e innamorarono nella residenza della famiglia americana e aristocratica degli Smith: la madre lavorava come domestica ed era un'afroamericana mentre il padre faceva il meccanico ed era di religione ebraica. Lui divenne comunista fin da molto giovane. "Alessandro ha provato a mantenere le tre identità, di nero, ebreo e comunista, per tutta la vita, senza mai rinnegarne alcuna - spiega Valeri -. La scelta di diventare comunista fu abbastanza lunga. Sinigaglia infatti fu condizionato dall'aver vissuto l'adolescenza in un mondo abbastanza 'protetto' e libero, dato che la famiglia Smith era di religione protestante e non aveva alcun tipo di pregiudizio".

Dopo aver svolto il servizio militare come sommergibilista nella Marina, Sinigaglia rientrò a Firenze e decise di cambiare radicalmente vita. "Il fascismo si è sempre posto a favore dei padroni - racconta l'autore - che in quegli anni erano soprattutto i grandi latifondisti. In più quando Alessandro tornò dalla Marina era disgustato dai loro comportamenti, anche perché fu costretto a partecipare al bombardamento di Corfù (che Mussolini ordinò, causando quindici vittime, come soluzione finale della crisi di Corfù del 1923, ndr)".

Ma quali erano i pericoli che correva una persona a essere comunista in quell'epoca? "Una scelta simile - risponde Valeri durante il dibattito - significava mettere la propria vita a disposizione della lotta. Si andava incontro a due possibilità: o l'esilio o il carcere. Fu dunque una scelta radicale per Alessandro, che mise in gioco la sua persona su tutto, rinunciando a famiglia, casa e patria". Da qui iniziano le avventure di Sinigaglia che fu mandato dal partito in Unione Sovietica, sia per la sua formazione che per scappare alla galera. Lì avvenne la sua crescita politica. Incontrò una ragazza da cui ebbe una figlia, Margherita, che abbandonò per trasferirsi in Svizzera e continuare la lotta armata. Da lì andò in Spagna per combattere al fianco di anarchici e comunisti che si opponevano al regime di Francisco Franco. Dopo la sconfitta riparò in Francia, dove fu arrestato dalle autorità locali e consegnato ai fascisti italiani che lo confinarono a Ventotene. In Francia avvenne un episodio curioso, sottolineato dalla copertina del libro. "Quando le persone arrivavano in Francia - racconta l'autore del libro - non erano bene accette, e le guardie gli facevano togliere i fazzoletti dal collo (che erano rossi per i comunisti e rossoneri per gli anarchici). Lui non volle farlo, poiché era un simbolo d'identità e la foto della copertina può considerarsi come una foto dell'orgoglio".

"A Ventotene si riorganizza il gruppo comunista. Sappiamo poco di Alessandro, solo che si specializza in riparazione di pantofole e penne a biro, alcuni dei mestieri che erano costretti a inventarsi gli esiliati per sbarcare il lunario. Quando morì il padre, Sinigaglia non ebbe la possibilità di partecipare al funerale, poiché al confino non aveva rinnegato le proprie idee" conclude Mauro Valeri. Terminato l'esilio fu nominato responsabile della riorganizzazione del partito comunista a Firenze. Con questo ruolo si chiudono gli ultimi anni della sua esistenza: la "Banda Carità" lo sorprese nel '44 a Firenze all'uscita da un ristorante, provò a scappare ma fu colpito alle spalle e ucciso. Non l'hanno potuto torturare ma riuscirono a strappargli dalla bocca due denti d'oro.

di Stefano Miglio

torna all'indice

6. L'ITALIA SAREBBE MIGLIORE SENZA I CIE

I partecipanti ai Mondiali Antirazzisti si riuniscono per discutere dei Centri d'identificazione ed espulsione. Il ruolo dello sport per l'integrazione e lo spreco di risorse nei Cei al centro del dibattito

Dibattito sui Centri di identificazione ed espulsione, ieri 5 luglio, ai Mondiali Antirazzisti, festa contro tutte le discriminazioni organizzata dalla Uisp dal 4 all'8 luglio. "Tutti noi abbiamo diritto alle stesse possibilità", questa l'affermazione iniziale di Cécyle Kyenge, portavoce nazionale della rete dei migranti Primo Marzo. Dichiarazione condivisa da tutti i presenti al dibattito. Coordinati da Filippo Fossati, presidente Uisp, erano presenti ieri nel parco di Bosco Albergati che ospita la manifestazione: Gianmarco De Pieri di Ya Basta, associazione padovana per l'integrazione; Leonardo Tancredi di Piazza Grande, associazione che lavora con i senza tetto di Bologna; Ciro Spagnulo, del centro lavoratori stranieri Cgil di Modena.

