Uisp-a-mente

UISP-A-MENTE Newsletter della Uisp Emilia-Romagna

n. 15 anno I - mercoledì 5 ottobre 2011

Web: www.uisp.it/emiliaromagna - E-mail: redazione.emiliaromagna@uisp.it

1. LO SPORT PER RIEMPIRE IL VUOTO DEI CAMPI PROFUGHI

Una conversazione sullo sport, la vita da esuli e sull'impegno di Uisp e Peace Games assieme alla delegazione del governo saharawi in visita in Emilia-Romagna

di Layla Mousa e Vittorio Martone

2. LA CONFERMA DEL TITOLO DI "ECOFESTA" AI MONDIALI ANTIRAZZISTI

La multi utility Hera diffonde i dati ambientali sull'edizione 2011 della festa contro le discriminazioni. Con l'acqua di rete risparmiato l'uso di 30 mila bottigliette di plastica e raccolta differenziata oltre il 70 per cento. Intervista all'ingegner Roberto Gasparetto

di Vittorio Martone

3. LE POLISPORTIVE LANCIANO LA SFIDA: "RINNOVAMENTO NELLA TRADIZIONE, PER COSTRUIRE UN NUOVO FUTURO"

Tanti interventi e una partecipazione di massa al dibattito Uisp sulle polisportive tenutosi sabato 24 settembre alla Madonnina

di Alessandro Trebbi - Redazione Uisp Modena

4. TRENT'ANNI SULLE PUNTE. A REGGIO EMILIA IL COMPLEANNO DI LET'S DANCE

La storica associazione di danza ha celebrato questo traguardo con la consegna del tricolore al presidente Uisp Filippo Fossati

di Mario Reginna

5. UISP BOLOGNA PER SANTO STEFANO

Una passeggiata per salvare la basilica assieme alla campionessa di nuoto Martina Grimaldi

di Francesco Costanzini – Redazione Uisp Bologna

6. SI È SVOLTO A FERRARA IL TROFEO DELLA LEGALITÀ

Il 23 settembre una giornata di calcio, tchoukball, pallavolo e basket per promuovere convivenza interculturale e lotta alla criminalità partendo dai principi della Costituzione

di Nicola Alessandrini - Redazione Uisp Ferrara

7. CITTÀ SPORTIVE E BILANCIO SOCIALE: LA UISP NE HA DISCUSSO IN UN CONVEGNO A IMOLA

"E se la crisi diventasse un'opportunità?". Intervista a Paola Lanzon, presidente del Comitato Uisp Imola-Faenza

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

8. NASCE LA FONDAZIONE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI EMILIA-ROMAGNA

Un progetto per la formazione permanente dei professionisti dell'informazione per tutelare l'indipendenza e la libertà di stampa

vi.mar.

9. TIRO DINAMICO: L'ULTIMA SPECIALITÀ DELL'ARCO UISP

Alla scoperta di una disciplina basata sullo studio dell'antichità e sulle tecniche di allenamento su precisione, mobilità, destrezza e potenza

di Vittorio Brizzi

10. PRESENTAZIONE DEL LIBRO "MOVIE MENTIS"

Il volume di Massimo Davi e Monica Risaliti studia gli sport con e senza palla come strumenti per la nascita di culture contaminanti

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

1. LO SPORT PER RIEMPIRE IL VUOTO DEI CAMPI PROFUGHI

Una conversazione sullo sport, la vita da esuli e sull'impegno di Uisp e Peace Games assieme alla delegazione del governo saharawi in visita in Emilia-Romagna

Il supporto della società civile italiana alla causa saharawi è in crescita negli ultimi anni: sono diverse le associazioni, ma anche le istituzioni locali, che sostengono il cammino pacifico dei saharawi verso l'indipendenza. Uisp e Peace Games, con i progetti degli ultimi tre anni, sono in prima linea in questo sostegno. Una delegazione del governo saharawi della Rasd, capeggiata dal primo Ministro Abdelkader Taleb Omar, è in visita in questi giorni in Italia. La prima tappa è stata la Toscana, in occasione della terza Conferenza internazionale delle città gemellate con il popolo saharawi. Ora la delegazione è ospite della regione Emilia-Romagna per una serie di incontri e workshop con le associazioni e con i comuni di Terre d'Acqua, nella provincia di Bologna.

Proprio in questo ambito si è tenuto il workshop "Lo sport come strumento di integrazione" e la visita istituzionale alla Uisp Emilia-Romagna, svoltasi il 29 settembre, durante la quale è stato possibile ascoltare le opinioni degli ospiti saharawi. Parlando dei risultati della collaborazione tra Peace Games e Uisp e il popolo saharawi Mohammed Moulud, ministro dello sport, ha affermato: "Abbiamo registrato significativi avanzamenti nella cooperazione e nella conoscenza reciproca. Inoltre, sono cresciuti molto l'appoggio della Uisp e l'apporto di conoscenza sportiva nei nostri campi profughi. Devo riconoscere con soddisfazione che adesso Uisp e Peace Games sono due realtà molto note e molto apprezzate nei nostri campi. Ma la cosa più importante è che questa associazione, che in Italia è molto conosciuta ed ha moltissimi iscritti, abbia mantenuto delle posizioni molto salde nel suo appoggio alla causa del popolo saharawi e nel sostegno allo sviluppo di politiche per i nostri giovani". "Per questa associazione noi, popolo saharawi, pur essendo dei semplici profughi siamo una priorità" ha concluso il ministro.

