Settore di Attività Nazionale

Giochi

Tiro Dinamico

Carattere della Specialità

 

 

1) Modello didattico - Considerazioni preliminari

La nostra esperienza ha permesso di riscontrare, nei partecipanti alle attività di Tiro Dinamico da noi organizzate, uno sviluppo di attenzione rivolto alla sicurezza, alle componenti legate alla cooperazione e socializzazione, ad un veloce e naturale approfondimento della tecnica, della prevalenza del “divertimento nel raggiungere insieme un obiettivo” rispetto alla “solitudine” del risultato strettamente agonistico. In sostanza, il lavoro che proponiamo sostiene a priori la necessità di una valorizzazione della Cultura arcieristica attraverso tutte le sue componenti extra ed intra-disciplinari, nell’ambito di un sistema di apprendimento continuativo e “senza fine”.

2) Il Tiro Dinamico

l contesto stretto nel quale la didattica che proponiamo conta di agire è quello del “tiro dinamico”. Esso è inteso come quella forma di tiro che il più possibile si avvicina idealmente ai modi di tirare dell’antichità (quando l’arciere non impugnava un attrezzo sportivo). Questa forma di tiro gli permetteva di esprimere doti di velocità, abilità di colpire bersagli in movimento, di eseguire tiri in situazioni inusuali, e conseguire massima efficacia in essi: tutte attitudini oggi dimenticate o comunque eclissate nell’ottica delle specializzazioni “sportive” dominanti, che puntano esclusivamente ad un agonismo fondato sulla sola precisione e sullo sviluppo tecnologico dell’arma. In altre parole, si vorrebbe perseguire un contesto strettamente collegato al concetto “ontologico” dell’Arciere, attraverso una adeguata rivisitazione del sistema uomo – attrezzatura – bersaglio. Il lavoro sull’uomo è necessario per far sì che il soggetto principale del sistema, il bersaglio, sia colpito efficacemente tramite il mezzo (arco- freccia) gestito dall’arciere, come se queste componenti tecnologiche fossero “parte integrante” del corpo.

3) Approccio pedagogico

La Costruzione Personale è un sistema basato sulla convinzione che non esista un Modello specifico nell’approccio alle discipline arcieristiche, ma che ogni individuo ha “in sé” le prerogative per sviluppare, secondo modi e dinamiche individuali, un suo specifico atteggiamento al tiro, sia da un punto di vista biomeccanico che psicologico. In generale, questo lavoro prende corpo dalla convinzione che la realtà è una entità soggettiva e non oggettiva. Attraverso il modo di insegnare, costituito prevalentemente da stimoli e dialoghi su situazioni non-statiche ricreate artificialmente, il principiante tende a superare più facilmente i punti considerati classicamente “critici” dell’apprendimento del tirare con l’arco.

La Costruzione Personale è quindi vista come un mezzo privilegiato e continuativo di comunicare: un sistema privo di veri e propri binari, estremamente flessibile, basato unicamente su concetti di ergonomia e adattamento alle situazioni di contorno, in grado di generare processi di apprendimento personali fondati sulle aspirazioni dell’individuo.
Il contesto lato nel quale la didattica si vorrebbe sviluppare, quindi, è nel “lavoro sull’uomo”, contrapposto ad un lavoro tecnico che coinvolge come primo soggetto l’ambito esterno a lui, come l’attrezzatura e la ricerca della performance nella sola precisione. Questi sistemi di comunicare conducono allo studio e all’approfondimento di nuovi, diversi (o antichissimi) sistemi di relazione tra l’uomo e il concetto del “colpire a distanza”; un lavoro che esula da una applicazione riduttiva del “tiro al bersaglio”, ma che deve essere condotto attraverso metodologie didattiche, monitorato e reso infine fruibile a tutti attraverso pubblicazioni, comunicazioni, corsi e altri mezzi.