Tra i temi più discussi sicuramente quello dell'attività motoria e della sua funzione per l'integrazione. "Lo sport è un terreno irrinunciabile per la battaglia antirazzista - ha dichiarato De Pieri -. Si cambia il mondo iniziando a cambiare se stessi, anche nel rapporto con il proprio corpo". Ha condiviso questa tesi anche il presidente Uisp Fossati: "Lo sport è uno strumento importante per mettere in contatto diverse culture. Il mondo futuro è destinato ad essere sempre più 'meticcio': il problema sarà dunque la gestione della situazione. I temi principali sono quelli dell'integrazione e dell'accoglienza. Noi dobbiamo dare un aiuto alle persone che lasciano il loro Paese in cerca di fortuna e l'attività motoria può essere una possibilità d'incontro, visto che nello sport si parla il linguaggio universale del corpo".

Al centro dell'interesse in particolar modo l'educazione dei bambini, importante per far crescere in futuro persone che non abbiano alcun pregiudizio legato a un colore della pelle diverso dal proprio. "L'Italia sarebbe migliore senza alcun tipo di barriera - afferma la Kyenge - e il percorso da fare è creare una consapevolezza dei propri diritti, cercando attraverso la quotidianità di eliminare tutte le barriere, non solo fisiche ma mentali". Qual è l'autorità morale e politica del Parlamento e delle istituzioni locali per cacciare i cittadini extracomunitari dai propri confini? "Mai come ora la nostra società deve dimostrarsi migliore della politica che vuole rappresentarci" sottolinea De Pieri.

Altro argomento emerso dal dibattito è la battaglia d'informazione da fare sui Cie, su cui la comunicazione non sempre è corretta. I numeri vengono in aiuto per descrivere al meglio la situazione di quelli che, nel corso del dibattito, spesso sono stati definiti "centri di detenzione per immigrati". Leonardo Tancredi di Piazza Grande ha fornito alcuni dati interessanti: "La prima battaglia è quella di fornire una comunicazione corretta. Nei Cie non c'è solo uno 'spreco' di diritti, ma anche di risorse, e non possiamo permettercelo. Dal '99 al 2011 è stato speso circa un miliardo di euro per la loro gestione e solo il 47% delle persone trattenute sono state effettivamente espulse. I Centri si sono dimostrati quindi uno strumento fallimentare anche a livello di efficienza". Sulla stessa lunghezza d'onda le dichiarazioni rilasciate da Spagnulo: "Con i Cie si vuole curare l'irregolarità. Ma l'immigrazione è un fenomeno strutturale e noi abbiamo una legge, la Bossi-Fini, che non prende atto di questa realtà. In questo modo gli extracomunitari irregolari diventano ricattabili e questa situazione fa comodo agli imprenditori che speculano sugli immigrati con il lavoro nero".

In conclusione, da sottolineare la buona cornice di pubblico presente, con diversi stranieri, tedeschi e francesi su tutti, a seguire il dibattito accompagnati dagli interpreti. Un plauso finale è da fare a queste ragazze e ragazzi che accompagnano gli ospiti stranieri durante tutta la manifestazione. Questo è lo spirito dei Mondiali Antirazzisti, coinvolgere tutti in tutte le attività.

di Stefano Miglio

torna all'indice

7. UN POMERIGGIO ULTRAS AI MONDIALI ANTIRAZZISTI

Intervista ad Alessandro Marchi, autore del libro "Fegato e cuore", una storia di sport e integrazione