Con Hamma Mohammed Cori, governatore della wilaya di Smara, dove si è svolto il primo progetto di Peace Games, abbiamo parlato della struttura del sistema sportivo saharawi. "All'interno delle direzioni generali di Smara siamo riusciti a strutturare una proposta sportiva che comprende attività come il calcio, la pallavolo, l'atletica, i giochi tradizionali e i giochi da tavoliere. La nostra priorità in questo momento rimane ancora la formazione, la diffusione ampia della conoscenza delle discipline sul piano metodologico e tecnico" ha spiegato il governatore, ed ha aggiunto che "sappiamo che lo sport è fondamentale per alimentare la mente e il corpo dei nostri giovani, riempiendo il vuoto temporale che caratterizza la vita nei campi".

Questa posizione è caldamente sostenuta anche da Abedallahai Sid Si Belali, sindaco dayra Farsia di Smara: "Per quanto il nostro popolo creda in una soluzione pacifica del nostro esilio e aspiri al recupero di una situazione di normalità, è inevitabile che il trascorrere del tempo tolga della fiducia, soprattutto ai più giovani. Se a questo si somma il ritmo lento e ripetitivo della vita nei campi, con il rischio di devianze, ecco allora che la possibilità di promuovere attività motoria diventa essenziale per sviluppare socialità e benessere".

di Layla Mousa e Vittorio Martone

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2. LA CONFERMA DEL TITOLO DI "ECOFESTA" AI MONDIALI ANTIRAZZISTI

La multi utility Hera diffonde i dati ambientali sull'edizione 2011 della festa contro le discriminazioni. Con l'acqua di rete risparmiato l'uso di 30 mila bottigliette di plastica e raccolta differenziata oltre il 70 per cento. Intervista all'ingegner Roberto Gasparetto

Distribuire gratuitamente acqua di rete per 5 giorni a 5 mila persone, risparmiando l'immissione in ambiente di circa 30 mila bottigliette di plastica; superare il 70 per cento di differenziazione dei rifiuti all'interno di una festa che annovera complessivamente circa 30 mila presenze. Sono questi i prestigiosi risultati che hanno raggiunto i Mondiali Antirazzisti - annuale festa Uisp contro le discriminazioni svoltasi in provincia di Modena dal 6 al 10 luglio - e che sono stati recentemente certificati dal Gruppo Hera, azienda multi utility partner della Uisp nella gestione della parte ambientale di questo evento. Grazie a questi risultati i Mondiali Antirazzisti della Uisp potranno continuare a fregiarsi del titolo di ecofesta, riconosciuto solo a quelle manifestazioni che hanno per scopo la riduzione dei rifiuti prodotti, che puntano a svolgere correttamente la raccolta differenziata diminuendo anche il ricorso a materie prime non rinnovabili, profittando dell'evento stesso per sensibilizzare i partecipanti sul tema dell'ambiente. Con l'ingegner Roberto Gasparetto, direttore della Business Unit Hera di Modena, abbiamo commentato questi risultati.

Dott. Gasparetto, 14.880 litri di acqua di rete distribuita e una raccolta differenziata del 70,57 per cento. Qual è il suo primo giudizio di fronte a tali dati?
"Le cifre sul consumo d'acqua sono incoraggianti ma non sorprendenti. Sappiamo che in queste manifestazioni in cui l'acqua è resa disponibile gratuitamente l'uso è altissimo. Traiamo quindi una conferma di un trend e ne deduciamo che c'è fiducia tra le persone sulla qualità dell'acqua di rete. La scommessa sulla differenziata era invece molto più impegnativa. Avevamo stretto un accordo con la Uisp per addebitare solo la quota di indifferenziata e devo riconoscere che gli organizzatori hanno interpretato questa spinta nel migliore dei modi. Nel novero della differenziazione voglio sottolineare in particolare il dato sul quantitativo di olio vegetale pari a 220 kg, che così non è andato disperso. Da tempo l'assessorato regionale all'ambiente spinge affinché le manifestazioni pubbliche siano sensibili al tema ambientale: tra le tante iniziative credo che quella dei Mondiali Antirazzisti possa senza dubbio fregiarsi del titolo di ecofesta".

Ci sono altre manifestazioni in cui avete ottenuto simili risultati?
"Finora qui abbiamo ottenuto il risultato più elevato: i Mondiali Antirazzisti sono i primi in classifica. Tra le altre che seguono abbiamo notato in generale meno esperienza nella raccolta selettiva. Devo dire poi che i nostri operatori hanno interagito ottimamente con gli organizzatori della festa e all'interno di questa e che la dislocazione di molti contenitori ha dato il chiaro segnale di un'attenzione 'esasperata' alla raccolta selettiva".

Quale contributo deriva al Gruppo Hera dalla partecipazione ai Mondiali Antirazzisti?
"Di due diverse tipologie: una interna, che riguarda la crescita dei nostri operatori i quali hanno trovato un nuovo modo d'interagire con la clientela. Per la prima volta infatti abbiamo costruito un progetto insieme, creando una modalità positiva che sicuramente riproporremo. C'è poi il riflesso verso l'esterno, l'aver creato in una platea molto ampia le condizioni per apprezzare il nostro impegno e trasmesso messaggi positivi riguardo al nostro lavoro".