4) Il ruolo del Bersaglio

Il tiro con l’arco moderno incentra la sua attenzione sullo sfruttamento estensivo dell’attrezzatura (con le relative derive consumistiche), sulla sua sofisticazione e sulla esclusiva ricerca dell’estrema precisione; il bersaglio è visto come qualcosa di statico (indipendentemente dalla sua forma fisica) in cui esiste un “centro” da colpire, la cui grandezza è funzione dalla distanza di tiro per via della parabola che la freccia deve compiere. Invece, per sviluppare le doti dell’arciere in modo integrale, e basare su questo obiettivo il momento competitivo, riteniamo necessario caratterizzare il “bersaglio” stesso, in modo che sia questo a dettare legge. In altre parole, la sua forma e la sua dinamicità determinano le doti dell’arciere, esaltandone la completezza (forza, destrezza, velocità e precisione) indipendentemente dall’attrezzatura utilizzata per colpire. Fattore conseguente, il tiro al bersaglio diventa più spettacolare. Questa visione (originale in tutti i sensi…) obbliga innanzitutto ad un maggior coinvolgimento atletico e psico-fisico nel praticante, oltre che a stimolare la creatività e l’interesse sugli aspetti culturali interdisciplinari.

Particolarità tecniche della Specialità

1) Caratterizzazione

La disciplina del tiro dinamico nella sua esplicazione ludico – aggregativa – agonistica è costituita da manifestazioni/raduni in cui i percorsi di gara si snodano nell’ambiente naturale. Questi percorsi prevedono aree in sicurezza in cui il pubblico può assistere. Tecnicamente i percorsi sono costituiti da piazzole statiche e dinamiche. In funzione della tipologia di gara, i bersagli favoriranno la precisione, la mobilità, la velocità di esecuzione e la potenza. Lo scopo è quello di parificare le diverse specializzazioni, quando possibile, tra quelle tecnologiche e quelle tradizionali. Tra queste, quelle moderne e tecnologiche risulteranno avvantaggiate nei bersagli fissi posti a distanza (o molto piccoli) e nelle prove in cui la forza d’impatto della freccia sia fattore condizionante, viceversa per le specializzazioni tradizionali, in cui la mobilità e la velocità risultano elementi premianti.

2) Attrezzature consentite

Il tiro dinamico non prevede fondamentalmente alcuna preclusione sull’attrezzatura in quanto – come si è riportato precedentemente – è il bersaglio che condiziona la procedura del tiro. La linea comune allo svolgimento delle diverse tipologie di manifestazione è l’alternanza di bersagli che richiedano “abilità”, “velocità”, “precisione” o “potenza”. Viene da sé che nelle prime due specializzazioni gli stili tradizionali, con le attrezzature specifiche, siano privilegiati rispetto alle attrezzature tecnologiche (arco compoud e stili mirati), e viceversa. Scopo di questo sistema è quello di raffinare le doti complementari anche in quegli stili che apparentemente ne risulterebbero carenti. La risultante, come ribadito altrove, è il lavoro costante sulle doti dell’arciere, non sulla ricerca spasmodica di prestazioni dovute principalmente alla raffinazione tecnologica dello strumento.

3) Bersagli

I percorsi nelle manifestazioni sono combinazioni di piazzole fisse, a tempo, mobili e con caratteristiche dedicate alla potenza. Le fisse devono conservare la differenziazione di punteggio in due ambiti e non è obbligatorio caratterizzarle in materiali e dimensioni generali, purché rispettino i canoni della sicurezza, in quanto a resistenza all’impatto e alla salvaguardia dell’integrità delle frecce. I bersagli mobili possono essere su carrucole, su rotaia, a gravità, a propulsione elastica o pneumatica. I punteggi possono non differenziarsi in due aree distinte, in funzione della loro grandezza. I bersagli a tempo non sono vincolati generalmente alla presenza di un operatore con il cronometro, ma possono essere realizzati in funzione di un loro tempo utile di “esposizione “ al tiro. I bersagli per la potenza sono di due tipi: a ribaltamento (una sagoma che, se colpita nell’area indicata si ribalta a terra in funzione dell’energia posseduta dalla freccia) o a rotazione, proporzionale all’energia di impatto. Viene da sé che nelle categorie per arcieri giovani, le prerogative tecniche dei bersagli sul tiro di potenza siano proporzionate .