Venerdì 6 luglio, al pomeriggio, ai Mondiali Antirazzisti si è svolto un dibattito organizzato dagli ultras, che ha coinvolto Alessandro Marchi, l'autore del libro "Fegato e cuore", e Gianluca Marcon, regista del documentario "E noi ve lo diciamo". Marcon racconta la storia del suo lavoro: "Questo documentario è stato autoprodotto. Ho girato fra le città d'Italia e ho seguito i capi ultrà nella loro vita quotidiana, non solo la domenica ma durante tutta la settimana. Qui ai Mondiali Antirazzisti - aggiunge - c'è esattamente il messaggio del mio documentario: solo a posteriori si creano delle diversità, perché in realtà siamo tutti uguali". Alla fine della discussione un ultrà dell'Atalanta ha suggerito a Marcon di produrre un documentario in cui intervistare i giovani che entrano per la prima volta in curva (e non sempre i soliti noti), dato lo scenario attuale di questo mondo, cambiato in seguito all'introduzione della tessera del tifoso e del divieto di trasferte, per confrontare la situazione attuale con quella del passato. A margine del dibattito invece abbiamo scambiato due battute con Alessandro Marchi, per capire da dove è partita l'idea del suo romanzo.

Il protagonista del tuo libro, Steve, si ispira ad una persona realmente conosciuta o è prodotto della fantasia?
"È di fantasia. Lo avevo pensato come un personaggio che ha il battito di un cuore non suo. I primi tre capitoli sono stati scritti tutti d'un fiato. Prima è arrivato Steve e poi i coprotagonisti, che si sono animati nel contorno. Alcune parti del libro sono nate così".

Come mai hai scelto di ambientare il testo a Londra?
"Perché mi sembrava il luogo ideale dove ambientare la mia storia. Una delle volte che sono stato in questa città ho conosciuto l'allenatore della squadra FC Bari, squadra del West Ham, un quartiere molto particolare dove il concetto di inclusione si sente molto forte".

Che ruolo ha il calcio nella tua vita?
"Seguo il calcio da appassionato ma in questo caso è stato un pretesto per parlare della realtà. Steve è lo stereotipo dell'inglese che ama l'Inghilterra e la sua squadra, odia i 'froci' e gli immigrati. Steve ha anche il cuore trapiantato, e nel corso del romanzo arriva a chiedersi da dove provenga questo cuore. Vincenzo, l'altro protagonista, è un immigrato italiano, che gioca a calcio solo per sfuggire all'alienazione del lavoro".

Conosci i Mondiali Antirazzisti?
"Sì, mi piace molto la dimensione di villaggio dello sport. Ci sono pro e contro nello spostamento da Bologna a Bosco Albergati, ma i Mondiali mantengono la loro dimensione".

di Layla Mousa

torna all'indice

8. DIRITTI IN CAMPO AI MONDIALI ANTIRAZZISTI

Nella giornata di chiusura del torneo di calcio presentati i risultati del progetto nazionale per l'integrazione con lo sport

"Diritti in campo: sportpertutti per una società interculturale" è un progetto Uisp, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell'ambito della legge 383/2000 di promozione sociale. L'obiettivo prefissato è quello di favorire l'integrazione attraverso lo sport e l'accesso alla pratica sportiva dei cittadini migranti. Il progetto si concluderà tra fine agosto e inizio settembre ma oggi, 7 luglio, ai Mondiali Antirazzisti sono stati presentati i risultati raggiunti finora nelle 8 città italiane coinvolte nel progetto: Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino. "Costruire una società sportiva significa avere la voglia di condividere idee e impegni sociali, grazie a questo progetto sono state create 7 società sportive: 5 di cricket, una di basket e una di calcio. Siamo disponibili a raccogliere suggerimenti e stimoli per portare avanti queste idee" ha dichiarato Chiara Stinghi, responsabile del progetto.

Alcuni referenti del progetto sul territorio, Francesco Mapelli a Milano, Fabrizio De Meo a Genova, Gabriella Lo Cascio a Palermo e Leonardo Sbolci a Firenze hanno accompagnato alla manifestazione diversi rappresentanti delle squadre che sono nate grazie al progetto. "Abbiamo chiesto e trovato ospitalità ai Mondiali Antirazzisti - ha affermato la responsabile del progetto -. È importante far vivere ai ragazzi questa atmosfera, dove l'integrazione è vissuta realmente ogni minuto che trascorre".