Ipotizzando una replica di quest'esperienza, quali migliorie si potrebbero apportare?
"Punti deboli clamorosi non ci sono stati. Tra le cose da migliorare si può pensare a una più capillare distribuzione dell'acqua. Sul piano dei rifiuti invece sappiamo di partire da un livello molto alto: alzare ancora l'asticella delle prestazioni richiede impegno e investimento progettuale e noi vogliamo imporci il miglioramento. Perché questa esperienza è fondamentale per trasmettere la sensibilità ambientale in giro e per far capire che con la collaborazione si possono creare esperienze positive anche in contesti complessi".

Guarda e ascolta le testimonianze dei partecipanti ai Mondiali Antirazzisti 2011 nel video a cura dell'Associazione Scomunicati

di Vittorio Martone

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3. LE POLISPORTIVE LANCIANO LA SFIDA: "RINNOVAMENTO NELLA TRADIZIONE, PER COSTRUIRE UN NUOVO FUTURO"

Tanti interventi e una partecipazione di massa al dibattito Uisp sulle polisportive tenutosi sabato 24 settembre alla Madonnina

Un dibattito intenso e interessante quello che ha visto protagoniste le polisportive modenesi nel convegno "Noi siamo la storia, noi siamo il futuro", organizzato da Uisp Modena sabato 24 settembre. 45 le polisportive rappresentate e le istituzioni schierate al completo con Comune e Provincia di Modena e Regione Emilia-Romagna a confrontarsi e ad aprire un dibattito che deve produrre risultati tesi a salvaguardare quei presidi sociali e aggregativi che da sempre arricchiscono il panorama sportivo e non solo della città. A iniziare i lavori la relazione del presidente Uisp Modena Andrea Covi, che ha lanciato una sfida alla politica e agli sportivi: "Le polisportive hanno creato equilibri che prima non esistevano. Ora questo sistema deve essere aggiornato e rivisitato: la crisi economica, la dispersione del volontariato e l'individualismo sfrenato hanno tarpato le ali a un modello vincente e ancora non c'è stata la forza di trovare una soluzione diversa. Perciò chiediamo un nuovo grande rilancio programmatico della politica e con la politica: le polisportive devono creare un nuovo progetto comune coi partiti, dando spazio a una nuova classe dirigente. Sul tema degli impianti, vogliamo torni a crescere una politica sociale. Non vogliamo escludere il privato, ma solo rendere consapevoli le istituzioni di fronte a un bivio: lasciare largo margine alle iniziative private estemporanee o, al contrario, accettare la sfida al futuro nell'ottica di una modernizzazione che guardi al sociale".

Stefano Vaccari, assessore provinciale allo sport, raccoglie la sfida: "Deve esserci una riconversione degli impianti per un'ottimizzazione delle attività e le istituzioni devono essere della partita sconfiggendo la tendenza a isolarsi e creando attraverso lo sport una nuova idea di cittadinanza". Antonino Marino, assessore comunale allo sport, parla di nuove strategie: "Una volta era il volontariato il collante e la base di tutta l'attività sociale delle polisportive. Dobbiamo essere capaci di conciliare questo mondo, con meno risorse e meno volontari, e un bisogno di sport cui va data risposta. Per questo si può ragionare di unificazioni o di un inserimento di privati controllato, come successo a Modena Est o alla Corassori. Un privato sociale, sulla stessa linea d'onda ideale delle polivalenti".

Massimo Mezzetti, assessore regionale allo sport, ha tenuto un intervento appassionato e propositivo, incentrandosi sul rinnovamento nella tradizione che deve investire le polisportive, "un'idea di cultura sportiva che metta al centro gli enti di promozione sportiva". In questo senso la politica deve "proporre una nuova legge quadro sullo sport che comprenda il Coni, certo, ma che non lo metta al centro assoluto. Non deve passare anche nello sport il concetto predominante di successo. Lo sport è socialità, è salute e anche noi istituzioni dovremmo avere più coraggio nell'investire sullo sport, per risparmiare un giorno magari sulla sanità, senza lamentarci di continuo dei tagli di un governo comunque sciagurato. Dobbiamo fare uno sforzo di fantasia". Infine Vincenzo Manco, presidente Uisp Emilia-Romagna: "Uisp e le polisportive devono essere un presidio, lo sport di alto livello sta rovinando il nostro mondo e l'orizzonte entro cui storicamente ci siamo sempre mossi. Dobbiamo mettere attorno a un tavolo tanti elementi e soggetti, dobbiamo intercettare risorse, accettare nuove sfide e interlocutori, come un Coni che vuole occuparsi anche dello sport per tutti. Ben venga, se serve a migliorare le idee. Dobbiamo dimostrare più coraggio, insieme, e così potremo rilanciare le polisportive che da decenni fanno il bene delle nostre comunità". Auspicio comune, unito a quello che il dibattito di sabato 24 settembre sia stato solo il primo mattone di un nuova e solida ricostruzione.

