Nazionale

Ciclismo Uisp: "A Roma per Giulio", i diari della bici

Il racconto in prima persona di uno degli organizzatori dell'associazione Bisiachinbici, con le emozioni e le sfide regalate dalla ciclostaffetta per Giulio

 

A poco più di un mese dall'iniziativa organizzata per chiedere ancora una volta verità per Giulio Regeni, torniamo a parlare con gli amici di Bisiachinbici, per non spegnere i riflettori su Giulio: infatti, la ciclostaffetta è conclusa  ma tutt'altro che concluso è l'argomento "Verità per Giulio". Abbiamo intervistato Alessio Russi, dell'associazione Bisiachinbici. 

Com'è stata questa esperienza?
"La prima parola che viene in mente, pensando al puro aspetto ciclistico, è... stupore. Subito dopo aver lanciato la proposta "ciclostaffetta" mi sono chiesto: ma ce la farò? Riuscirò, io che non sono così allenato a portare a termine la ciclostaffetta? 900 chilometri sono molti ed io non avevo mai, in precedenza, pedalato per più di quattro giorni di seguito. Abbiamo dovuto superare gli Appennini che sapevo avrebbero presentato molte insidie. Non so se sia stata la convinzione derivata dal bisogno di mettermi in gioco per contribuire tenere viva l'attenzione su  quel che è successo a Giulio, devo però confessare che né io né i miei compagni di pedale abbiamo risentito fisicamente della lunga pedalata, né durante né alla fine. 23 tappe in 12 giorni, in città grandi e piccole, in cui siamo stati accolti e ricevuti da associazioni, amministratori locali, privati cittadini. Durante queste fermate, oltre al riposo, abbiamo potuto parlare e spiegare i motivi che ci hanno spinto a proporre la Ciclostaffetta e condividere una riflessione sui diritti umani in Italia ed all’estero in un periodo storico delicato che possiamo definire “di crisi”. Riteniamo infatti che questa sia una fase in cui sia necessario da parte di tutti lavorare, affinché la partecipazione alla gestione della vita pubblica e tutto ciò che ne consegue si avvalga del contributo del maggior numero di cittadini. La democrazia, infatti, bene prezioso che nel nostro paese è stato raggiunto con un prezzo altissimo di vite umane, ha bisogno della partecipazione di cittadini che siano competenti ed informati.
Non sono mancati gli imprevisti e le difficoltà, a maggior ragione è stata una soddisfazione per tutti noi. La fatica, quando affiorava, era lenita ed annullata dalle grandi emozioni vissute durante il nostro percorso".

Come ritenete abbia risposto il territorio alla vostra iniziativa?
"Le comunità che ci accoglievano e che aspettavano, pazientemente, il nostro arrivo, i molti ciclisti che ci accoglievano ed accompagnavano fino alla tappa successiva, il calore, l’umanità, la solidarietà di moltissime persone che incontravamo era una terapia efficacissima che magicamente cancellava tutta la fatica mentale e fisica necessaria per l’organizzazione e lo svolgimento della ciclostaffetta. Questa è stata possibile grazie al contributo di associazioni, amministrazioni, enti. Vorrei citarli e ringraziarli uno ad uno ma a causa del terrore di dimenticarne anche solamente uno, ricorderò chi ci ha aiutato nei territori che abbiamo attraversato. ANPI, Uisp, UCSI, le Ali delle Notizie, Art.21, ABI, Corima, FIAB, Amnesty, Percorsi di Pace, il Tavolo della Pace, ADI, NoiMigranti, Cisv, Legambiente, Acmos. L'Uisp, in particolare in città quali Bologna, Grosseto, Roma, ci ha sostenuto, consigliato, aiutato, facendoci conoscere ai cittadini ed anche accompagnato facendoci da guida attraverso le strade percorse nelle loro città e nei loro territori. L’ultima tappa, quella che ci ha condotto ad Ostia, è stata particolarmente emozionante. Ad aspettarci c’era un gruppo di giovani che, dopo aver viaggiato su un pulmino per tutta la notte, è arrivato la mattina ad Ostia per pedalare insieme a noi ed accompagnarci fino a Roma. Erano ragazzi dell’associazione Acmos di Torino che il giorno seguente hanno partecipato attivamente all’incontro al parco dell’Appia Antica". (Roberto Babini, redazione Uisp Ciclismo)

Per leggere l'intervista integrale clicca qui