Antonio Borgogni, docente dell'Università di Urbino, ha raccontato il lavoro svolto in questi mesi: "Abbiamo fatto una scelta, andare a visitare personalmente ogni singola realtà, facendo un po' la parte dei 'cattivi' per valutare tutti gli aspetti positivi e negativi. Giocando questo ruolo ciò ci siamo prefissati di poter suggerire alla Uisp, alla fine del progetto, le linee guida da seguire per poterlo sviluppare in futuro". E alcuni suggerimenti in tal senso li ha dati Fabrizio De Meo: "Lo sportpertutti in quanto tale non tratta soltanto d'inclusione sociale. Le attività devono essere orientate verso la riappropriazione degli spazi pubblici".

Parole di elogio e ringraziamento all'Unione Italiana Sport Per tutti sono arrivate dai giocatori stranieri intervenuti alla presentazione. Il capitano della squadra di Milano ha dichiarato: "Anche se sono infortunato ho voluto essere presente ai Mondiali Antirazzisti perché mi sento parte di questa squadra e ringrazio di cuore chi ci ha permesso di essere qui". "Avevamo difficoltà a giocare nei parcheggi, perché la polizia ci cacciava - ha affermato un rappresentante della squadra di Palermo - ma grazie alla Uisp siamo qui per condividere questa bellissima esperienza, con la speranza che ci sia la possibilità di continuare". Alla fine della presentazione un ragazzo del Bangladesh che milita nella squadra "Palermo Cricket" ha sollecitato i presenti: "Facciamo tutti un altro applauso, perché la Uisp ci sa fare".

di Stefano Miglio

torna all'indice

9. APPARECCHIARE I MONDIALI ANTIRAZZISTI PER LA RIDUZIONE DEI CONSUMI

Il 7 luglio il dibattito pomeridiano dedicato all'ambiente, alla giustizia sociale nella filiera del cibo e al contributo dello sport per il futuro del pianeta

"Mondiali Antirazzisti: come ti apparecchio una festa. Cosa c'entra l'antirazzismo con ambiente ed alimentazione". Questo il titolo del dibattito moderato da Pippo Russo, sociologo e docente dell'Università di Firenze, che si è svolto in Piazza Antirazzista all'interno del programma culturale di venerdì 7 luglio della festa contro le discriminazioni della Uisp. Distribuzione delle risorse e ingiustizie sociali che riguardano l'accaparramento dei beni primari come acqua, energia e cibo. Una distribuzione ingiusta in un sistema globale che produce discriminazione.

"È un tema coraggioso e pertinente - ha detto Santino Cannavò, responsabile settore ambiente Uisp - quello della relazione tra il razzismo, l'alimentazione, il riciclo e il riuso. La tematica è complessa e per questo diventa obbligatorio ragionare su più livelli. Forse in termini storici. Infatti siamo qui a discutere nello specifico di nuove forme di discriminazione e di gestione ambientale che riguardano principalmente l'energia. In realtà basta avere sott'occhio la portata dei flussi migratori per renderci conto di come si muovono le risorse. Come associazione crediamo che sia importante partire dalla base, soprattutto per tutto ciò che riguarda l'uso dell'energia in ambito sportivo. Impronta idrica, impronta carbonica, sono tutti strumenti che dobbiamo utilizzare per avere il quadro delle nostre manifestazioni e misurare il nostro impatto sull'ambiente".

"I Mondiali dal 1997, anno della prima edizione a Montefiorino, hanno iniziato ad avere una loro storia. In questo quadro - ha sottolineato Manuela Claysset, settore ambiente Uisp - apparecchiare una festa significa tenere conto di prodotti, produzione di CO2. Negli anni il nostro obiettivo è stato quello di produrre sempre meno e d'impegnarci nel raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi, ma al tempo stesso sempre più concreti".