Leggi qui l'articolo in versione integrale

di Alessandro Trebbi - Redazione Uisp Modena

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4. TRENT'ANNI SULLE PUNTE. A REGGIO EMILIA IL COMPLEANNO DI LET'S DANCE

La storica associazione di danza celebra questo traguardo con la consegna del tricolore al presidente Uisp Filippo Fossati

Il primo ottobre 1981 nasceva a Reggio Emilia il centro permanente di danza "Let's Dance", un progetto culturale aperto e votato alla contaminazione tra le discipline artistiche e alla diffusione della danza al di fuori dei ristretti circoli in cui essa era all'epoca rinchiusa. Dopo trent'anni gli operatori di questa storica società Uisp sono ancora lì a insegnare danza e a divertirsi. E per celebrare questo traguardo si sono riuniti a Reggio Emilia il primo ottobre, alle 11,30 presso la sala del Tricolore in piazza Prampolini, per una cerimonia in cui è stato consegnato dal sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio il Tricolore a Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp, e una copia della Costituzione italiana a Luca Pancalli, presidente nazionale CIP. All'evento ha preso parte anche Ilenia Malavasi, assessore a Scuola, Università e Ricerca della provincia di Reggio Emilia.

"Si tratta - ha commentato il presidente Fossati all'atto della consegna da parte del sindaco Delrio - di un momento emblematico per la vita dell'associazione. Ricevere il Tricolore a Reggio Emilia nell'anno del 150° dell'Unità d'Italia è per la Uisp motivo di grande orgoglio. L'Emilia-Romagna è la culla della Uisp - ha ricordato Fossati - nata del 1948 dall'ispirazione dei padri costituenti per dare a tutti, soprattutto alle fasce popolari più deboli, la possibilità di accedere all'attività motoria".

Claudio Lotti, socio fondatore e oggi presidente di Let's Dance, raccontaci com'è nato questo progetto e quali erano i vostri scopi iniziali.
"Trent'anni fa quello della danza era un mondo molto chiuso. Noi avevamo però in testa un'idea fissa: la danza per tutti. Ci siamo incaponiti in questo percorso soprattutto per avvicinare alla danza il maggior numero di persone, togliendo un po' di quell'aria eccessivamente accademica e abbassando i costi".

Che resistenze avete dovuto affrontare?
"A quel tempo gli ambienti ufficiali della danza ci vedevano semplicemente come un'associazione che organizzava piccoli corsi. Noi invece abbiamo fondato percorsi didattici per tutti, che portassero a livelli anche più alti e ad una pratica continuativa. È stata dura sgretolare quel modo di pensare, ma ci siamo riusciti dando qualità e facendo percepire la nostra serietà. Tant'è vero che siamo partiti da 50 tesserati e oggi ne abbiamo 1400, con 60 operatori e 8 persone che lavorano dando supporto amministrativo".

C'è il rischio che questa crescita vi porti ad abbandonare la vocazione della "danza per tutti"?
"Assolutamente no. Noi manteniamo saldi i nostri principi. Il nostro campo di intervento infatti è diviso in tre grossi settori: la danza artistica, il ballo come sport e l'aspetto sociale. In ognuno di questi manteniamo canoni che permettono ad ogni persona di trovare la propria identità e assecondare le proprie aspirazioni. In sostanza, abbiamo unito un modo nuovo e uno vecchissimo, ma assolutamente attuale, di approcciare la danza. E nella nostra proposta annoveriamo qualsiasi forma di danza: dai balli latini e caraibici al rock and roll e al boogie woogie, dalla danza classica a tutto il repertorio contemporaneo, insieme alle danze etniche, al tango e alla capoeria. In più, offriamo anche una piccola parte legata al fitness, alla danza fitness e al pilates".

Avete attività legate anche alle diverse abilità?
"Portiamo avanti un progetto già da quindici anni, nel campo della diversa abilità sia fisica che psichica, che ci ha donato enorme soddisfazione e grandi risultati. Attraverso un percorso didattico con psicologi, operatori specializzati e nostri insegnanti usiamo tecniche di danza per costruire spettacoli. È un'esperienza tramite cui i ragazzi hanno imparato a lavorare insieme, dando sfogo alla loro grande espressività con risultati spesso inaspettati anche per noi operatori".

E adesso, quali sono gli sviluppi futuri che prevedete?
"Questi primi trent'anni sono solo una prima tappa. Vogliamo continuare, allargare il nostro direttivo, sviluppare l'attività oltre la provincia, mettere in piedi più compagnie, fare un lavoro anche più professionale mantenendo l'aspetto sociale. In definitiva, vorremmo dare un respiro nazionale al Let's Dance, contribuendo a rilanciare un settore che oggi in Italia vive grossi problemi. Perché non si può dimenticare che in ogni paesino c'è una scuola di danza, che rimane a livello formativo un grosso esempio di socialità e aggregazione".