Novità dei Mondiali 2012 l'attenzione al biologico ed una filiera del cibo che non produce discriminazione. "Alce Nero scende in campo con i Mondiali, un marchio che da più di trent'anni produce, trasforma e distribuisce direttamente i propri prodotti in Italia e nel mondo. Tanto lo sport quanto il cibo possono essere terreni fertili d'incontro e conoscenza reciproca, basati sull'impegno e il rispetto del lavoro" ha affermato Chiara Marzaduri, responsabile comunicazione Alce Nero. "Lo conferma infatti la nostra presenza nelle cooperative di piccoli produttori latinoamericani, che producono in Costa Rica, Brasile, Nicaragua, Argentina e altri paesi del centro e del Sud America. Prodotti come caffè, cacao, zucchero di canna, miele e altre specialità non solo biologiche, diventano quindi 'pulite' ma anche equosolidali e dunque fair.

Importante anche il contributo offerto da Roberto Gasparetto, direttore di Hera Sot Modena: "Raccontare perché siamo qua come sponsor tecnico della manifestazione non è semplice. Potrei riassumere in obiettivi il nostro intervento. Primo tra tutti l'introduzione del concetto di antirazzismo e rispetto delle differenze all'interno del nostro codice etico. Puntiamo ad essere un'impresa socialmente responsabile, orientata al sevizio offrendo la nostra esperienza e le nostre specificità anche ad eventi come i Mondiali Antirazzisti. Abbiamo già aderito a questo evento nelle precedenti edizioni, registrando ottimi risultati in termini di smaltimento con il 73% di 'rifiuto differenziato'. Un risultato straordinario per una manifestazione di tali dimensioni e complessità che ha premiato i notevoli sforzi sostenuti a livello organizzativo ed economico. Quest'anno per la manifestazione è stato intensificato l'utilizzo di acqua di rete, un servizio da implementare anche sul nostro territorio".

di Francesca D'Ercole

torna all'indice

10. CON LO SPORT "ABBRACCIAMO L'EMILIA"

Dibattito sul terremoto il 7 luglio ai Mondiali Antirazzisti. Ruolo delle istituzioni e delle associazioni e condizione dei migranti al centro della discussione

Ieri, 7 luglio, ai Mondiali Antirazzisti, manifestazione organizzata dalla Uisp che si è svolta nel parco di Bosco Albergati a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, si è tenuto un dibattito sul tema: "Il terremoto visto dal basso: dall'Abruzzo all'Emilia". Argomento scelto per ribadire ancora una volta lo slogan di questo evento, "Abbracciamo l'Emilia", che segnala l'impegno dell'associazione di sportpertutti a favore delle popolazioni colpite dal sisma in regione. La discussione è iniziata alle 18 nella Piazza Antirazzista, davanti a una discreta cornice di pubblico; il vicepresidente Uisp Vincenzo Manco ha moderato gli interventi dei diversi ospiti intervenuti. Erano presenti Emanuele Sirolli, del comitato di cittadini aquilani 3e32; Stefano Vaccari, assessore a sport, ambiente e Protezione Civile della Provincia di Modena; Paolo Belluzzi, dirigente Uisp Modena; Maurizia Borghi e Bettina Barbieri, dell'associazione Mani Tese; Cécile Kyenge, portavoce della rete migranti Primo Marzo; Clelia Bartoli, autrice del volume "Razzisti per legge"; Francesco Bernardi, centro sociale Guernica; Donato Pivanti, segretario Cgil Modena.

La questione delle cifre è stata subito ripresa dal vicepresidente Uisp: "L'Unione Italiana Sport Per tutti è strettamente connessa con il tessuto delle comunità: abbiamo circa 20 mila tesserati per i quali lo svolgimento delle attività è compromesso". Pivati ha sottolineato invece la situazione critica dei lavoratori e l'impegno della Cgil per loro: "Attraverso le deroghe abbiamo esteso la cassa integrazione nelle zone terremotate, si tratta di 20 mila persone, a sottolineare la quantità enorme di lavoro che c'è in quest'area".