Scarica il programma della festa del primo ottobre

di Mario Reginna

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5. UISP BOLOGNA PER SANTO STEFANO

Una passeggiata per salvare la basilica assieme alla campionessa di nuoto Martina Grimaldi

Il Comitato Uisp di Bologna anche quest'anno è in prima fila nella raccolta fondi per salvare la basilica di Santo Stefano. Per il secondo anno consecutivo si è scelta come iniziativa una camminata per raccogliere fondi, svoltasi il 2 ottobre con partenza alle ore 10 da piazza Santo Stefano. La Uisp è promotrice e protagonista dell'iniziativa, con l'incarico tecnico legato alla distribuzione dei pettorali e alla scelta dei percorsi. Spiega il presidente della Uisp Bologna Fabio Casadio: "Facciamo parte di questa comunità e Santo Stefano rappresenta uno dei tesori più suggestivi e affascinanti della città". Da sempre inoltre Uisp promuove la salute attraverso il movimento e quale occasione migliore di una camminata per mettersi in moto? "Metteremo a disposizione i nostri istruttori per insegnare un modo di camminare che davvero serva a tutti: esiste una formula elaborata dall'Oms che attraverso l'età moltiplicata con alcuni parametri dà l'andatura al chilometro perfetta perché l'esercizio sia personalizzato ed utile alla salute. Muoversi fa bene e ancora di più se lo si fa alla giusta velocità e intensità, in una cornice incantevole".

Ogni tesserato Uisp è stato sensibilizzato a partecipare a Passeggiamo per Santo Stefano: in tutte le palestre e piscine gestite dal Comitato (oltre che in sede) è possibile ritirare i pettorali per sostenere la raccolta fondi. Tra i testimonial d'eccezione della manifestazione – a dimostrazione del carattere di una campionessa che sta colpendo tutti (oltre che per i risultati sportivi, anche per la sua umiltà e freschezza – c'è infatti anche Martina Grimaldi, atleta del Circolo Nuoto Uisp Bologna. La ventitreenne bolognese sta proseguendo una ricca carriera di fondista piena di trionfi: titoli italiani in serie e successi internazionali si sono finora susseguiti e chi pensava che la nuotatrice potesse "rilassarsi" quest'anno in vista delle olimpiadi di Londra 2012 è stato prontamente smentito: argento a Shangai nella 10 km, quinta nella 25 km, nel test preolimpico svoltosi proprio a Londra nel bacino che ospiterà la 10 chilometri Martina si è dimostrata la numero uno del momento, conquistando l'oro. Stesso discorso per l'ultimo grande appuntamento della stagione: gli Europei in Israele. Nella sua distanza preferita, la 10 km, Martina non ha fallito, e con una gran volata ha messo tutti in fila, conquistando il suo primo oro europeo in carriera. Una costanza di risultati che solo i grandi campioni possono vantare.

Martina è un'atleta nata in casa nei corsi di nuoto promossi dalla Uisp e che il Comune di Bologna con l'assessore allo sport Luca Rizzo Nervo ha deciso di celebrare qualche settimana fa con la consegna di un premio in segno di riconoscenza per aver tenuto alto il nome della città di Bologna in giro per il mondo. Proprio in una Sala Savonuzzi gremita di ospiti accorsi a salutarla Martina Grimaldi ha lanciato il suo appello per salvare la Basilica: "Santo Stefano e la sua basilica sono qualcosa di unico, il complesso delle Sette Chiese e la piazza tolgono il respiro tanto sono belle. Per questo motivo non posso che invitare tutti i bolognesi a prender parte all'iniziativa".

di Francesco Costanzini – Redazione Uisp Bologna

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6. SI È SVOLTO A FERRARA IL TROFEO DELLA LEGALITÀ

Il 23 settembre una giornata di calcio, tchoukball, pallavolo e basket per promuovere convivenza interculturale e lotta alla criminalità partendo dai principi della Costituzione

Venerdì 23 settembre, a Ferrara in zona "Grattacielo", si è svolto il Trofeo della legalità, organizzato dal Centro di Mediazione Grattacielo e da Uisp Ferrara. L'evento rientra nella programmazione della seconda edizione della Festa della legalità, promossa dal Comune estense. Il filo rosso delle iniziative programmate è il tema della responsabilità e della legalità come strumento di lotta e contrasto alla criminalità organizzata attraverso il rispetto e l'applicazione della Costituzione della Repubblica Italiana. Con il Trofeo della legalità è stata riconfermata l'efficacia del binomio sport-integrazione: la zona scelta, infatti, rappresenta una sorta di laboratorio d'integrazione sociale per la città di Ferrara. Il "Grattacielo", a pochi passi dalla stazione, è un punto d'approdo privilegiato della popolazione migrante, che può trovarvi alloggi a costi contenuti. Tuttavia, negli ultimi anni, il Grattacielo è stato sottoposto ad una sovraesposizione mediatica, legata ad episodi di piccola criminalità, che ha acuito il senso di disagio e di insicurezza nei residenti della zona.

È in questa cornice che Uisp Ferrara ha organizzato il Trofeo della legalità, a cui hanno partecipato oltre ottanta persone suddivise in otto squadre. Il torneo pluridisciplinare, intitolato "Im...palla alla mafia", prevedeva la partecipazione a quattro sport svolti in contemporanea in quattro campi adiacenti: calcio, tchoukball, basket e pallavolo. Tra i giocatori erano presenti cittadini provenienti da Pakistan, Ghana e Filippine, molti dei quali rifugiati politici ospitati dall'associazione Camelot nelle strutture comunali di Pontelagoscuro. In un'atmosfera festosa i partecipanti si sono misurati con una disciplina a loro sconosciuta, come il tchoukball, dando prova di ottimo senso di adattamento e spirito di squadra. Cinque team hanno terminato le sfide a pari merito a sei punti, con due vittorie e due sconfitte. Così, la vittoria è stata assegnata ad una squadra di ragazzi pakistani per il maggior punteggio accumulato nelle diverse discipline.