Il ruolo delle istituzioni è stato al centro del dibattito; alcuni hanno sottolineato l'importanza dello Stato e delle comunità locali. "Nei giorni post terremoto c'è stato un protagonismo delle realtà locali - ha dichiarato Vaccari -. In quasi tutte le località colpite ci sono state diverse assemblee tra sindaci e cittadini, incontri che servono per rinforzare il senso di comunità, che i terremoti hanno sicuramente ferito". Sulla stessa lunghezza d'onda la Bartoli: "La gestione dell'emergenza è legata a doppio filo con la gestione politica di quel territorio. A L'Aquila infatti ci sono stati cambiamenti positivi dopo il sisma, riuscendo a fare buon uso di un cattivo affare".

Altri hanno invece aspramente criticato la gestione della Protezione Civile e delle istituzioni in generale, che spesso abbandonano al proprio destino le persone oppure, con una gestione troppo forte della situazione di emergenza, creano danni ingenti a chi già vive una condizione di disagio. Bettina Barbieri ha affermato: "In Emilia abbiamo vissuto una situazione di dimenticanza fino alla seconda scossa del 29 maggio. I bambini hanno perso subito la scuola e lo sport, e adesso è negata loro la normale quotidianità". Marca il concetto Sirolli: "Stare nei campi è come stare in manicomio, una gestione forte della Protezione Civile e delle istituzioni in generale causa un inebetimento della popolazione, la cosiddetta 'sindrome da istituzionalizzazione'". Bernardi pone poi l'accento sulla rabbia dei cittadini che vivono in campi autogestiti: "La situazione delle tendopoli autogestite è molto grave, sul piano mediatico non si parla di loro, sembra che non esistano. Questo ha portato ad un grandissimo livello di sfiducia verso le istituzioni. La gente non chiede promesse ma dati di fatto concreti".

Alla fine si è discusso della situazione dei migranti, che già normalmente vivono disagi legati ai permessi di soggiorno e alla burocrazia in generale che nega loro diritti basilari e non permette loro di sentirsi cittadini uguali agli altri. "I campi di accoglienza mettono sicuramente in evidenza contrasti culturali - ha dichiarato Belluzzi -. Stiamo rischiando un corto circuito in questo territorio, perché molti contenitori culturali sono stati spazzati via dal sisma". Conclude con una speranza per il futuro Cécile Kyenge: "Il terremoto non è stato solo fisico, ma culturale. Italiani e migranti devono lavorare insieme per costruire una nuova forma di cittadinanza".

di Stefano Miglio

torna all'indice

11. DALLO SCI AI PROGETTI SOCIALI

Intervista a Carlo Rodolfi, dirigente dello Sci club Guastalla, società con oltre 35 anni di storia. Impegnata costantemente nel sociale, quest'anno ha scelto di destinare una parte dei propri fondi alle popolazioni emiliane colpite dal sisma

Due bancali di bevande e succhi come piccolo contributo agli sfollati, per provare ad affrontare meglio le elevate temperature nelle tendopoli in questo periodo. Questa è la donazione che è stata fatta, il 12 luglio, direttamente alla Protezione Civile che gestisce il campo di Reggiolo dallo Sci Club di Guastalla, società Uisp che vanta più di 35 anni di storia. Ogni anno i suoi membri dedicano una parte dei propri fondi ad iniziative sociali a sostegno del territorio. Per farci raccontare meglio questo impegno nel sociale e l'attività sportiva della società abbiamo parlato con Carlo Rodolfi, dirigente dello Sci club Guastalla.

Carlo, come è nata l'idea di questo contributo?
"La cosa è stata molto semplice. Siamo in una zona terremotata anche noi. Sappiamo esattamente cosa è accaduto, conosciamo anche dei nostri associati e aziende a noi collegate che hanno avuto dei problemi. Quindi siamo direttamente coinvolti".

Ma questa donazione rientra tra molte altre attività per il sociale che promuovete. Raccontami un po' delle vostre iniziative.
"Ogni anno facciamo sempre un intervento sociale, a rotazione. Per quanto riguarda l'autismo, abbiamo dato un sostegno per 2 anni a un'associazione che si chiama 'Aut Aut', che segue appunto i ragazzi autistici. Poi abbiamo fatto supporto a rotazione sulle scuole, o materne o private. Noi gli procuriamo del materiale sportivo per permettere agli istituti di abbattere i costi relativi a questa voce di spesa".

Questo per il quanto riguarda il sociale. Cambiando argomento, ci racconti un po' dell'attività svolta dalla vostra società?
"Lo Sci club Guastalla esiste da più di 35 anni: siamo molto longevi. Gli associati oramai sono stabilmente intorno ai 500. Abbiamo ricevuto l'anno scorso un premio anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l'attività svolta nella promozione dello sport, in questo caso chiaramente invernale, per le famiglie e per i bambini. Siamo rientrati nei migliori 10 sci club d'Italia e siamo stati premiati dalla Federazione italiana e da quella internazionale sempre per la promozione di attività con i bambini. La nostra attività ha 3 filoni principali: il primo riguarda i corsi di sci e l'avviamento all'attività sportiva nel settore giovanile. Poi abbiamo 2 grossi eventi: una festa nazionale dei bambini, che si fa a metà febbraio e si svolge in uno spirito di gioco totale, senza agonismo. A marzo poi c'è un evento agonistico, una festa nazionale master, a cui partecipano circa 500/600 persone, atleti da tutta Italia per 3 giorni di agonismo puro a Pampeago, in Trentino".

Leggi l'intervista a Carlo Rodolfi in versione integrale

di Stefano Miglio

torna all'indice

12. VELEGGIATA PER L'EMILIA

Il Gruppo Velico Oltre Mare organizza, il 29 luglio a Porto Garibaldi in provincia di Ferrara, una manifestazione velistica non competitiva. L'unico obiettivo è quello di raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni emiliane colpite dal sisma

Il 29 luglio a Porto Garibaldi nel Comune di Comacchio, in provincia di Ferrara, si svolgerà un evento dal nome "Veleggiata per l'Emilia". La manifestazione non competitiva, organizzata dall'Asd Gruppo Velico Oltre Mare, servirà esclusivamente per raccogliere fondi a favore delle popolazioni emiliane colpite dal sisma di fine maggio. Per saperne un po' di più e per farci raccontare l'attività di questa associazione, abbiamo parlato con il presidente Stefano Secchieri.

Com'è nata l'idea di organizzare questa manifestazione?
"È nata immediatamente perché molti dei nostri soci provengono dalle zone più colpite dal sisma. Quindi eravamo già dai primissimi giorni consapevoli che stava succedendo qualcosa di grave e ci sentivamo un po' impotenti. Allora ci siamo chiesti se, come associazione, potevamo fare qualcosa. E ci è venuta questa idea. Quindi abbiamo deciso di provare a mettere in piedi questa manifestazione".

Avete in piedi altre iniziative di promozione sociale?
"Facciamo delle altre cose, che però sono legate ad attività ricreative o educative. Ad esempio tutti gli anni facciamo un corso di vela gratuito per la cittadinanza, oppure delle uscite in collaborazione con dei centri di terapia per ragazzi che hanno avuto degli incidenti, quindi a scopo riabilitativo. Tutto questo rientra in una serie di operazioni che realizziamo mettendo a disposizione gratuitamente le strutture dell'associazione, che fondamentalmente sono le barche e gli istruttori".

Parlami un po' della storia di questa associazione.
"È nata 25 anni fa e si è sempre occupata di dare degli strumenti di marineria a chi va per mare. L'idea era quella di riequilibrare lo sviluppo del mercato del noleggio che, secondo noi, non era compensato da una crescita anche delle competenze delle persone. Oggi la nostra è un'associazione di scuola di vela a tutti i livelli: dai bambini, per i quali organizziamo corsi, agli adulti e ad un settore agonistico che prepara adulti e ragazzi alle regate".

Qual è l'età delle persone coinvolte?
"Dagli 8 anni, perché con i campus iniziamo da questa età, fino ai 70".

Avete altri partner oltre alla Uisp?
"Come enti di promozione sportiva no. Siamo stati per un periodo riconosciuti dalla Federazione ma non ci portava nessuno strumento in più, quindi abbiamo lasciato perdere. A Comacchio collaboriamo con il ‘Consorzio Navi del Delta', formato da imprenditori del settore turistico. Poi con gli altri enti come il Comune e la Provincia, che quando è possibile ci danno una mano per portare avanti il nostro progetto".

di Stefano Miglio

torna all'indice