"Sono molto soddisfatto per l'ampia partecipazione all'iniziativa - ha commentato Enrico Balestra, presidente del Comitato Uisp di Ferrara - poiché abbiamo sperimentato una forma di torneo autogestita, senza arbitri. Le squadre hanno, in gran parte, reinventato le discipline che conoscevano di meno. Ad esempio, ho assistito ad una partita di pallavolo senza set, a ritmo continuo, tra giocatori in totale accordo e armonia. È stato davvero un pomeriggio all'insegna del divertimento". La manifestazione è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione delle due associazioni Cittadini del mondo e Ferrara tchoukball che hanno fornito parte dell'attrezzatura utilizzata e hanno illustrato la disciplina del tchoukball.

di Nicola Alessandrini - Redazione Uisp Ferrara

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7. CITTÀ SPORTIVE E BILANCIO SOCIALE: LA UISP NE HA DISCUSSO IN UN CONVEGNO A IMOLA

"E se la crisi diventasse un'opportunità?". Intervista a Paola Lanzon, presidente del Comitato Uisp Imola-Faenza

Venerdì 23 e sabato 24 settembre si è tenuto ad Imola un convegno dal titolo: "Coesione sociale e Sport Pulito. Verso la 'Città sportiva'. Nuovi impianti sportivi ed educativi per la salute". Gli incontri si sono tenuti presso la sala Fondazione Cassa di Risparmio di Imola nel palazzo Sersanti di piazza Matteotti. Molti gli ospiti presenti, tra sindaci e assessori dell'Emilia Romagna, rappresentanti di associazioni che lavorano sul territorio e dirigenti Uisp. Tra questi Luciano Mazzini, assessore allo sport del Comune di Imola; Raul Daoli, sindaco di Novellara; Massimo Mezzetti, assessore a sport e culture della Regione Emilia-Romagna; Vincenzo Manco, presidente Uisp Emilia-Romagna. L'incontro ha rappresentato anche l'occasione per presentare il bilancio sociale della Uisp Imola-Faenza.

"L'obiettivo principale di questa due giorni di incontri - ha affermato Paola Lanzon, presidente del Comitato Uisp Imola-Faenza - è stato quello di affrontare il tema dello sport inserito nelle politiche pubbliche, tenendo come sfondo la crisi economica che, se affrontata con criterio, può rappresentare anche un'opportunità. Negli anni precedenti le politiche dei governi sono state quasi sempre orientate ai costi e alla spesa, adesso con la diminuzione delle risorse siamo obbligati a razionalizzare le risorse. Devono cambiare necessariamente le priorità: se il modello di sport considerato è solo quello dei grandi nomi e dei grandi campionati saranno sempre meno le risorse. Se, invece, lo sport viene valutato per i valori di cui è portatore, allora acquista un ruolo centrale nella società e le risorse diventano indispensabili. Lo sport che noi vogliamo valorizzare è quello che costruisce reti di solidarietà, presidi di socializzazione e inclusione sul territorio. Convincere i politici è fondamentale, ma per farlo dobbiamo lavorare con i dati scientifici: in questa occasione abbiamo confrontato i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità con studi europei e locali, dell'Emilia-Romagna, per supportare la nostra tesi".

Nel corso dell'incontro si è discusso anche di immigrazione. "Abbiamo avuto ospite il sindaco di Novellara, Raul Daoli, che nel suo comune - ha sottolineato ancora la presidente della Uisp Imola-Faenza - sta intraprendendo delle politiche molto coraggiose e in controtendenza sul tema dell'immigrazione. Novellara è un paese con un tasso altissimo di immigrazione in cui si è fatto un ragionamento di politica e di principi, scegliendo un modello culturale da sviluppare, con cui peraltro si è riusciti a dimostrare che la promozione di forti e giuste politiche di integrazione, indipendentemente da cosa ne pensino alcune frange della società, riesce a incontrare il favore delle persone".

Al di là della testimonianza del sindaco Daoli, l'incontro ha riscosso comunque grande successo e l'apprezzamento dei molti partecipanti: "Sia la testimonianza del prof. Diego Lanzi della facoltà di Economia dell'Università - conclude Paola Lanzon - che di Tiziana Dal Prà, dell'associazione Trame di Terre hanno permesso di fare molta chiarezza in tema di politiche sull'integrazione, aiutando a capire, come ha ricordato uno dei nostri ospiti, che 'è molto più facile appiccare un incendio piuttosto che piantare degli alberi', ma che solo questa seconda azione può avere valore per il futuro della società".

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

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8. NASCE LA FONDAZIONE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI EMILIA-ROMAGNA

Un progetto per la formazione permanente dei professionisti dell'informazione per tutelare l'indipendenza e la libertà di stampa

Rilanciare, con la qualificazione, la professione di giornalista, sempre più sottoposta ad attacchi sia sul piano della libertà di stampa che su quello dell'indipendenza professionale ed economica. Con questo scopo l'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, già partner della Uisp regionale in diverse iniziative di formazione, ha dato vita alla Fondazione dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, presentata il 26 settembre alle ore 12 presso la Scuola superiore di giornalismo in villa Pallavicini Gandolfi a Bologna. La Fondazione, prima esperienza del genere in Italia, ha come scopo primario quello della formazione professionale ma è aperta a tutte le iniziative culturali e di aggiornamento inerenti il mondo dell'informazione. Si prospetta inoltre come motore dell'attività pratica nel laboratorio della Scuola di Giornalismo.

"Che ci sia bisogno di formazione, e non solo nel giornalismo, è certo - ha dichiarato Gerardo Bombonato, presidente dell'Odg Emilia-Romagna e della Fondazione - visto che persino il rettore Ivano Dionigi ha dichiarato che i nostri laureati sono semi analfabeti. La formazione dei giornalisti poi - ha proseguito Bombonato - dovrà misurarsi col fatto che negli ultimi trent'anni c'è stata una rivoluzione: la professione è cambiata profondamente e i giornalismi si sono moltiplicati". Inoltre, considerando che il 50 per cento della categoria lavora fuori dalle redazioni, "la formazione sul campo e la trasmissione del sapere dai colleghi anziani ai giovani non esiste più".

Un progetto che parte da lontano, quello della Fondazione dell'Ordine dei giornalisti. Il primo atto d'indirizzo è stato varato dal Consiglio nel gennaio scorso, poi c'è stata l'elaborazione dello statuto, depositato presso un notaio, infine il riconoscimento giuridico ottenuto della Regione. Ora sono stati costituiti gli organi direttivi e si è dato inizio all'attività formativa lavorativa, che ha già visto l'avvio del corso di preparazione all'esame di Stato per professionisti e fra breve vedrà partire una serie di incontri per pubblicisti seguiti poi da appuntamenti dedicati agli incaricati di uffici stampa pubblici e privati. In fase di preparazione anche una serie di lezioni sulla lingua italiana con l'apertura poi a tutte le proposte che giungeranno all'Ordine.

Per chi volesse dare un contributo diretto alle attività della Fondazione anche dal punto di vista economico, è prevista la formula dei "partecipanti ordinari", che si impegnano a versare annualmente una quota di 100 euro con la garanzia che, non essendo previsti fini di lucro, tutti i fondi raccolti saranno investiti in iniziative formative. Tutta la modulistica necessaria per l'iscrizione si trova sul sito dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, al quale è inoltre possibile rivolgersi per ulteriori informazioni ai seguenti contatti.

Odg Emilia-Romagna
Segreteria, sede operativa e sala convegni
Strada Maggiore, 6
40125 - Bologna
Tel 051/261663 - Fax 051/2968101
E-mail: fondazione@odg.bo.it
Web: www.odg.bo.it

vi.mar.

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9. TIRO DINAMICO: L'ULTIMA SPECIALITÀ DELL'ARCO UISP

Alla scoperta di una disciplina basata sullo studio dell'antichità e sulle tecniche di allenamento su precisione, mobilità, destrezza e potenza

È dai primi anni settanta che la Uisp, nell'ambito delle sue numerose discipline sportive e ricreative, contempla il tiro con l'arco in una visione ludico-culturale differenziata dalle altre federazioni che lo diffondono nelle specialità agonistiche. Da alcuni anni, con l'espansione numerica dei suoi associati, Arco Uisp, parte della Lega degli sport e giochi tradizionali, si è differenziato in vari stili, caratterizzati in diverse specialità: Tiro con l'arco storico (rievocazione), Outdoor (tiro con l'arco non competitivo nei boschi) e Fiore del Ciliegio (disciplina introspettiva d'ispirazione orientale volta al rilassamento e alla meditazione). Nel 2010 è stata creata la nuova specialità del tiro con l'arco dinamico, ispirata dallo studio della ricchissima documentazione storica orientale, dove venivano codificati i principali pilastri (Arkàn) del tiro, e soprattutto le tecniche di allenamento e addestramento sulla precisione, mobilità, destrezza e potenza. Ne risulta un modello particolarmente spettacolare e "dinamico", decisamente diverso dal tiro tradizionale, dove la ricerca sull'uomo e sulle sue abilità diventa fattore principale e la ricerca tecnologica su nuovi materiali non rappresenta più un fattore determinante per raggiungere punteggi sempre più alti.

Questa attività non si vuole sostituire a nessuna disciplina preesistente basata sul tiro al bersaglio statico, a quelle ispirate alla simulazione di caccia, né al tiro con archi antichi (infatti contempla la totalità delle attrezzature oggi disponibili sul mercato) ma vuole perseguire, attraverso ricerca e sperimentazione, un lavoro sulle virtù psicofisiche dell'arciere, che di volta in volta si trova a dover risolvere problemi "pratici" vero un bersaglio elusivo, mobile e ingannevole. Tra i tanti ambiziosi obiettivi che il tiro dinamico si propone, infatti, vi è quello di parificare le possibilità tra le varie attrezzature e stili di tiro. Nelle prime manifestazioni, pare che l'obiettivo sia più raggiungibile di quello che sembrerebbe possibile: infatti nei primi posti della classifica si trovano archi preistorici di solo legno a stretto contatto con quelli supertecnologici dotati di mirino.

Per chi non conosce ancora l'arco, nel tiro dinamico vengono presentate iniziative di carattere pluridisciplinare, in grado di far scoprire il fascino del tirare frecce. Si prevede, infatti, una ricca offerta che potrà coinvolgere appassionati di sport all'aria aperta delle Leghe Uisp vicine, come l'equitazione, la canoa, il modellismo (per la simulazione del bersaglio in movimento) ed altre. Inoltre, nell'ambito più propriamente culturale (e, soprattutto, con i bambini e i ragazzi in età scolare), l'arco diventa un mezzo per proporre occasioni di accrescimento attraverso lo studio della preistoria e dell'antichità. La "materialità" dell'arco racchiude infatti in sé tutte le principali tecnologie della materia naturale che hanno permesso l'evoluzione dell'uomo. Per poter comunicare una veste ludico-aggregativa dell'arco, le manifestazioni di tiro dinamico prevedranno momenti di aggregazione, dall'esposizione delle opere degli artigiani (che non riguardano solo archi e frecce) a momenti di dialogo e studio (conferenze) e gioco per i più piccoli. Questo concetto di "manifestazione integrata" deve contemplare la possibilità di poter assistere, per il pubblico, anche a quei momenti normalmente "occulti" e privati, dedicati ai soli arcieri agonisti, delle manifestazioni, per consentire a tutti di capire e apprezzarne la spettacolarità integrata nello scenario naturale.

di Vittorio Brizzi

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10. PRESENTAZIONE DEL LIBRO "MOVIE MENTIS"

Il volume di Massimo Davi e Monica Risaliti studia gli sport con e senza palla come strumenti per la nascita di culture contaminanti

Nel testo proposto si descrive dettagliatamente un percorso che Massimo Davi e Monica Risaliti stanno sviluppando da diversi anni; l'idea è semplice: la possibilità che fra gli sport con la palla o senza palla, prettamente situazionali, vi siano elementi di trasversalità che possano dare origine a culture contaminanti sia dal punto di vista metodologico, didattico, tecnico, tattico e strategico a prescindere dalla disciplina scelta e praticata. Il libro si articola in sei capitoli in un viaggio che porterà lentamente il lettore dalla formulazione di un'ipotesi alla sperimentazione concreta di pratiche che trovano attuazione negli sport e nelle discipline indicate.

Il cammino parte dai "Presupposti di base per la formulazione di una ipotesi" capitolo nel quale, attraverso lo sviluppo di tre paragrafi, si affronteranno temi quali: premesse sugli sport di situazione; comparazione biomeccanica di gesti simili; atteggiamenti posturali e funzionali di catene cinetiche comuni; presupposti di base del movimento e delle capacità; presupposti di base della tattica: ricerca e predisposizione per una soluzione mentale e motoria del problem solving in situazioni di gioco; presupposti di base fisiologici, cognitivi, emotivi di apprendimenti; le basi "morali" per sviluppare collaborazione, condivisione, accettazione e rispetto delle regole; aspetti didattici comuni. È questo il punto di partenza, l'evidente dimostrazione di basi e presupposti comuni dai quali partire per sviluppare la tesi oggetto del secondo capitolo. Qui si affronteranno da una parte le diversità relative alle tecniche prese in esame ed i loro punti in comune attraverso una capillare scomposizione e ricomposizione delle stesse, e dall'altra argomenti per cosi dire connettivi alla formulazione della tesi. Tra questi: il problem solving; il pensiero laterale di de Bono; la sociomotricità di Parlebas; le variabili di contesto.

Si entra con queste premesse nel terzo capitolo "Le contaminazioni possibili: mezzi, metodi, strumenti" nel quale si approfondiranno specificatamente le connessioni trasversali attuabili; il valore educativo dell'agon; l'accettazione ed il rispetto delle regole; la scelta dei mezzi o degli strumenti (palla o non palla). Aspetti che ci dimostreranno come comunicazione e collaborazione nel gruppo squadra possono guidare un'azione della didattica tesa sia ad apprendere che ad allenare il vivere la situazione. L'azione intenzionale dell'allenatore tesa a trovare l'equilibrio dinamico nel gioco di squadra produrrà comunque fatica percepita e condivisa. A questo punto il quarto capitolo, che si apre all'intuizione dell'idea di trasversalità. Wrisberg e Smitd parlano di "transfert" di apprendimento, cioè della capacità di apprendere in situazione, per poi trasferire al bisogno l'apprendimento in una altra situazione. L'intuizione si rivela un vero e proprio vettore di amplificazione di possibilità metodologiche, didattiche e tecniche. La trasversalità dunque come possibilità di agire, possibilità che necessita però di padronanze trasversali da parte dello stesso allenatore.

Entrati nel merito di tutti questi argomenti e dopo aver proceduto a tracciare strade di interconnessione reciproca, si procede alla descrizione della sperimentazione in atto, disegnando azioni didattiche concrete e ricche di contestualizzazioni riferite alle discipline sportive prese in esame che costituiscono terreno di studio da diversi anni: il calcio, la pallavolo, il basket, il karate e altri sport dove prevale un "corpo a corpo". Con un riferimento finale ai neuroni specchio, il testo rilancia l'idea con la quale si è aperto il volume: la mutazione avanza.

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

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